politica

Regionali. Ore frenetiche nel PD per la scelta dei candidati alle primarie. Ronconi (UDC): "Il PdL abbandona le regioni rosse al monopolio della sinistra"

venerdì 29 gennaio 2010

Scade domani (sabato 30 gennaio) alle ore 20,00 il termine per la presentazione delle candidature alle primarie del PD per la scelta del candidato presidente alle regionali: ore frenetiche, che vedono riunioni e colloqui altrettanto frenetici all'interno delle varie componenti del PD. Intanto ieri, a poche ore dalla decisione dell'assemblea regionale di avvalorare le primarie, il segretario del provinciale di Perugia, Alberto Stramaccioni, si è dimesso, con la motivazione di non aver più nulla da fare e da dire in un partito che ha scelto di non arrivare a una chiusura unitaria sul nome di Bottini e di andare a primarie che, a suo avviso, si risolveranno ancora una volta in uno scontro interno che deriva da quelle logiche di rivincita e di interessi di gruppo che, ancora una volta, hanno finito per prevalere sull'esigenza di coesione.

Non ancora certi i candidati. Anche se Mauro Agostini e Catiuscia marini si sono proposti, rispettivamente, per l'ala franceschiniana e bersaniana, potrebbero uscir fuori, per l'una, o Bocci o Sereni e, per l'altra Renato Locchi. Anche se sembra che quest'ultimo non abbia nessuna voglia di sottoporsi a questa affrettata partita delle primarie.

Da un'ala del PD le candidature di Agostini e Marini sono considerate piuttosto deboli ma, dopo la notizia della candidatura di Fiammetta Modena per il centro destra, non la pensa così Maurizio Ronconi, responsabile Udc degli Enti locali, che, in una breve nota, afferma che "il Pdl abbandona le regioni rosse al monopolio della sinistra. Nonostante la crisi drammatica del Pd, nelle regioni rosse di Emilia e Romagna, Toscana ed Umbria, il Pdl ha scelto candidati di basso profilo, candidati alla sconfitta politica pur di garantire le correnti interne".

Secondo Ronconi si tratta di "un vero tradimento verso il popolo dei moderati che attende da decenni l'alternativa alla sinistra". Il tutto perché "il Pdl in queste regioni è in mano a satrapi locali impegnati solo a mantenere il proprio ruolo".

"Nell'Udc - conclude Ronconi - si deve aprire una riflessione se favorire un grande cambiamento con chi ci sta, compresa la parte riformista del Pd, oppure continuare in una disperata lotta solitaria".