politica

Concina e Romiti sul Bilancio: una situazione a dir poco disastrosa. Gli orvietani? i più indebitati d'Italia

giovedì 24 settembre 2009
di laura
Concina e Romiti sul Bilancio: una situazione a dir poco disastrosa. Gli orvietani? i più indebitati d'Italia

Conferenza stampa del sindaco Antonio Concina e dell'assessore al Bilancio e alle Finanze Maurizio Romiti, questa mattina, sulla situazione finanziaria del Comune di Orvieto in vista del riequilibrio di settembre che, per motivi tecnici, slitterà ai primi di ottobre. Dopo la fase di riequilibrio, della quale Sindaco, Giunta e in particolare l'assessore Romiti si stanno occupando alacremente, subentrerà, come è stato annunciato, una seria operazione virtuosa, in cui l'amministrazione si affiderà, per le necessarie consultazioni, alla Ragioneria Generale dello Stato e al supporto tecnico della Corte dei Conti. Senza intenti persecutori, ha detto il Sindaco, ma certamente con grande chiarezza.

Quella che secondo Concina è mancata in passato e che ha portato all'attuale, disastrosa situazione di bilancio. "Le responsabilità sono tante, gravi e diffuse - ha detto tra l'altro il Sindaco - è sconcertante la tranquillità con la quale persone o gruppi che hanno partecipato a costruire questo disastro ora si permettano di dare lezioni di buona amministrazione. Nell'ultimo Consiglio Comunale, siamo fortunatamente riusciti a far ritirare la mozione e i proposti programmi di governo. Ora confido nel fatto che i rappresentanti del centro-sinistra capiscano la gravità delle responsabilità passate e consentano alla Giunta di lavorare in maniera coordinata, assumendo comportamenti corretti e costruttivi e non quelli di improbabili censori. Il messaggio che è inevitabile trasmettere alla cittadinanza è quello di una situazione molto grave".

Anche l'assessore Romiti, che ha tenuto a sottolineare il suo approccio puramente tecnico e non politico - si è detto meravigliato e sconcertato della gravità della situazione, che non è ancora possibile rendere nota in dettaglio. "Mi era stato prospettato un problema di spesa corrente di una certa dimensione - ha affermato - siamo arrivati a quasi quattro volte tanto. Una dimensione che denota superficialità, postazioni non corrette e debiti fuori bilancio. In due/tre mesi ci possiamo avvicinare a migliorare la situazione. Ora stiamo lavorando per mettere in condizione il Comune di fronteggiare la spesa corrente e il pagamento dei molti fornitori che da tempo vantano crediti, poi potremo guardare più lontano e pensare ai programmi. Penso proprio che il programma di risanamento del bilancio occuperà gran parte dei cinque anni dell'amministrazione".

Un problema rilevante è, come del resto aveva sempre sostenuto l'ex sindaco Mocio, uno sbilancio permanente di cassa, per cui la città fa fatica a sostenere le spese correnti. Ogni anno mancherebbero, in pratica, 2 milioni di euro endemici che, anche nella passata consiliatura, sono stati via via coperti con 11 milioni di euro di vendite. A conti fatti, il Comune di Orvieto ha bisogno di circa 21 milioni di euro per il suo bilancio totale e ne introita circa 19. Per lo sbilancio, anche quest'anno si ricorrerà a "piccoli interventi di natura patrimoniale", ha affermato Romiti, ossia alla vendita di cespiti che non siano né storici né di grande rilevanza per il Comune: tra questi, come è stato già da noi anticipato, quasi sicuramente ci sarà il mattatoio di Fontanelle di Bardano. Ma ovviamente ci vorranno altre operazioni, perché l'entità della somma da riequilibrare si aggira sui 7 milioni di euro: i 2 endemici, i 4milioni 800mila euro fuori bilancio assunti con la delibera di giugno e qualche altra "piccola" situazione poco ortodossa.

Tutto frutto, secondo quanto ha riferito il Sindaco, di una gestione disinvolta dei vari uffici, da decenni abituati a procedure approssimate, con oneri enormi e debiti non iscritti a bilancio. Accanto a questo tipo di rilevazione, quella dei problemi dei devastanti derivati, "gestiti in modo pessimo - ha aggiunto il primo cittadino - tanto che si sono rivelati un peso enorme per la città, un peso che non si capisce come e perché sia stato assunto, con oneri anche impropri di extra conti non sostenuti". Secondo quanto riferito dall'assessore Romiti, il debito proporzionale per cittadino relativo ai derivati è, con i suoi oltre mille euro pro capite, il più alto d'Italia.

Insomma, si tratta globalmente di una situazione così disastrosa e paradossale che non si può pensare, al momento, ad altro che non sia non affogare. "Abbiamo individuato strade da percorrere - ha detto Romiti - che sin dall'esercizio 2009/2010 ci portino a una sana gestione del patrimonio comunale e alla certezza di redditi correnti, ma si dovrà anche pensare a valorizzare e far fruttare il patrimonio". Quello già gestito, come ad esempio il Palazzo dei Congressi o il Palazzo dei Sette, e certamente anche quello relativo alla ex Piave e all'ex Ospedale, con la massima apertura all'affidamento del bene o alla vendita, a quanto si è capito, purché produca il necessario ossigeno per il bilancio.

Mentre ci si sta attivando per l'attesa apertura delle buste del bando per la rifunzionalizzazione dei due cespiti, su cui il Sindaco continua a ripetere di non avere troppe speranze nella rispondenza delle offerte, la speranza vera sembra essere quella che in effetti sia così. Da un'eventuale congrua risposta, secondo le clausole del bando l'amministrazione potrebbe ricavare solo 2 milioni di euro l'anno, mentre l'ambizione sembra essere quella di realizzare di più. Se al bilancio mancano due milioni di euro endemici, infatti, per filare tranquilli e col vento in poppa ce ne vorrebbero, secondo i nuovi amministratori, circa quattro.