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Edilizia scolastica. La vicepresidente della Regione Casciari: "Per l'Umbria nessun finanziamento da parte del Governo"

martedì 20 settembre 2011
Edilizia scolastica. La vicepresidente della Regione Casciari: "Per l'Umbria nessun finanziamento da parte del Governo"

"La cronica mancanza di risorse per l'edilizia scolastica è un ulteriore problema che ricade sui nostri ragazzi alla ripresa della scuola". Ad affermarlo è la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, rendendo noto di aver appreso dalla Commissione Istruzione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, che "non si prevede alcun trasferimento di risorse per la maggior parte delle Regioni italiane, compresa l'Umbria, ad eccezione di quelle del Sud che potranno contare sui 400 milioni di euro previsti dal Governo nel secondo programma stralcio per lo sblocco dei fondi FAS".

"E' un problema in più - ha detto Casciari - che si dovrà affrontare in questo anno scolastico iniziato con difficoltà, che ha visto le famiglie impegnate in spese crescenti e i ragazzi costretti a seguire le lezioni in spazi sempre più ridotti. 

In questo contesto si inserisce anche la mancanza di risorse per l'edilizia scolastica: "Dai dati pubblicati proprio in questi giorni dai quotidiani nazionali e tratti da un'indagine relativa alla condizione di sicurezza degli edifici scolastici commissionata dai Ministri Tremonti e Gelmini a seguito del crollo nel 2008 nella scuola di Rivoli (Torino, emerge un quadro preoccupante per il rischio che gli studenti, gli insegnanti e il personale ATA, corrono quotidianamente quanto entrano a scuola.

Secondo l'indagine - aggiunge Casciari - in Umbria il rischio è del 32,1 per cento, un dato in linea con quello nazionale che registra come solo il 30 per cento del patrimonio immobiliare scolastico, possieda i requisiti richiesti dalla legge". "A seguito del grave incidente che provocò la morte di uno studente, - ha proseguito la vicepresidente - il Ministero commissionò con urgenza un monitoraggio e la ricognizione del patrimonio scolastico. Contestualmente, furono trasferiti alle Regioni i fondi per la messa in sicurezza e per la prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi, anche non strutturali, come ad esempio controsoffitti, telai e impianti elettrici.

La Regione Umbria - continua - ricevette finanziamenti per il primo programma straordinario, pari a 6.732.000 euro, fondi che furono utilizzati, insieme a quelli che la Giunta regionale stanzia annualmente per interventi di ristrutturazione e per la messa in sicurezza degli edifici che necessitavano interventi urgenti di manutenzione. A loro volta le Regioni, insieme ad ANCI e UPI, hanno chiesto formalmente al Governo che vi fosse maggior certezza nella continuità del finanziamento statale, così come previsto dalla Legge '23/96' e, allo stesso tempo, che i fondi del secondo piano stralcio da adottare con una delibera CIPE, fossero resi disponibili immediatamente e utilizzabili anche per interventi di tipo strutturale".

"Nel documento politico - precisa - le Regioni chiedevano anche che la lista degli interventi urgenti fosse condivisa con gli Enti Territoriali, come indicato dalla legge 23/96, e che le risorse fossero assegnate direttamente agli stessi enti proprietari degli edifici scolastici, data anche la straordinarietà dell'intervento".
"La sollecitazione delle Regioni è stata pressoché inutile - continua - e la messa in sicurezza degli istituti scolastici ricadrà interamente su alcune Regioni che, con grande difficoltà, cercheranno di rispettare la programmazione regionale finanziando gli interventi con risorse proprie sempre più esigue. La Giunta regionale - ha concluso - si impegnerà comunque a mantenere in bilancio le voci destinate alla sicurezza degli edifici scolastici, proseguendo l'opera di ristrutturazione e revisione dell'esistente insieme a Comuni e Province direttamente competenti in materia di edilizia scolastica".