politica

Via libera alla variante al PRG.O. Un colpo di spugna, poi al lavoro per un modello diverso di città

lunedì 15 febbraio 2010
di laura

Passa in Consiglio, dopo due rinvii, la variante al Piano Regolatore Generale Operativo del Comune di Orvieto che, proveniente dalla consiliatura retta da Mocio - assessore al'Urbanistica Nazzareno Desideri - tanto ha fatto discutere negli ultimi tempi. Voto contrario è stato espresso dal consigliere Carlo Tonelli, capogruppo del PdCI, che pur accomunandosi ad alcune considerazioni addotte da Barberani in fase di presentazione del punto, ha sottolineato di non aver gradito il percorso scelto, tale da indurre a pensare, può darsi non a ragione, a scarsa trasparenza. A spingere Tonelli al voto contrario anche l'assenza di edilizia sportiva: "Le mie richieste in proposito non hanno avuto ascolto in maggioranza - ha detto - le riproporrò dalla minoranza, forse con maggiore successo".

Si sono invece astenuti il consigliere Sborra del PdL e Angelo Ranchino di Orvieto Libera. Orvieto Libera, come preannunciato nella conferenza stampa di sabato, si è astenuta sulla variante al PRG.O motivando la posizione assunta con il fatto che la sua significativa dimensione viene presentata al Consiglio senza che sia stata completata l'analisi e la definizione della futura programmazione urbanistica della città, punto per OL fondamentale. La decontestualizzazione dall'ipotesi di un nuovo, qualificante sviluppo urbanistico della città rende dunque impossibile valutare se la variante possa essere coerente con una visione complessiva e con quel nuovo piano di sviluppo urbanistico della città che OL sollecita. Distanza da possibili logiche di scambio tra centro destra e centro sinistra (patto con Roma, PRG).

Esordio un poco contrastato, con il Segretario generale Maurizio Pollini a ricordare che chi ha interessi legati a parentele fino al quarto grado non può essere presente né alla votazione né alla discussione. Fuori, quindi, Germani, Pizzo e Belcapo che, prima di uscire, discute senza esito positivo sulla legittimità o meno della presentazione di una mozione d'ordine sull'atto. Niente da fare neanche per gli emendamenti che alcuni consiglieri avevano presentato, in quanto sul PRG.O si può agire solo tramite le osservazioni di rito, da presentare entro i 45 giorni successivi alla pubblicazione.

Nel presentare l'atto, l'assessore Barberani ha informato che la variante in discussione fu approvata dalla precedente consiliatura il primo dicembre 2008. Nel frattempo si sono realizzate condizioni diverse, fra cui la complanare con la previsione del secondo ponte sul Paglia, fatto che va a risolvere molte delle perplessità legate alla viabilità sull'area da urbanizzare. Una variante, questa, che inserisce la vasta lottizzazione di San Giorgio, e che sembrerebbe contrastare, ha ricordato ancora Barberani, con la linea tenuta negli anni precedenti dal centro destra, che ha osteggiato l'espansione in zone periferiche disaggregate; ma la nuova linea tende a ripensare la città creando legami con un ambito più vasto che possa permetterne anche l'espansione, facendone una città cerniera tra i territori della Tuscia, della bassa Toscana e, non ultimo, della zona che gravita intorno Roma.

Elemento positivo e di garanzia, secondo quanto riferito dall'assessore, è il fatto che con questa variante Orvieto è il primo Comune in Umbria ad intraprendere il procedimento cosiddetto VAS (Valutazione ambientale strategica), che stabilisce una serie di valutazioni dal punto di vista ambientale, tali da sgombrare molte delle perplessità da più parti avanzate. Si tratta di una variante, ha ricordato Barberani, che incide soprattutto e positivamente su interventi infrastrutturali da tempo attesi: Complanare, Casello Nord, Variante di Sferracavallo, asilo nido di Ciconia. Quanto al residenziale, se è vero che c'è l'importante intervento di San Giorgio, va anche considerato che all'interno è prevista una zona di edilizia popolare, molto necessaria e attesa. Sarà in ogni caso un intervento di grande qualità urbanistica, che terrà presente il modello delle città sostenibili: bioarchitettura, autosufficienza del fabbisogno energetico, attenzione a ogni aspetto della qualità della vita . La variante non sarà antagonista della valorizzazione e della ridensificazione del centro storico, su cui si sta già lavorando con la nuova figura del city manager.

Il dibattito è stato introdotto dal consigliere Leoni, che presentando una risoluzione firmata dal PdL e da Orvieto Libera (votata all'unanimità ad eccezione del consigliere Tonelli), ha ricordato l'infausto sviluppo periferico di Orvieto, con zone decentrate poco pensate, e ha richiamato alla necessità di riqualificare il centro storico e le frazioni secondo la storica vocazione di Orvieto. "Le ragioni apposte da Barberani possono convincere a un voto positivo - ha tra l'altro sottolineato - ma solo come posizione provvisoria, in vista della riqualificazione del centro storico".

Gialletti, di Socialisti Sinistra e Libertà per Orvieto, ha sottolineato che la tormentata storia dell'atto ha risentito di molte strumentalizzazioni, in quanto altro non è, in fin dei conti, che un adeguamento della variante approvata a dicembre 2008 sul piano Rossi Doria, quello approntato durante l'epoca Cimicchi. Una variante non certo stilata per devitalizzare il centro storico, perché per la maggior parte dà impulso ad opere pubbliche, pur dando il via alla prevista lottizzazione di San Giorgio, il cui inserimento nel PRGS risale al 1998. Da ricordare, ha ancora spiegato Gialletti, che otto ettari di zone B sono cancellati, si fanno correzioni e aggiustamenti a seguito di nuove norme cartografiche, si fanno soprattutto infrastrutture e si attua un ampliamento della zona industriale. "Non ci sono speculazioni - ha concluso - c'è solo il libero mercato. Troppa polemica è girata intorno a questo atto, da dentro e da fuori". Esplicita l'indignazione per la "diffida" ad approvare l'atto trasmessa al Consiglio dall'associazione Altra Città, definita arroganza; e a questo proposito anche altri consiglieri, come Olimpieri e Turreni, hanno espresso indignazione per come dall'esterno si è tentato di fare pressione sui lavori del Consiglio, tentando di condizionarne l'orientamento.

Il consigliere Mariani (PD), oltre a condividere le precedenti considerazioni, ha messo in evidenza un ulteriore elemento positivo contenuto dal piano, l'importante inserimento del censimento dei beni storici di tutto il territorio orvietano. Altro elemento di valore sociale i considerevoli stralci di zona B e l'inserimento di 11 piccoli adeguamenti che permetteranno ad alcuni cittadini di costruire la casa per sé e per i familiari. Aspetto, questo, sottolineato anche dal consigliere Meffi, che ha evidenziato come lo sblocco della variante dia nuovo ossigeno all'economia orvietana. Sia Meffi che la consigliera Stella (entrambi PD) hanno esortato l'assessore al ramo, Antonio Barberani, a seguire da vicino l'iter delle opere pubbliche previste dal piano, così che decollino e vengano ultimate in breve tempo, data la loro urgenza e necessità per lo sviluppo e la qualità della vita della città.

Intervenendo con qualche osservazione, il Sindaco Concina si è detto soddisfatto da molte delle posizioni espresse, che confortano il buon lavoro della Giunta. Un atto, questa approvazione, ha aggiunto, che non è ideologico e tende a dare, nell'immediato, un po' di linfa alla piccola imprenditoria locale. Una ulteriore notazione di Concina ha infine evidenziato quanta democrazia, ancorché "stravagante", ci sia nel modo di procedere delle forze politiche che appoggiano il Sindaco e la Giunta, tanto che OL ha pensato di differenziarsi e astenersi sull'atto. "Quando è stata pensata questa variante io non c'ero, - ha concluso - certamente si può fare tutto meglio. L'urbanistica è scienza antica ma non ideologica, lungi da noi il privilegiare l'ideologia, di sicuro ci sarà un'inversione di tendenza".

Obiettivo, questo di costruire un modello diverso di città, ribadito nelle conclusioni dall'assessore Barberani. Un modello che possa dare risposte differenziate, a partire dai senzacasa, con edilizia di qualità e con l'impegno a riqualificare e ridensificare il centro storico, così come auspicato nella risoluzione votata pressoché all'unanimità.