politica

Scoppia la guerra tra Coop. Carli e Centro Studi, e ora chi paga? Orvieto Libera interroga Cimicchi

venerdì 2 dicembre 2011
Scoppia la guerra tra Coop. Carli e Centro Studi, e ora chi paga? Orvieto Libera interroga Cimicchi

L'avvocato Angelo Ranchino, presidente di Orvieto Libera, - attraverso una propria nota stampa, - evidenzia la situazione critica creatasi tra Centro Studi e Cooperativa Carli, ponendo a Stefano Cimicchi alcune domande.

"E' stato notificato al Centro Studi Città di Orvieto un decreto ingiuntivo di pagamento per prestazioni rese dalla Cooperativa Carli al Centro Studi negli anni passati, - spiega Ranchino. - La Cooperativa Carli fa causa al Centro Studi Città di Orvieto e chiede 431.000,00 Euro di compensi dei quali Euro 87.000,00 circa per l'anno 2005; Euro 133.000,00 circa per il 2006; Euro circa 91.000,00 per il 2008; Euro 68.000,00 circa per il 2009 e così via.

"Ho alcune domande per il Dr. Cimicchi, che usa fare domande - prosegue Ranchino:
- Perché sono stati sottoscritti tali contratti?
- Chi era alla presidenza del Centro Studi Città di Orvieto al momento della sottoscrizione dei contratti?
- Perché chi li ha sottoscritti non ha corrisposto i relativi debiti?
- Perché nelle gestioni del Centro Studi Città di Orvieto, come in altri Enti Partecipati, si assumevano impegni di spesa di rilevante importo senza una precisa copertura finanziaria?
- Chi deve pagare quei debiti?
- Il Centro Studi Città di Orvieto, che non ha il danaro per pagarli, cosa deve fare oggi?
- E' giusto che i cittadini di Orvieto siano costretti oggi a pagare le conseguenze di tali scelte?
- Non è forse giusto che a pagare detti debiti sia solo chi li ha prodotti?
- E' giusto favoleggiare di utopici "Centri Universitari" oppure è necessario prendere atto del dissesto vigente nel CSCO come in altri Enti Partecipati e operare con coscienza i dovuti correttivi, chiudendo, solo dove sia assolutamente necessario, centri di costo inutili e rivitalizzando con nuovi progetti solo le attività meritevoli?

La Camera dei Deputati ha licenziato un provvedimento storico, operando l'avvio di una modifica diretta ad introdurre anche nella Carta Costituzionale il pareggio di bilancio. Tale principio, - conclude Ranchino, -  era già esistente nella normativa degli Enti Locali (L. 2000 n. 167) e se tale normativa fosse stata rispettata non ci sarebbe stato bisogno di sottolinearne l'importanza a livello costituzionale e forse la nostra Nazione, e più in piccolo il nostro Comune, sarebbe oggi in condizioni più dignitose."