politica

Il PDCI Orvieto interviene sulle norme che regolano il mondo venatorio. Proposte e commenti

martedì 21 giugno 2011
Il PDCI Orvieto interviene sulle norme che regolano il mondo venatorio. Proposte e commenti

Il PDCI Orvieto interviene sul vasto movimento di opinioni che in questi giorni sta analizzando il mondo venatorio proponendo alcune ipotesi e vagliando alcune norme.

"La caccia, o mondo venatorio, auspicano che le leggi e l'approvazione di norme che disciplinano l'attività venatoria offrano al più presto un valido strumento normativo al cacciatore in maniera che questi diventi l'elemento più importante di tutta la gestione, - afferma la segreteria del partito.

Tra queste norme le modifiche di grande interesse e più attese sono senza dubbio quelle riferite alla caccia al cinghiale. Infatti, per praticare una gestione decentemente corretta della specie prima richiamata sono necessarie:
1) Eliminare la caccia in forma singola al cinghiale all'interno dei settori individuati per la stessa specie;
2) Praticare la caccia al cinghiale nelle zone non vocate e aree bianche solo ad appostamento, con le stesse modalità per la forma associata (Verbale, marcatura sul tesserino venatorio, solo cartucce a palla, giubbetto ad alta visibilità etc.);
3) I cacciatori iscritti alla squadra non possono cacciare il cinghiale in forma singola;
4) Rappresentanza nella valutazione dei danni all'agricoltura.

Tutto questo sembra utopistico, - continua la nota stampa, - perché lobby di potere e decisioni politiche blindate e non partecipate, hanno in questi ultimi tempi acuito il rapporto già poco idilliaco tra una parte del mondo venatorio e le istituzioni a qualsiasi livello. Si ricorda a titolo d'informazione che l'assegnazione dei settori ha con certezza messo a disposizione del territorio per le altre forme di caccia in sicurezza (Basta ricordare la tabellazione del perimetro del settore che individua perfettamente dove caccia la squadra).

Altra richiesta non meno importante della prima è la gestione totale della specie all'interno del distretto d'iscrizione della squadra. (Devono essere le stesse squadre iscritte con alcuni dei loro membri e con un'abilitazione alla caccia di selezione, a intervenire qualora i danni all'agricoltura superino i limiti massimi consentiti.)

Altro argomento, l'aumento della quota d'iscrizione all'ATC di residenza venatoria n° 3 che passa dalle attuali 25,82 euro a 51,64 euro. A grandi linee potrebbe essere il meno male se fossero realizzate le opere, le strutture e soprattutto i programmi illustrati in una convention a San Gemini nel mese di Maggio u.s. Inoltre in virtù dell'aumento ATC il Partito dei Comunisti Italiani chiede di abolire la quota d'iscrizione delle squadre all'ATC tre pari a euro 250,00. (questa tassa nata come una tantum nel 2008 per il rimborso delle spese di cartografia e modulistica, è rimasta come balzello per tutti gli anni a seguire senza giustificato motivo.)

In ultima analisi, - si conclude, - una riflessione ripropone il fatto che l' ATC o Ambito Territoriale di Caccia è rappresentanza del mondo venatorio, delle Istituzioni , del mondo agricolo e ambientalista per cui dovrebbe tutelare gli interessi dei cacciatori e non contro di essi ma soprattutto tutelare chi dona la propria disponibilità al volontariato."