politica

Marini e Vinti sulla manovra economica: "Un provvedimento inaccettabile. I parlamentari umbri facciano la loro parte"

lunedì 22 agosto 2011

L'assessore regionale Stefano Vinti condivide l'analisi e le perplessità manifestate dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, sulla manovra del Governo. Per Vinti si tratta di "una manovra fortemente iniqua, che vessa una volta di più i ceti meno abbienti, che mette sotto attacco lo stato sociale e le ultime garanzie del lavoro, senza stimoli per una ripresa economica. Una manovra che non si presenta né credibile, né efficace, come ben ci mostra l'andamento dei mercati".

Allo stesso modo l'assessore ritiene opportuno il richiamo fatto dalla presidente ai parlamentari umbri, chiamati a fare la loro parte nella delicata fase del provvedimento che oggi inizia il suo iter. "E' necessario - sostiene Vinti - che deputati e senatori dell'Umbria si impegnino anche nel farsi portavoce della richiesta di una riforma organica dello Stato. Non si può infatti essere d'accordo con proposte che appaiono estemporanee e demagogiche e che per nulla gioverebbero ai conti pubblici. Ben venga - per l'assessore - un riordino istituzionale del Paese, basato su proposte concrete e di più ampio respiro. Ci si chiede perché il limite di 300 mila abitanti, o peggio, il criterio dei Km quadrati. Più che fondato il sospetto che il tutto sia solo a favore della salvaguardia di qualche provincia del nord".

Questa settimana la manovra del Governo arriverà all'esame delle Commissioni in Senato e l'Umbria viene colpita non solo, come già da anni, con forti tagli alla spesa pubblica, ma anche con la soppressione di una delle sue due province. "Una situazione inaccettabile contro la quale politici ed amministratori dell'Umbria hanno il dovere di reagire. E' il momento che le forze sociali, economiche e culturali si mobilitino a difesa degli interessi generali del Paese, dell'Umbria e delle classi sociali più deboli. C'è ancora spazio - conclude Vinti - per una battaglia che cambi il segno di questa manovra che è soltanto di macelleria sociale".