politica

Riflessioni sul programma del Sindaco Concina. Orvieto come Zenobia: quella passione che è il sale della riscossa

mercoledì 9 dicembre 2009
di laura

"Alla fine dello scontro ideologico, la distinzione fra le parti è data dalla buona capacità di governo la quale si incentra sulla capacità di manutenzione della cosa pubblica". È questa la citazione introduttiva, tratta dalle "Lezioni Americane" di Italo Calvino, che il Sindaco di Orvieto Antonio Concina ha scelto per introdurre le sue attese linee programmatiche, leggibili sul sito di Altra Città. Attese dal centro destra, che lo ha supportato e di cui alcune frange si mostrano, per qualche motivo, deluse: chi, come una parte di Orvieto Libera, per l'assenza di nuovi e consistenti aliti di novità progettuale; chi, come i più "giustizialisti", per l'assenza di cesure nette di gestione o di deciso ricambio di figure e soggetti di riferimento del centro sinistra, fino a giugno in governo sessantacinquennale. Attese dal centro sinistra, che più volte ha rimproverato a Concina di non averle stilate e presentate a tempo debito, pur avendo votato le sue linee - non lo dimentichiamo - al primo Consiglio, quando erano poco più di un abbozzo.

L'importante Consiglio di oggi 9 dicembre, in cui le linee programmatiche del Sindaco saranno sottoposte a discussione e approvazione, è stato sì preceduto da una conferenza ufficiale dei capogruppo in prima Commissione, ma anche e soprattutto da una serie di prese di posizione e scambi di opinione a partire da un articolo del collega Roberto Basili su "La Città", il noto mensile cartaceo cittadino: una serie di interventi che hanno via via assunto la configurazione di una manovra per così dire "preparatoria" al voto. La grande questione, del resto subito posta dal problema dell'anatra zoppa - Giunta di centro destra, maggioranza consiliare almeno apparentemente di centro sinistra - sembra essere quella della necessità di un grande governo cittadino di "salute pubblica" intorno al programma del Sindaco, posizione che apparirebbe tra l'altro suffragata dalle pesanti responsabilità del centro sinistra rispetto al disastro finanziario del Comune di Orvieto e, soprattutto, dall'assenza in Consiglio di un numero consistente di consiglieri di centro sinistra nuovi e non collusi con la precedente amministrazione.

C'è da aspettarsi, dunque, se non un voto a favore almeno una benevola astensione; e forse, a non provocare un voto a favore che le posizioni intorno al governo di salute pubblica lascerebbero tutto sommato prevedere, sarà proprio l'impostazione data dal Sindaco Concina al suo programma. Partendo dalla manutenzione minuta delle americane lezioni di Calvino, infatti, e dalla sua esperienza più aziendale che poltico-amministrativa, Concina stila 58 schede per pillole e punti che, molto probabilmente, faranno dire ai suoi sia pur tiepidi avversari politici che manca "una visione d'insieme sulla Città", e che potrebbero spingere più all'astensione che al voto a favore sulla grande emergenza. Una convergenza, molto probabilmente e per certi versi giustamente, ci sarà, ma più sui singoli progetti a venire che sul programma stilato; e, come ha sottolineato anche Loriana Stella nel precedente Consiglio, c'è quanto meno da sperare che avvenga non con gli abboccamenti individuali e sotterranei o con contorte strategie preparatorie, quanto alla luce del sole e con dichiarata trasparenza verso la totalità dei consiglieri e dei cittadini: quei cittadini che - non dimentichiamolo - i consiglieri rappresentano.

Non sappiamo ancora cosa i consiglieri diranno e come voteranno, ma in effetti manca, a nostro avviso, nel programma per schede del Sindaco Concina una visione globale e d'insieme sul presente e sul futuro possibile della Città: sulle risorse vocazionali per sperare e pretendere in una riscossa. O quanto meno tale visione è troppo implicita nelle nude enunciazioni dei punti operativi e rischia di non comunicare quell'anima e quella passione che, di ogni riscossa, sono il presupposto. Non ci pare insomma abbastanza evidente qual è, pur nel momento di emergenza, l'Orvieto che Concina vuole traghettare almeno a lungo termine, quale lavoro di osservazione e ascolto è stato fatto per mettersi in relazione con la città, per disegnarla in base alla definizione di una sua identità. Sembra quasi che non sia l'azione di governo a prendere atto delle vocazioni profonde del territorio per un disegno sia pure e giustamente aggiornato ai tempi, ma che debba essere la stessa Orvieto a ridisegnare la sua essenza su un disegno dato dalla necessità. Siamo in pratica passati dalle molte e molte pagine dei programmi dei Sindaci precedenti - troppe e talvolta superflue e farraginose - a questi appunti di viaggio amministrativo un po' troppo nudi e crudi, che sottendono sì la volontà di un'operatività efficiente, ma non un affettuoso disegno per Orvieto.

La mia traccia critica - che come è nel mio costume vuole essere a fini dialogici e costruttivi - sarebbe tuttavia parziale e ingiusta se si limitasse ad osservare solo l'operato di Concina, questo Sindaco di stampo non partitico chiamato ad amministrare questa difficile città in un momento arduo e di trasformazioni epocali non solo della sua storia, ma della storia della nazione e, addirittura, della visione della politica e della storia dei partiti. Concina non può fare miracoli, e non solo perché il bilancio è difficile, la città è difficile, ma perché, oltre all'economia, di fronte alla velocità dei cambiamenti sociali, sono in crisi anche i metodi della politica e dell'amministrare. Servono nuovi e più ampi orizzonti dell'agire politico, non solo per Orvieto ma per ogni luogo, che non richiedono tanto e non solo quella "nuova classe dirigente e preparata" che i politici di vecchio stampo non scorgono - ma che in luoghi diversi dalla politica invece esiste, e l'ha vista bene il Vescovo Scanavino nella sua visita pastorale, tanto per fare un esempio - quanto nuove forme e nuovi metodi.

Nonostante l'araba fenice del PD, continuamente in rinascita dalle precedenti ceneri, la forma partito è profondamente in crisi e, quel che è evidente, è che da troppo tempo nella politica manca anima e passione: quell'anima e quella passione che, abbandonate da una visione etica e plurale della società, a volte la destra estrema riesce a cavalcare al peggio. E' verso la riscoperta delle passioni e delle emozioni buone che una nuova e diversa visione della politica deve andare, servono nuove letture e nuove reti - magari la lettura della società reale che ci circonda, e che spesso non riusciamo a vedere nelle sue enormi potenzialità perché sono i nostri occhi ad essere appannati e chiusi al nuovo e al diverso - servono entusiasmo e anima. E' su questa rete di passioni buone che ogni politico, ogni sindaco dovrebbe fare leva.

In questo spirito, rimandando a futuri approfondimenti, è anch'io con Italo Calvino che voglio chiudere, con le sue città invisibili. Tra tutte, quella che più si avvicina a Orvieto in questo momento della sua storia, mi sembra Zenobia:

"...è inutile stabilire se Zenobia sia da classificare tra le città felici o tra quelle infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere le città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare forma ai loro desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare le città o ne sono cancellati".

Per dare forma alle città bisogna conoscerle, amarle, ascoltarle, mettersi in relazione con la loro storia e con il loro presente, con i desideri di chi le abita; bisogna avere la benedetta "impudicizia" di far sentire questa relazione e questo amore. Ho spesso l'impressione che i "desideri"- gli impropri desideri di una politica non più all'altezza dei tempi e delle mutazioni - della nostra e di altre città abbiano disperso molte tracce e, allo stesso tempo, siano riusciti a cancellare, o quanto meno a zittire, i desideri civici e gli entusiasmi di molti. Ci vuole infatti molto desiderio, molta ostinata passione per mantenere intatta la voglia di lavorare bene e con rispettoso amore per una città: a Zenobia come in qualunque altra parte del mondo.

9 dicembre, Consiglio Comunale sul programma del Sindaco. A partire dalle ore 15,00