politica

Sciopero dei sindaci. In Umbria unanime l'adesione all'appello dell'ANCI

venerdì 16 settembre 2011
Sciopero dei sindaci. In Umbria unanime l'adesione all'appello dell'ANCI

I sindaci delle città dell'Umbria hanno risposto alla mobilitazione dell'Anci per protestare contro i contenuti della manovra del governo, soprattutto per quanto riguarda il taglio dei trasferimenti ai Comuni. E' stato definito lo "sciopero" dei sindaci d'Italia, e come tale non ha precedenti.

I 92 primi cittadini umbri, come ha riferito Wladimiro Boccali, sindaco di Perugia e presidente regionale dell'Anci, hanno aderito senza eccezioni, anche se non tutti erano fisicamente presenti all'incontro che si è tenuto nella sala dei Notari. Oltre ai sindaci hanno preso parte all'iniziativa, anche membri delle diverse giunte, consiglieri comunali, rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria.

Nel suo intervento Boccali, che ha aperto la manifestazione, ha ribadito le ragioni della protesta "contro una manovra sbagliata, recessiva, che non aiuta la ripresa, e che deve essere cambiata". Il sindaco di Perugia ha aggiunto che la simbolica riconsegna ai Prefetti delle deleghe su anagrafe e stato civile, con i relativi uffici chiusi nel corso della mattinata, "significa che non possiamo più svolgere servizi essenziali per i cittadini, e lo stesso stanno facendo le Regioni per quanto riguarda il trasporto pubblico". Boccali ha ricordato anche che la manovra "è la terza in dodici mesi, e tutte hanno inciso pesantemente sui bilanci dei Comuni". Infine, piena disponibilità sul riordino istituzionale "che però va rimesso sui binari giusti", e difesa delle istituzioni locali per quanto riguarda i costi della politica: "non facciamo di ogni erba un fascio: altra cosa sono onorevoli e ministeri".

A quello di Boccali è seguito l'intervento del vice presidente dell'Anci regionale, Stefano Bigaroni, sindaco di Narni, e di alcuni rappresentanti di Cgil, Cisl, Terzo settore, Confcommercio, Cna, Confesercenti e Associazione Industriali.

La mobilitazione era stata decisa all'unanimità dal Comitato direttivo dell'Anci.

In un documento, l'Anci, inoltre, aveva sottolineato "lo stato di profondo disagio che oggi i sindaci e gli amministratori locali di ogni colore politico stanno vivendo. I tagli ed il patto di stabilità bloccano ogni possibilità di migliorare le città ed i municipi, soffocano le imprese e obbligano a scegliere fra aumento della pressione fiscale e riduzione dei servizi. Tutto questo porterà ad una ulteriore contrazione della crescita e renderà ancora più poveri i cittadini, le famiglie e le imprese".

Alla protesta nazionale hanno aderito anche Conferenza delle Regioni e UPI. Sono previste anche altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzione per gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull'organizzazione istituzionale dei piccoli Comuni (5800 su 8000 totali).