politica

Mense scolastiche: un po' di verità fa bene! Pasquale Graziani, ex dirigente del Comune di Orvieto, fa chiarezza sulle affermazioni del Consigliere delegato Pizzo

venerdì 16 settembre 2011

Il clamore di questi giorni riguardo al costo del servizio di mensa scolastica ed in particolare l'articolo del consigliere comunale Piergiorgio Pizzo mi obbligano moralmente a dare delucidazioni sul merito perché dovrebbe essere noto ad un Amministratore che gli atti di gestione sono di competenza dei dirigenti dei rispettivi settori (concorsi, appalti, concessioni, ecc...) e non già del Sindaco o degli Assessori, né tantomeno dei Consiglieri.
Io sono il dirigente del Comune che nel 2007 ha curato la gara di appalto a livello comunitario per l'affidamento esterno del servizio di preparazione e distribuzione dei pasti nelle scuole dell'infanzia, nelle scuole "elementari" e nelle scuole "medie".

Gli atti propedeutici all'appalto, come il contratto sono pubblici e sono a disposizione di tutti i cittadini e dicono cose diverse da quelle affermate dal consigliere Pizzo.

1. E' falsa e non rispondente a nessuna clausola contrattuale la sua seguente affermazione: una "meravigliosa" clausola capestro per il Comune che prevede, qualora non venga erogato nessun pasto, il pagamento, a carico della comunità orvietana, comunque, di alcune centinaia di migliaia di euro.

2. E' vero che una clausola del Capitolato d'appalto prevede l'uso gratuito dei locali dell'ex mensa ospedaliera perché all'epoca (giugno 2007) il Comune non pagava nessun affitto all'ASL e conseguentemente non poteva essere prevista una clausola di pagamento d'affitto per soggetti terzi. Ho comunque inserito prudentemente un'altra clausola che prevede, in caso di non disponibilità dell'ex mensa ospedaliera, l'obbligo per l'appaltatore di attrezzare a sua cura e spese un'altra sede della cucina centralizzata. Al riguardo non so che cosa abbia fatto l'attuale Amministrazione.

3. E' vero che le utenze erano contrattualmente a carico del Comune, quale affidatario dell'immobile ex Ospedale, in quanto le stesse erano uniche per l'intero complesso e costosissime per essere separate. Va considerato comunque il fatto che, essendo tutto chiaramente specificato nel capitolato della gara, la situazione era senz'altro all'attenzione dell'offerente per una determinazione del prezzo a maggior favore per il Comune.

4. E' falso che il Comune pagasse 360.000 euro all'anno per l'affitto dei locali cucina. La questione affitto è venuta a determinarsi in seguito alla gara e l'affitto annuo è stato stabilito (così credo) dall'Ufficio Tecnico Erariale per l'intero Ospedale, ma del quale le cucine rappresentano circa una cinquantesima parte della superficie dell'intero immobile.

5. E' falso che il sottoscritto abbia "furbescamente mascherato previsioni sottostimate" perché non rientrava nella personale condotta etica e professionale costituire debiti fuori bilancio, anzi sono stato il primo a chiedere all'Amministrazione dell'epoca di accertarli (chiedere al Sindaco Mocio o leggere a pag. 282-283 il libro di C. Lattanzi "Orvietopoli").

6. E' assolutamente falso che un Comune dovrà sopprimere tutti i servizi non coperti dalla contribuzione individuale. L'affermazione appare estremamente grave dal punto di vista politico, amministrativo e sociale e può essere solo osservata come sfogo "imposto da questa scellerata manovra di fine agosto" (sic! dall'articolo di Pizzo).

Brevemente vorrei segnalare la qualità del servizio di Mensa Scolastica (non certo per merito mio) che viene da lontano: chi vuole ha la possibilità di verificare di persona perché il contratto di appalto ed un apposito regolamento consentono a chi interessato di poter andare dal Dirigente Scolastico e chiedere di assaggiare tutte le pietanze del menù del giorno senza alcun preavviso e con diritto di accesso alla mensa lo stesso giorno. Al termine il genitore deve compilare un modulo con valore di report che viene trasmesso all'appaltatore ed al Comune (quando ero in servizio una mamma ha mangiato a scuola per 16 volte!). Infine voglio ricordare a chi lo avesse dimenticato che le clausole del contratto di appalto prevedono anche cibi biologici certificati, pasti interamente biologici, menu costruiti dalla Commissione mensa formata dal Pediatra di Comunità, dai rappresentanti degli insegnanti e dei genitori che, fra l'altro, hanno diritto di libero accesso, quando vogliono, nella cucina centralizzata.
Un'ultima annotazione da cittadino impegnato ancora nel sociale: i pasti erogati ogni anno sono pressoché corrispondenti al numero dei visitatori del Pozzo di San Patrizio ed allora si potrebbe facilmente reperire un euro per ogni pasto, abbassando così un costo che attualmente è esagerato anche rispetto al corrispettivo spettante alla ditta appaltatrice (€, 5,11 a pasto - IVA compresa).

Pasquale Graziani: già Dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Orvieto