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I Comunisti Italiani fuori dal tavolo politico, per un fronte istituzionale con rimpasto di Giunta. Da soli, ma con un fine comune

sabato 30 gennaio 2010
I Comunisti Italiani fuori dal tavolo politico, per un fronte istituzionale con rimpasto di Giunta. Da soli, ma con un fine comune

I Comunisti Italiani non parteciperanno al comune tavolo delle forze politiche rappresentate nel Consiglio Comunale di Orvieto, per andare a una progettazione e a una strategia condivise che evitino alla città il baratro del commissariamento e, a termine triennale, possano risanare il bilancio e lanciare una nuova fase di sviluppo per la città. Lo afferma in una nota stampa del PdCI Orvieto, dando seguito alla posizione già espressa dal capogruppo del PdCI Carlo Tonelli, che già lo scorso giovedì ha lasciato la prima riunione dei capigruppo convocata al fine di dare il via al percorso del fronte comune.

"Da apprezzare l'azione del Sindaco Concina e delle forze politiche che hanno aderito alla proposta del Fronte Civico - afferma Tonelli - ma altrettanto valida e degna di rispetto l'azione del PdCI di Orvieto per un Fronte Istituzionale". Ai Comunisti Italiani, infatti, non interessa un percorso a termine e politicamente poco chiaro, comunque soggetto ad accordi e a percorsi che potrebbero continuare ad essere ambigui e sottobanco, quanto piuttosto un percorso chiaro che arrivi a fine legislatura - "istituzionale", appunto - con il Sindaco garante di un patto e un rimpasto di Giunta che dia rappresentatività alle forze politiche che al patto concorrono.

"Il PdCI, che nelle recenti amministrative non a caso ha proposto un proprio candidato a Sindaco a dimostrazione del livello politico raggiunto e della piena consapevolezza delle necessità socio-economiche del territorio dell'orvietano - si legge nella nota diffusa - è disponibile solo per intese temporali che contemplino il raggiungimento della fine del mandato di legislatura previsto per il 2014 e conseguente rimodulazione dell'esecutivo (rimpasto di giunta). Tutto ciò al fine di poter contemplare sia il piano (aziendale) triennale ipotizzato dal Sindaco Concina (se condiviso), sia la stabilità politica, elemento indispensabile per qualsiasi azione amministrativa di autentico risanamento condiviso, con in più il valore aggiunto di eliminare quella sterile litigiosità che ha contraddistinto alcuni episodi del Consiglio Comunale. Orvieto, con la nostra ipotesi, sarebbe stata esempio per tutto il sistema Italia. In un momento difficile tutti, tutti avrebbero fatto un passo indietro e lavorato nell'unico interesse della Città, salvo poi confrontarsi democraticamente tra quattro anni in nuove elezioni per utopie percorribili.

"Una proposta, la nostra, - continua il PdCI - che ha il merito di tradurre semplicemente nel linguaggio politico-istituzionale il verdetto degli elettori alle recenti amministrative: Toni Concina eletto democraticamente sindaco nelle vesti di garante di un Patto per la Città; le forze del centro-destra, centro-sinistra, sinistra rappresentate in consiglio comunale, distribuite in Giunta; l'autonomia del Consiglio Comunale e dei consiglieri garantita".

Anche se fuori dal tavolo, l'intento - il bene della città in un momento oggettivamente difficile per contingenze locali e non - è per il PdCI comunque condivisibile, e il capogruppo Tonelli, da noi contattato, afferma che si riserva di prendere le sue posizioni di volta in volta, a seconda della valenza di quanto proposto. Pur lasciando il tavolo, i Comunisti Italiani hanno voluto dimostrare, in ogni caso, "grande senso di responsabilità - afferma ancora Tonelli - lasciando al Sindaco una nota scritta con delle correzioni migliorative dell'accordo proposto, certi che verranno valutate ed accolte, oltre che l'impegno di possibile convergenza su singoli atti, purché caratterizzati dalla condivisione delle finalità, dei contenuti e del percorso".