politica

Terremoto Emilia. Lettera aperta del consigliere regionale Goracci contro le proposte del Governo sulla assicurazione privata

mercoledì 20 giugno 2012

Obbligo di di assicurazioni private, e cancellazione di adeguati interventi pubblici. Contro queste ed altre proposte al vaglio del Governo il consigliere regionale Orfeo Goracci ha scritto una lettera aperta indirizzata al Presidente della giunta Regionale dell'Umbria, al Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria, ai Presidenti delle Province di Perugia e Terni e a tutti i Sindaci dei Comuni dell'Umbria.

Questo il testo della lettera aperta:

"Illustri interlocutori , questa nota per sollecitare le istituzioni umbre tutte su argomenti particolarmente sensibili ed attuali. Tenere aperto il fronte della vertenza con il governo sul terremoto di Marsciano/Spina dove decine di famiglie a quasi tre anni dall'evento sismico vivono ancora una condizione di disagio e precarietà ed hanno un trattamento economico e di sostegno diverso rispetto ad altre (zone) colpite dal sisma nella nostra Regione.

La visita in Umbria del Ministro Barca conferma che nella gestione della ricostruzione post terremoto del 97, e ancor prima nella gestione dell'emergenza, l'Umbria ha segnato un punto di eccellenza tanto da essere presa ad esempio anche in Europa e se questo è considerato dato oggettivo e incontrovertibile dovrebbe fare un po' più scuola!

Tutto questo si è potuto verificare con un flusso costante e ingente di risorse di investimenti pubblici ad iniziare dalla "busta pesante" che ha consentito un minimo di reddito in più alle famiglie. Nelle zone colpite dal sisma c'è una generazione che ha ricostruito le case per tre volte (Cascia e Norcia 79/82, gubbio 84, e il pesante terremoto del settembre1997 tra Umbria e Marche anticipato da Massa Martana nel maggio dello stesso anno); tutto ciò è potuto avvenire in primo luogo per la nota laboriosità e tenacia dei nostri corregionali, ma spinta decisiva è stato un costante flusso di denaro pubblico, senza questo ci sarebbe stato un inarrestabile svuotamento di persone e funzioni in tanti centri importanti e significativi della Regione. Per questo una Regione come l'Umbria che ha vissuto il dramma del terremoto e le sue conseguenze, non può non prendere una forte iniziativa politica nei confronti del Governo Monti.

Il Governo intende portare l'emergenza, in caso di calamità naturale a 60 gg e sostituire alle forme dell'intervento pubblico forme di assicurazione private a carico delle famiglie e delle imprese. Premesso che è una responsabilità pubblica il come e il dove si costruisce e con quali criteri antisismici quali priorità dare e darsi, quanto avvenuto con il terremoto in Emilia ci spinge ancora di più alla riflessione. Una regione all'avanguardia su tanti aspetti dell'organizzazione delle istituzione, di dinamiche sociali ed economiche d'avanguardia ha vissuto il dramma di perdite di vite umane, lesioni e devastazioni di edifici e attività produttive, ci ripropone drammaticamente la mappatura delle zone a rischio, le modalità del costruire in sicurezza, i costi di manutenzione e prevenzione, e della complessiva messa in sicurezza di un territorio fragile.

La storia ci insegna che prevenire e attenuare i danni è possibile. I Borboni oltre due secoli fa, dopo un devastante terremoto, hanno ricostruito in Sicilia un paese in zona ad alto rischio sismico che ancora oggi, nonostante centinaia d i forti scosse, garantisce la sicurezza dei cittadini e la tenuta dei fabbricati. In tante parti del mondo terremoti di potenza distruttiva decine e decine di volte superiore a quelle sprigionate sui nostri territori non hanno provocato vittime e danni come da noi.

Pensare che popolazioni colpite da gravi calamità naturali, amplificate dall'incuria e dalla volontà speculativa dell'uomo, con milioni e miliardi di euro di danni, con famiglie e imprese che hanno perso tutto possano riprendere una "vita normale" attraverso forme assicurative private ed individuali non è solo cinico e scellerato, ma mina alle basi la coesione sociale e financo la tenuta nazionale. E con cosa possono pagare milioni e milioni di cittadini che non hanno più denaro per comprare cibo , curarsi o far andare i propri figli a scuola? E' già accaduto a Messina e Reggio Calabria nel 1908. Un terribile terremoto ha distrutto interamente Messina, come raccontano marinai inglesi e russi che tra i primi prestarono soccorso. L'assenza dello stato era totale. Solo la regina organizzò risorse umanitarie e le conseguenze del sisma si trascinarono per decenni.
L'agire del Governo Monti (che fa sue scelte del Governo Berlusconi) ci riporta al 1908, proprio un bel segno di modernità!!!

Per questo è necessaria una straordinaria mobilitazione per esprimere forte contrarietà ed eventuale "boicottaggio" delle istituzioni e delle forze politiche dell'Umbria chiedendo forti investimenti pubblici e rilanciando la protezione civile dotandola di mezzi e strutture adeguate anche e soprattutto nella nostra regione, con l'obiettivo di far recedere il Governo da questa impostazione privatistica e "classista", rilanciando la necessità della ricerca e di un vero GOVERNO DEL TERRITORIO che solo il soggetto pubblico dotato di risorse significative può e deve svolgere."