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"L'Italia torni ad essere fabbrica di cultura". Tenuti gli Stati generali della Cultura a Orvieto

sabato 19 novembre 2011
"L'Italia torni ad essere fabbrica di cultura". Tenuti gli Stati generali della Cultura a Orvieto

Venerdì 18 novembre, nella Sala Convegni del Chiostro di San Giovanni ad Orvieto, un pubblico attento di operatori culturali ha partecipato ai lavori preparatori degli Stati Generali della Cultura, iniziativa promossa dal PD nazionale. "L'Italia torni ad essere fabbrica di cultura" è il filo conduttore degli Stati Generali del PD: è una necessità urgente dopo i tagli e la non-attenzione da parte del governo negli ultimi anni.

L'appuntamento, organizzato dal PD Orvieto, è stata una tappa nel percorso di sensibilizzazione territoriale che, a livello regionale, culminerà con un incontro a Perugia, il 23 novembre, per poi concludersi in un evento nazionale a Roma il 3 e 4 dicembre presso le Officine Marconi.

"Negli interventi di Orvieto, - si legge nel comunicato stampa del Partito Democratico di Orvieto, -  è stata più volte affermata la necessità di ripristinare la dignità del ruolo della cultura e di ricostruire il rapporto tra cultura e cittadino, smarrito o messo in secondo piano nel periodo "dei tagli lineari": ecco il senso dell'iniziativa del PD. (Alessandra Untolini, dipartimento Cultura e Informazione PD).

Per una cultura economicamente sostenibile è necessario che l'attività culturale venga percepita quale parte integrante del tessuto della società; ha le sue basi nella scuola e si sviluppa attraverso il lavoro che proprio la cultura può creare. Per una cultura diffusa è quindi fondamentale l'interazione tra gli interventi pubblici e l'apporto dei privati, anche attraverso la defiscalizzazione dei contributi privati. (Francesco Siciliano, dipartimento Cultura e Informazione PD).

Per Giuseppe Della Fina (archeologo), la centralità della cultura - evidente e necessaria nel saper creare cittadini coscienti e critici - deve ritornare ad essere una delle priorità nella programmazione, sociale ed economica. Già oggi, fatti i conti, i frequentatori dei musei e delle biblioteche superano quelli degli stadi di calcio: perché non tenerne conto? Come del fatto, appurato, che l'immagine positiva dell'Italia all'estero viene immancabilmente connessa a quella della cultura? Nella mancanza, sempre più grave, di risorse economiche, le amministrazioni, a tutti i livelli, hanno le mani legate.

Per Stefania Cherubini (assessore alla Cultura della Provincia di Terni), la sfida odierna è quella di sollecitare un altro modello di sviluppo: fare agire in sinergia tutte le potenzialità di un territorio come anche quello ternano e, cioè, collegare il turismo e la cultura; l'innovazione con il patrimonio culturale non ancora valorizzato.

"La cultura non è un freddo spread economico", ha sottolineato Fabio Narciso (segreteria provinciale PD Terni), ma certamente ne risente, e non potrà più essere gestita dai singoli enti. Ha bisogno, anche a livello territoriale, di una promozione integrata, di una concentrazione degli sforzi, anziché della dispersione nella promozione di eventi parcellizzati.

Carlo Emanuele Trappolino (deputato PD) ha chiuso gli interventi sottolineando il merito del Partito Democratico per aver creato, attraverso gli Stati Generali della Cultura, l'opportunità di discutere del ruolo de "il bello, il buono, il giusto, il vero" nella nuova fase che oggi si apre in Italia. "L'egoismo culturale degli ultimi anni ha prodotto un conformismo diffuso e dei modelli culturalmente ed economicamente fallimentari di cui ora dobbiamo sapere prendere le distanze".