politica

Stella (Gianni) chiama, il PD risponde. "La vera emergenza: il futuro che manca"

sabato 28 maggio 2011
Stella (Gianni) chiama, il PD risponde. "La vera emergenza: il futuro che manca"

Dopo il rilancio sul dibattito cittadino del tema ex Caserma Piave da parte di Gianni Stella, il Partito Democratico di Orvieto interviene al dibattito sollecitato e fa il punto della situazione:

"Un paio di settimane fa è stato lanciato sulla stampa un dibattito particolarmente acceso sui problemi che riguardano questioni significative per lo sviluppo socio - economico per la città di Orvieto.
Ad accendere la miccia furono tre domande poste dal Dott. Gianni Stella all'Amministrazione della città, ma anche all'attuale minoranza, in particolare al Partito Democratico di Orvieto.
Rispondiamo alle tre domande in forma sintetica, affinché non vi siano fraintendimenti sulla posizione del nostro partito.

Successivamente, però, a beneficio di " chi ne volesse sapere di più" ritorniamo sui singoli punti, per dare completezza di informazione e per rendere questa occasione di confronto un'opportunità per tutti di documentarsi sulle importanti vicende della nostra città.
Riteniamo - e ribadiamo - che alla base di tutte le questioni che riguardano la città c'è l'assoluta necessità di disegnare un progetto che tracci con lungimiranza lo sviluppo futuro con un piano pluriennale. E non, come invece è accaduto negli ultimi due anni, collezionare singole azioni "tappa - buchi" tra loro scollegate.

1. Ex Caserma Piave
Nessuna ragione economica-culturale-psicologica-normativa, per riprendere l'esatta domanda del dott. Stella, ci impedisce di vendere la Caserma Piave, purchè si sappia preventivamente quale uso l'acquirente sia autorizzato a farne e purchè il tutto avvenga con metodi di partecipazione ormai di consuetudine in tutte le realtà urbanistiche avanzate.
2. Gestione dei rifiuti
Abbiamo votato in Consiglio comunale, lo scorso 27 dicembre, una delibera (n. 140) con la quale si incaricano Sindaco e Giunta di dare avvio alla raccolta differenziata spinta, al riutilizzo delle materie prime seconde e alla tutela dei calanchi.
3. Riordino della viabilità e allargamento della zona pedonale
L'argomento va trattato in maniera diversa a seconda che ci si riferisca alle frazioni o al centro storico, considerando le evidenti diverse esigenze di circolazione e di fruibilità da parte dei residenti. Comunque, siamo favorevoli alle Zone a Traffico Limitato (ZTL), alle isole pedonali e a tutte le forme di moderazione del traffico, da realizzare in modo più ampio possibile compatibilmente alle norme del codice della strada.

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PER SAPERNE DI PIU'

1. Ex Caserma Piave
a) Trattandosi di un bene molto importante per il centro storico, oltre alla necessità di non svendere l'immobile ci siamo posti il problema del suo uso successivo, che potrebbe incidere in maniera significativa sull'assetto socio-economico della Città. Per questo avevamo ritenuto fondamentale porre alcune condizioni all'acquirente.
b) Siamo consapevoli che un imprenditore non acquista per realizzare idee di altri; siamo però altresì consapevoli che un uso non appropriato di un bene di tale impatto sulla città, potrebbe snaturare la vocazione della città stessa. Questa è la ragione giustificativa del contenuto del bando pubblicato nel 2009 e in questo siamo perfettamente in linea con quanto unanimemente condiviso da amministratori pubblici di numerose altre città, che hanno aree dismesse o dismettibili nel cuore della città stessa e che, come noi, hanno il problema della riqualificazione o della collocazione sul mercato. Proprio perché il problema non è di facile soluzione, Enti pubblici, società immobiliari, imprenditori di vari settori e studi tecnico-professionali hanno dato vita ad un'associazione denominata AUDIS (Associazione aree Urbane Dismesse), con lo scopo di creare ad altissimo livello professionale un patrimonio di comune conoscenza per "promuovere l'uso economicamente più efficiente e socialmente più equo delle aree dismesse". In sostanza, la vendita di un'area dismessa come la ex Caserma Piave, che occupa il 20% del centro storico, non può essere un'operazione solo polarizzata a ripianare il bilancio, ma è anche una questione urbanistica, architettonica, economica, sociale, i cui effetti incidono fortemente sulla natura della Città.
c) Conosciamo anche noi le regole del mercato e per questo siamo partiti con le più convenienti condizioni per la Città, pur sempre ragionevoli, disposti ovviamente a cercare il punto di equilibrio tra domanda e offerta se il mercato non avesse risposto come noi avremmo voluto. Il comportamento di un amministratore pubblico, che in quanto tale gestisce beni di tutti e deve cercare di massimizzare l'interesse collettivo, è certamente diverso da quello di un privato che può fare dei suoi beni l'uso che vuole e gestirne la vendita come meglio egli crede. Come è diverso da quello di un manager, che risponde agli azionisti quasi sempre solo in termini di remunerazione del loro capitale investito.
d) In ogni caso, la questione negli ultimi due anni è stata gestita direttamente dal Sindaco Concina e dalla sua Giunta.
e) Solo da alcune notizie di stampa abbiamo saputo di colloqui e trattative preliminari tra il Sindaco Concina e alcuni imprenditori interessati alla ex Caserma Piave, ma non ci è stato dato di sapere chi fossero questi imprenditori e quale fosse lo stato della trattativa.
f) Riteniamo comunque doveroso ricordare alla collettività, che il programma elettorale, con il quale Antonio Concina si è presentato alla Città, sulla questione in esame dice testualmente: "Per la Caserma Piave non sarà prevista in alcun modo l'opzione di vendita". Non sappiamo quanto per convinzione o per creare consenso elettorale.
g) Il nostro metodo e le nostre idee a riguardo sono chiare a tutti perché rese pubbliche attraverso il bando e i numerosi incontri con la cittadinanza, delle cui osservazioni abbiamo e faremo sempre tesoro. Il nostro è un metodo diverso da quello adottato dal Sindaco Concina.

2. Gestione dei rifiuti
a) La raccolta differenziata è un'iniziativa nata con la precedente amministrazione comunale. Avevamo progettato anche una serie di interventi che avrebbero dovuto creare la cultura della difesa ambientale anche attraverso la diretta partecipazione dei cittadini al problema dei rifiuti, nella consapevolezza che quanto più elevata è la coscienza civica tanto maggiore è il risultato che si ottiene, in questo come in qualsiasi altro settore della comune convivenza (viabilità, trasporti, servizi sociali). Diversamente dai nostri progetti, l'attuale Amministrazione comunale si è limitata alla sola presentazione dell'operazione.
b) La difesa dei calanchi, oltre che nell'atto di indirizzo votato lo scorso 27 dicembre, è stata ripresa da una componente del Gruppo Consiliare del nostro Partito che ha presentato pubblicamente un ordine del giorno per il prossimo Consiglio comunale.
c) A difesa del nostro territorio, del bene comune e degli interessi collettivi, il nostro Partito, che è minoranza in Consiglio comunale, utilizza gli strumenti che la democrazia mette a disposizione; per questo abbiamo approvato la mozione del 27 dicembre che impartiva alla Giunta una precisa direttiva politica: avviare una variante urbanistica per la tutela dei calanchi. "La Giunta non ha fatto un bel niente": non siamo noi a dirlo, ma il Consigliere Pierluigi Leoni del PDL, con un editoriale del 22 maggio scorso. Quanto all'attività di sollecito che potrebbe svolgere la Commissione di controllo e garanzia, va detto che i lavori sono stati paralizzati proprio da un rappresentante dell'attuale maggioranza.

3. Riordino della viabilità e allargamento della zona pedonale
A. Frazioni
Alcune frazioni del Comune di Orvieto risentono in maniera pesante del traffico di attraversamento. In particolare Sferracavallo, Orvieto Scalo, Ciconia, ma anche i centri abitati lungo le strade provinciali. Per queste situazioni il Partito Democratico ritiene che si debba avviare la realizzazione della complanare e della variante di Sferracavallo, portare a compimento l'iniziativa del casello autostradale Orvieto Nord; per le altre aree che presentano criticità relativamente al traffico di attraversamento, si deve procedere con tutte le altre forme di moderazione del traffico che sia possibile adottare compatibilmente con quanto previsto dal codice della strada.
A riguardo non ci si deve inventare nulla, è sufficiente seguire i criteri già largamente sperimentati, peraltro da quasi 40 anni ormai, nei Paesi che hanno fatto della convivenza nei centri urbani tra auto e utenti deboli della strada la loro battaglia di civiltà. A partire dall'Olanda, dove nel 1971 la Città di Delft adottò il primo "woonerf" (la strada abitabile), un'area dove ciclisti e pedoni hanno sempre la precedenza sulle auto; per seguire poi l'esempio della Francia, con il criterio della "ville plus sûre" (città più sicura); dell'Austria, che nella Città di Graz per prima adottò la c.d. Zona 30, con la quale si realizzava la moderazione del traffico attraverso forme di intervento urbanistico
(attraversamenti pedonali rialzati, diversa pavimentazione stradale nelle aree di rispetto).

B. Centro storico
Se fosse possibile ci piacerebbe avere l'intero Centro storico pedonalizzato. Vanno tenute in considerazione però le esigenze dei residenti, le necessità degli esercizi commerciali, l'accessibilità di visitatori e turisti.
Certamente siamo favorevoli all'estensione della ZTL (Zona a Traffico Limitato) e alla creazione di altre isole pedonali, affinché si liberi quanto più possibile la Città dalla circolazione delle auto.
La Città di Siena, che il dott. Stella cita nella sua domanda, fu la prima Città in Europa, nel 1962, a creare la ZTL. I commercianti allora fecero una forte resistenza, ritenendo che ciò avrebbe scoraggiato i turisti e gli stessi senesi provenienti dalla periferia e dal circondario; solo nel tempo apprezzarono l'elevato valore di tale iniziativa. Se oggi l'Amministrazione Comunale di Siena togliesse la ZTL ci sarebbe la stessa forte resistenza, uguale e contraria.

In ogni caso, il progetto di mobilità alternativa, adottato con grande lungimiranza dall'Amministrazione comunale negli anni '80, è la nostra risposta concreta alla domanda. Un progetto che prevedeva i due parcheggi di Foro Boario e Via Roma, con la realizzazione dell'ascensore e della scale mobili e la circolazione di due linee pubbliche urbane; il parcheggio alla stazione ferroviaria con il ripristino della funicolare; la ZTL e le isole pedonali."