politica

Verso una commissione consiliare unica. Deficit di democrazia che potrebbe essere temperato solo dalla presidenza alle minoranze

domenica 26 agosto 2012
di Laura Ricci
Verso una commissione consiliare unica. Deficit di democrazia che potrebbe essere temperato solo dalla presidenza alle minoranze

All'interno degli argomenti che venerdì scorso sono stati posti all'attenzione della seconda commissione consiliare del Comune di Orvieto, ossia quella che finora era la commissione generale permanente "Affari generali e istituzionali", uno ha riguardato l'esame dell'atto con cui il Sindaco Antonio Concina proporrà al punto 6, nella seduta consiliare di lunedì 27 agosto - la prima dopo la pausa estiva - di ridurre da cinque a tre le commissioni del Consiglio Comunale, istituendo una commissione unica che comprenderà le attuali "Affari generali e istituzionali", "Bilancio, Tributi e Servizi alle imprese", "Urbanistica, Ambiente, Edilizia pubblica e privata".

Pare che i motivi che il Sindaco addurrà saranno il risparmio economico e la semplificazione dei lavori. Per quanto riguarda l'economico, infatti, si avrà un risparmio per il rimborso ai datori di lavoro delle cifre dovute, per legge, per i consiglieri che si assentano dall'impiego per partecipare alle commissioni. Dal punto di vista della semplificazione, invece, dato che in Consiglio ci sono cinque gruppi costituiti da una sola persona, si addurranno le ragioni dell'impegno che, da alcuni capigruppo, è ritenuto insostenibile, e forse il fatto che più sono le persone, più sono le riunioni e più è difficile reperire date e orari compatibili per tutti.

Ma se si va verso la semplificazione, di certo si va anche, come in tutte le semplificazioni, verso un deficit di democrazia. Fatto che ha quasi dell'assurdo, se si pensa che, per garanzia democratica, il regolamento del Consiglio Comunale di Orvieto (e di molti altri Comuni) autorizza, sulla base di quanto la legge consente, la costituzione in gruppo di una sola persona, e poi, per la sola persona che si costituisce, si accampa praticamente il fatto che i vari consiglieri solitari non vogliono o non possono sostenere le conseguenze della scelta che hanno liberamente fatto, dato che ci si potrebbe costituire anche in gruppo misto. I gruppi con consigliere unico sono UDC (Piergiorgio Pizzo), Orvieto Libera (Angelo Ranchino), PRC (Cecilia Stopponi), PSI (Evasio Gialletti), Gruppo "Senza riferimento politico" (Carlo Tonelli).

Sulla riduzione protesta il Partito Democratico, che in una nota tra l'altro afferma che "l'atto è presentato senza il minimo coinvolgimento delle forze politiche e senza la messa al corrente dell'ufficio di Presidenza, dimostrando così di non rispettare l'autonomia del Consiglio Comunale. Le commissioni - continua il PD - hanno un ruolo importante nella preparazione e nello studio degli atti che successivamente vengono approvati dal Consiglio Comunale e che spesso incidono significativamente nella vita dei cittadini, pertanto il loro funzionamento è determinante. Vale la pena ricordare che il regolamento che stabilisce il numero e le attribuzioni delle commissioni è stato approvato all'unanimità dal precedente Consiglio comunale, dopo un anno circa di studio. Modificarlo oggi con un colpo di mano della maggioranza sarebbe un atto profondamente antidemocratico. Anche in questo caso la giustificazione economica appare pretestuosa, perché il gettone di presenza dei consiglieri (se percepito) e qualche ora di straordinario di uno o due impiegati costituiscono un costo irrisorio".

Il timore è che con questa trovata la maggioranza riesca ad eliminare dalla presidenza delle attuali commissioni Bugnini, Gialletti e Moscetti, per sostituirli con un rappresentante del centrodestra alla presidenza della commissione unica che sostituirà le tre ora in funzione. Sarebbe, in effetti, un grave deficit di democrazia, che potrebbe essere in parte temperato se, come ai vecchi e talvolta buoni tempi, la commissione unica fosse presieduta da un membro di minoranza. Staremo a vedere cosa accadrà e chi sarà, eventualmente, il super presidente unico. Che, se avranno meno lavoro i consiglieri solitari, potrebbe rischiare di avere, invece, un super lavoro presidenziale.

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