politica

L'assessore Bracco sul Consiglio regionale di ieri: "Una pagina triste della storia della Regione”

giovedì 23 febbraio 2012
L'assessore Bracco sul Consiglio regionale di ieri: "Una pagina triste della storia della Regione”

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell'assessore regionale Fabrizio Bracco sulla riunione del consiglio regionale di ieri 22 febbraio:

"Ieri si è consumata una pagina triste nella storia della Regione dell'Umbria - afferma l'assessore Bracco - . Nei suoi quarantadue anni di vita non era mai successo che le minoranze si sottraessero all'obbligo di garantire il funzionamento del Consiglio. Purtroppo si è confuso il piano istituzionale con quello politico. La responsabilità istituzionale degli eletti è garantire la "normalità" della dialettica democratica e preservare la sacralità delle istituzioni. Quella politica sta nel confronto tra le diverse ragioni e visioni sul futuro della Regione. Confondere i due piani rischia di stravolgere il ruolo propulsivo delle assemblee elette nella percezione dei cittadini, aggravando la crisi di fiducia nella politica, che sta crescendo nel Paese e nella nostra Regione.
Di queste considerazioni non si è vista traccia nel Consiglio Regionale di ieri. Un Consiglio in cui il funzionamento ed il prestigio (la "sacralità") dell'Istituzione sono stati piegati a mero terreno di scontro politico, in cui ognuno ha giocato una propria particolare partita.
Quello che è accaduto è tanto più incomprensibile alla vigilia dell'esame del DAP (il principale documento di programmazione economica della Regione), che potrebbe favorire un confronto aperto e franco, anche duro se necessario, ma libero da politicismi di sorta, animato solo dall'interesse per l'Umbria e dalla volontà di offrire soluzioni ai problemi dell'economia, dell'occupazione e dello sviluppo della comunità regionale.
Rispetto a tutto questo, gli organi di garanzia del Consiglio non possono essere terreno di scontro, ma la condizione per lo svolgimento della normale dialettica politica, ed il loro funzionamento deve prescindere dalla lotta tra i partiti".