politica

No alla soppressione del Tribunale. Necessario aprire tavolo di discussione regionale

mercoledì 27 giugno 2012
di Sindaci e Segretari del Partito Democratico dell'Orvietano

Un territorio che perde i luoghi in cui viene esercitata la giustizia è un territorio destinato a diventare vittima della non giustizia, destinato a spegnersi nell'indifferenza delle istituzioni.
I Sindaci, i Segretari e i rappresentati del Partito Democratico dell'Orvietano esprimono l'assoluta necessità che ogni intervento sulle circoscrizioni giudiziarie - come quello che oggi implica, allo stato delle cose, la soppressione del Tribunale di Orvieto - non possa prescindere da un preliminare confronto istituzionale tra Ministero della Giustizia e la Regione Umbria. Le riforme endoregionali avviate in Umbria, il processo di riforma istituzionale afferente i livelli di organizzazione provinciale, gli effetti della perdurante crisi economica, le politiche di razionalizzazione dell'organizzazione della sanità regionale e i nuovi ruoli assegnati ai grandi poli urbani rischiano, se non adeguatamente governati, di destrutturare i già precari equilibri regionali.

La logica e il disegno politico della legge delega sulla distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari voluta dal centrodestra sono profondamente sbagliati in quanto affrontano problematiche, senza peraltro risolverle, in modo posticcio e non organico. La semplificazione della rete territoriale del servizio giustizia, così come ipotizzata dalla legge delega, non è supportata da alcuno studio scientifico (quindi attendibile) relativamente a ciò che si ritiene debba essere l'ottimale articolazione territoriale e ai costi dell'organizzazione giudiziaria. I dati reali dicono che la tanto deprecata organizzazione territoriale della giustizia è quasi totalmente incolpevole dei ritardi del sistema, pertinenti più a cause organizzative e processuali. Anzi. I dati dei singoli uffici rivelano che i tribunali cosiddetti "minori" sono di regola quelli che sbrigano con maggiore celerità gli affari loro affidati.

La legge delega è stata concepita senza alcuno studio preventivo sui costi della riarticolazione territoriale, cioè sugli effetti del trasferimento degli affari da uffici destinati all'eventuale soppressione agli uffici più grandi in termini di costi reali e materiali (nuove sedi o ampliamento delle esistenti), sulle infrastrutture e sul costo sociale a carico del personale non magistratuale, che non risulta essere mai stato coinvolto per mezzo di procedure di consultazione sindacale nella valutazione di detti effetti.

La legge delega sul riordino degli uffici giudiziari sembra non lasciare scampo a tante realtà radicate sul territorio: chiudere i tribunali è sbagliato in assoluto, innanzitutto perché è antieconomico, e farlo senza studi di fattibilità è assurdo. La sottrazione del Tribunale comprimerebbe ulteriormente l'esercizio del diritto di ogni cittadino. Ridisegnare la geografia giudiziaria di un Paese intero senza tener conto della storia, delle tradizioni e delle caratteristiche delle comunità che lo formano è pura follia. Tutto questo è un grave danno non solo per gli operatori della giustizia, ma anche per la gente comune che viene privata di consolidati presidi giudiziari a salvaguardia dei rispettivi territori.

Il riordino degli uffici giudiziari non deve essere, prima di ogni altra volontà, un mero intervento di stampo tecnicistico e tuttavia astratto e non sostenuto da studi scientifici, con la possibilità di aprire scenari preoccupanti sulla tenuta della legalità e la diffusione di comportamenti pericolosi, anche in termini del maggior rischio di assottigliamento dell'attività di prevenzione sul territorio.

A tal riguardo - anche in ragione dell'ordine del giorno accolto da Governo nel settembre 2011 con il quale si invitava quest'ultimo ad avviare un confronto sul tema di una vera riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie con le istituzioni locali e le categorie professionali - sollecitano l'attivazione di un tavolo regionale che insieme ai parlamentari umbri possano rappresentare le istanze dei cittadini e i loro diritti per raggiungere l'obiettivo che la giustizia salvaguardi i territori. Auspichiamo che la Regione si faccia carico delle istanze dei territori attraverso la necessità di rappresentare una visione equilibrata della giustizia.


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