Aeroporto di Viterbo. Soddisfazione dell'Assessore Barberani per i finanziamenti CIPE
La decisione del CIPE che il 6 novembre scorso, su proposta del Ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, ha dato il parere positivo alla realizzazione dello scalo aeroportuale a Viterbo che sostituirà quello di Roma-Ciampino (254 milioni di euro stanziati e così suddivisi: 100 milioni per i collegamenti ferroviari e 200 milioni per le opere stradali, cui si aggiungono altri 258 milioni per le opere connesse: assistenza al volo, adeguamento della pista e altri interventi) viene accolta con soddisfazione dall'Assessore allo sviluppo economico del Comune di Orvieto, Antonio Barberani (nella foto).
"Da convinto sostenitore e patrocinatore del Comitato per l'Aeroporto - afferma - sono personalmente soddisfatto della decisione del CIPE che dà le prime essenziali certezze. La realizzazione dello scalo aeroportuale di Viterbo, come è noto, costituisce una opportunità economica, occupazionale e turistica molto importante per Viterbo ma anche per le zone confinanti dell'alto Lazio, della bassa Toscana e dell'Umbria, cioè la nostra area territoriale. E' un peccato che, nel dibattito locale di questi giorni non si colga l'importanza di questa opportunità, che Orvieto, peraltro, ha fortemente caldeggiato anche con atti ufficiali proprio nella precedente amministrazione. Speriamo che si tratti di una banale svista perché lo sviluppo socio-economico del territorio orvietano passa, infatti, anche per lo sviluppo della rete delle comunicazioni e dei trasporti dell'area vasta del Centro Italia".
"La realizzazione dello scalo aeroportuale di Viterbo - continua - con valenza commerciale e turistica è qualcosa su cui dobbiamo misurarci, possibilmente in maniera univoca e convinta. Ne va della possibilità di dare un futuro diverso ai giovani e alle tante competenze professionali che essi possono esprimere, restando sul territorio e non costringendoli al pendolarismo forzato". "Proprio il problema del forte Pendolarismo di lavoratori dal nostro territorio verso Roma e Firenze che, oltretutto non trovano negli orari del servizio ferroviario risposte soddisfacenti - aggiunge - è un problema sociale che sta compromettendo gli stessi equilibri personali e di relazioni familiari per molti di essi. Evidentemente su questo tema dobbiamo tutti riflettere ed agire di conseguenza. Non solo le Istituzioni e il comitato dei Pendolari ma tutte le categorie sociali, economiche e produttive del territorio".