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Comune di Orvieto. Passa a maggioranza il conto consuntivo 2010: -1 milione di euro sulla carta, ma di fatto -10

venerdì 29 aprile 2011
di Laura Ricci
Comune di Orvieto. Passa a maggioranza il conto consuntivo 2010: -1 milione di euro sulla carta, ma di fatto -10

Passa in Consiglio comunale a Orvieto, con il voto favorevole della maggioranza e quello contrario del centro sinistra, il conto consuntivo del 2010. Pari a - 1.135.246 lo sbilancio, che dovrà essere colmato con apposita voce in sede di bilancio preventivo 2011. Dopo la forte impennata del consuntivo 2009, in sbilancio negativo di oltre 6 milioni di euro per l'emergere di partite straordinarie di debito (Cofathec, aumento quote del SII, interessi Swap), lo squilibrio torna grosso modo a quello dell'epoca Mocio ( - 1.549.889 nel 2008). E, nonostante le previsioni sulla carta, di fatto la situazione continua ad essere molto grave perché il deficit al momento reale, che come è noto si aggira intorno ai 10 milioni di euro, viene colmato con vendite e bandi che ancora non hanno avuto esito positivo.

La relazione dell'assessore al bilancio Maurizio Romiti ha messo in evidenza come sui conti del Comune continuino a pesare gli interessi per gli oltre 56 milioni di mutui e prestiti e come l'energica "cura dimagrante" sulle spese correnti, limitate a 22 milioni e 350 mila euro dallo sfondamento, nel 2009, del patto di stabilità, abbia ulteriormente aggravato il problema strutturale del Comune di Orvieto: scarse entrate rispetto alle necessità. Le misure draconiane per tendere all'equilibrio di bilancio, fatte essenzialmente di tagli, sono state aiutate dalla riduzione del personale dipendente, che è passato dalle 204 unità del 2008 alle 186 del 2010.

"Oggi è il primo rendiconto di un percorso che durerà tre o quattro anni, - ha affermato tra l'altro Romiti - stiamo facendo lo sforzo di mettere in equilibrio il bilancio dell'anno in corso, cosa molto difficile. Non è certo quel che l'amministrazione aveva sperato prendendo la guida della città, ma nel giro di tre anni pensiamo di arrivare all'equilibrio". Romiti non ha certo nascosto di pensare, per il salvataggio dei conti, da un lato alle vendite di beni immobili, dall'altro a una maggiore redditività dei beni. Ma è la mancanza di chiarezza e di un progetto di aumento delle entrate e di sviluppo per la città che il centro sinistra continua a rimproverare alla Giunta Concina e alla maggioranza che la sostiene; ed è questo, oltre che la contrarietà ai drastici tagli su sociale e cultura, il motivo principale che ha spinto i gruppi di centro sinistra a votare contro il consuntivo 2010.

Moscetti (PD) ha parlato di tagli assurdi, portando tra l'altro ad esempio la riduzione del contributo al Centro Studi "Città di Orvieto", passato da 40 mila a 10 mila euro; Ricci (PD) di tagli, tasse e aumento della crisi delle famiglie senza con questo arrivare a un vero risanamento; Cecilia Stopponi (PRC) ha messo in evidenza gli effettivi 10 milioni di euro di sbilancio che renderanno molto difficile ragionare in fase di bilancio preventivo e ha messo in guardia contro le semplificazioni della destra sugli sprechi che il centro sinistra avrebbe fatto per mantenere lo stato sociale, forte anche il suo appunto sull'assenza di progettualità e di una politica di maggiorazione delle entrate.

Dura la replica di Angelo Ranchino (OL), che ha sottolineato che il progetto di sviluppo dell'amministrazione è risanare, "cercare di fare in modo - ha affermato - che il progetto di sviluppo della precedente amministrazione non faccia più danni". E, tra i cosiddetti "danni", ha citato i bilanci in passivo di Centro Studi, Te.Ma, Consorzio Crescendo, oltre che la gestione deficitaria di Palazzo dei Congressi.

Inevitabile il ricorso alle vendite secondo Leoni (PdL), che ha denunciato come, a suo avviso, il grave deficit del Comune di Orvieto venga da anni di gestione disinvolta, fatta di spese fatturate tardivamente o fatturate e occultate per far quadrare i conti, nodo venuto al pettine proprio nel fatidico 2009.

Politiche le considerazioni di Mariani (PD), che ha evidenziato come, a parte l'eccezionale annata 2009, il disavanzo sia grosso modo lo stesso degli anni precedenti, ma con bandi non realizzati e non andati a buon fine, oltre che con metodi molto disinvolti, come ad esempio lo stralcio della rata degli Swap, per arrivare a questo risultato.

Dopo l'adempimento del conto consuntivo, su cui i revisori dei conti non hanno mancato di fare sostanziosi rilievi, la partita vera si gioca ora sul bilancio preventivo 2011, che sarà in discussione tra qualche settimana. Tra le criticità evidenziate dai revisori la situazione di difficoltà gestionale che necessita di maggiori e approfonditi controlli da parte del sistema dei controlli interni; una grave carenza di liquidità non momentanea ma strutturale; la presenza di una considerevole massa di residui attivi e passivi di vetustà anteriore ad esercizi precedenti il 2006, in particolare il residuo attivo di parte corrente relativo al credito nei confronti dell'Ente commissariale Regione Campania ormai di dubbia esigibilità rispetto al quale, secondo i revisori, si dovrebbe accendere un fondo rischi. Tra i rilievi il ricorso sistematico alle alienazioni piuttosto che a misure di contenimento della spesa ordinaria e a una definizione dei programmi attenta ed oculata; il fatto di aver basato l'assestamento del bilancio di previsione 2010 su un titolo non accertabile entro il 31/12/2010 quale l'importo di 2.800.000 euro quali proventi dei parcheggi e dei parchimetri, concorrendo così all' incremento del deficit; il non aver trasmesso alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti la relazione degli effetti del piano triennale di contenimento delle spese; il non aver adottato, ai sensi dell'art.9 della legge 3/8/2009, n.102, misure organizzative (procedure di spesa e di allocazione delle risorse) per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti.