politica

Introduzione dei ticket sanitari in Umbria. Parla l'assessore alla sanità regionale Franco Tommasoni

mercoledì 21 settembre 2011

"L'introduzione dei ticket sanitari in Umbria non deriva da una strategia o da una scelta della Regione, ma ci viene imposta dalla legge nazionale del 2007 che prevede la compartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni sanitarie e dal Governo che, con la manovra finanziaria di luglio, ha azzerato i trasferimenti al Fondo sanitario nazionale con cui veniva coperto il potenziale gettito e ripristinato il provvedimento".

Lo ha ribadito l'assessore regionale alla Salute, Franco Tomassoni, illustrando insieme al direttore regionale alla Salute e coesione sociale Emilio Duca le modalità di applicazione della delibera con cui, il 5 agosto scorso, la Giunta regionale ha rimodulato la partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie "secondo una distribuzione in base al reddito, il più equa possibile".

All'Umbria, considerando che ogni anno sono 1 milione e 53mila su un totale di 3 milioni e 800mila le ricette per la specialistica ambulatoriale di cittadini non esenti, è richiesto un gettito finanziario presunto annuo di 10 milioni e mezzo di euro.

"Sono in corso gli incontri con i Ministeri delle Finanze e della Salute per la validazione del piano di rimodulazione che abbiamo predisposto - ha riferito l'assessore - ed auspichiamo che la prossima settimana si possa giungere all'accordo definitivo. Allo stesso tempo, prosegue la lotta che abbiamo intrapreso fin da subito, insieme alle Regioni Veneto, Toscana, Emilia Romagna e alle Regioni a Statuto speciale, per l'eliminazione del ticket così come imposto dal Governo. L'Umbria - ha aggiunto - sta valutando anche la possibilità di ricorrere alla Corte costituzionale, mentre continua a sostenere la proposta di sostituire il ticket sanitario con un'accisa sul costo delle sigarette".

Intanto, da lunedì 29 agosto, in Umbria è entrato in vigore il primo dei provvedimenti del piano, con l'adeguamento del nomenclatore tariffario. "La nuova tariffa - ha tenuto a precisare Tomassoni - non è stata applicata prima di tale data tanto che la Regione ha deciso di non far versare, come avrebbe potuto, la somma integrativa ai cittadini che hanno già pagato al momento della prenotazione per la prestazione effettuata dal 29 agosto in poi".

Dal 12 settembre entrerà in vigore l'intero piano, che prevede l'introduzione di ticket sui farmaci e sulla specialistica ambulatoriale. Per questa seconda voce, sono previste tre misure. "La prima - ha spiegato il direttore regionale Emilio Duca - riguarda l'applicazione di una quota fissa sulle ricette che hanno un valore superiore a 10 euro, escluse la Tac e la Risonanza magnetica, da 5 euro per chi ha un reddito familiare ai fini fiscali tra 36mila e 70mila euro fino ai 15 per chi supera i 100mila euro. Viene introdotta poi una quota fissa sulle impegnative per Tac e Risonanza magnetica, sempre differenziata per fasce di reddito, da un minimo di 10 a un massimo di 34 euro. Infine, è stato fatto un adeguamento tariffario, in vigore da lunedì scorso, senza alcuna retroattività".

Sono comunque esclusi dal pagamento i cittadini finora esenti a qualunque titolo (per età e reddito, invalidità, patologie) e coloro che hanno un reddito fiscale fino a 36151,98 euro. In questa prima fase di applicazione di un piano "complesso e complicato", ai cittadini verrà chiesto di autocertificare il reddito del nucleo familiare ai fini fiscali, compilando un apposito modulo in cui sono indicate le fasce di reddito individuate dalla Giunta regionale per la modulazione della compartecipazione al costo della prestazione sanitaria. A ciascuna fascia corrisponderà un codice che verrà apposto sulla ricetta, su cui il cittadino apporrà la sua firma. In caso di specialistica ambulatoriale, un'altra firma dovrà essere apposta sul foglio di riepilogo della prestazione, che recherà anche una autodichiarazione della fascia di reddito.

"Per rendere ancora più equa la compartecipazione - hanno sottolineato Tomassoni e Duca - verrà presa in considerazione la certificazione Isee, al momento però modulata solo per le prestazioni sociali agevolate e non ancora per quelle sanitarie. È stato inoltre già costituito un Tavolo per informatizzare, e quindi rendere più semplice per il cittadino se questo balzello non sarà ritirato, l'esenzione o meno dal ticket prevedendo di introdurre i dati intanto nell'Anagrafe sanitaria regionale e poi nella tessera sanitaria".
"Per fare chiarezza sulle modalità di introduzione del ticket e sgombrare il campo da ogni allarme e confusione - ha detto Tomassoni - la prossima settimana partirà una campagna informativa che coinvolgerà anche i medici e i farmacisti con le cui organizzazioni rappresentative è stata attivata una proficua collaborazione e da cui è stata espressa la più ampia disponibilità".

Martedì prossimo, secondo quanto concordato, la circolare applicativa del piano di rimodulazione del ticket sanitario sarà sottoposta a una valutazione congiunta tra Regione e categorie al fine di rendere "il più chiara possibile l'applicazione e limitare al massimo i disagi per i cittadini". Un gruppo di lavoro "monitorerà le problematiche che si verificheranno e cercherà di risolverle - ha detto ancora l'assessore regionale - mentre sono stati già avviati gli incontri con Equitalia e il Ministero delle Finanze per le verifiche e i controlli necessari".

Tomassoni ha tenuto a ribadire che "non c'è alcun nesso tra l'introduzione del ticket e la spesa sanitaria dell'Umbria, che tra le pochissime Regioni a poter vantare un alto livello qualitativo del sistema sanitario con i costi più bassi. Siamo comunque impegnati - ha ricordato - ad ottimizzare la spesa sanitaria e a questo scopo abbiamo già individuato strategie ed azioni, tenendo conto anche degli ulteriori, pesanti tagli dei trasferimenti statali, pari a 38 milioni nel 2013 e 82 milioni nel 2014".


Questa notizia è correlata a:

Ticket Sanitari. Ressa alle Farmacie umbre per la compilazione dell’autocertificazione. Un po' di chiarezza