politica

Provincia, approvata all'unanimità la mozione sul pendolarismo

martedì 22 settembre 2009
Provincia, approvata all'unanimità la mozione sul pendolarismo

E' stata approvata all'unanimità dal Consiglio Provinciale la mozione presentata dal Consigliere Giorgio Santelli in merito al problema del pendolarismo ed agli effetti sulla realtà socio-economica del territorio provinciale.

Di seguito il testo integrale della mozione, approvata dopo alcuni emendamenti che l'hanno ulteriormente arricchita:

Considerato che:

- i pendolari, lavoratori e studenti, rappresentano una risorsa per il nostro territorio: in termini economici perché producono reddito fuori Provincia e Regione che poi si traduce in acquisto di beni di consumo e servizi nonché in entrate fiscali per gli enti pubblici territoriali; in termini di crescita professionale e culturale perché, in assenza di istituzioni accademiche nel territorio della Provincia, acquisiscono altrove conoscenza e formazione spendibile sul territorio;

- il fenomeno del pendolarismo si è incrementato in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni, sostenuto da politiche tese a favorire l'insediamento abitativo nei piccoli centri, dalla forza centrifuga che dalle maggiori città ha spinto versi i centri minori alla ricerca di una migliore qualità della vita, dal più elevato potere d'acquisto dei redditi in aree a minore costo della vita, dalla mancanza di offerta di lavoro;

- nessun elemento contrario a quanto detto sopra ci può portare a sostenere la regressione del fenomeno, al contrario ne registriamo di anno in anno un significativo incremento;

- il pendolarismo ferroviario non si limita solo al traffico regionale, cui si sta tentando di dare risposta attraverso il contratto di servizio in via di stipulazione tra Regione dell'Umbria e Trenitalia, ma comprende anche quello che utilizza treni Intercity sulla direttrice Roma-Firenze, due delle città cui maggiormente si indirizzano lavoratori e studenti;

- la Regione dell'Umbria sta rinnovando in questi giorni il contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale con Trenitalia, per il periodo 2009-2014;

- dalla bozza di tale contratto di servizio che si allega alla presente, risulta una previsione di intervento economico della Regione, per il pagamento dei servizi di Trenitalia, di 56,69 milioni di euro per il 2009; 58,18 milioni di euro per il 2010; 59,12 milioni di euro per il 2011. Queste cifre saranno ridotte a 36,14 milioni di euro l'anno in seguito alla quantificazione stabilita fra le parti legata ai ricavi di gestione; per gli anni successivi e fino a scadenza del contratto, la Regione si impegna ad applicare un aumento degli stanziamenti equiparabile almeno al tasso di inflazione programmata dal Governo;

- dalla lettura della bozza si evidenziano alcune perplessità: non si riscontra un miglioramento degli standard qualitativi di trasporto; si prevede un sistema sanzionatorio per Trenitalia insufficiente; non sono previsti miglioramenti e impegni per il futuro, ma solo nuovi aggravi di costo per gli abbonamenti;

- tra gli elementi di perplessità vi è anche l'individuazione di un sistema premiante per Trenitalia nel caso in cui i treni regionali e interregionali arrivino a destinazione entro 15 minuti di ritardo, che rappresentano un tempo eccessivo su percorrenze di circa un'ora e un disagio di non poco conto se rapportato alla quotidianità dell'uso del mezzo di trasporto;

- il contratto prevede inoltre un eccessivo aumento delle tariffe, pari al 20% a partire da luglio 2010, e un insufficiente sistema di valutazione e monitoraggio dei servizi forniti: gli standard di qualità sono infatti basati sulla puntualità (entro 15 minuti i ritardi sono "giustificati"), l'affidabilità (calcolata sulla soppressione dei treni), la pulizia (monitorata su un numero di treni "campione"), il comfort (basato su un numero sufficiente di posti a sedere e per il sovraffollamento su un'eccedenza di viaggiatori che non superi il 10% dei posti a sedere), la climatizzazione (la cui funzionalità va garantita solo in quelle carrozze che sono fornite del relativo impianto), l'accessibilità alle carrozze (considerata positiva se il 75% delle porte è funzionante.), il tutto calcolato escludendo le "cause di forza maggiore", non imputabili quindi a Trenitalia; va qui evidenziato inoltre che sono ritenute cause non imputabili anche quelle determinate dall'infrastruttura, che però è gestita da RFI che è Società del Gruppo FS al pari di Trenitalia;

valutato che:

- il Presidente di Ferrovie dello Stato, Innocenzo Cipolletta, nella relazione "Obblighi di servizio pubblico ed equilibri di impresa", presentata il 13 maggio 2009 al convegno Assonime presso l'Università LUISS di Roma, nel definire i confini e le specifiche del servizio pubblico ha affermato che "la scelta dei servizi da fornire sotto un regime pubblico (...) è un atto politico che attiene ai rapporti tra i cittadini elettori e gli amministratori eletti. Se la politica decide di investire molto o poco su specifici servizi (i trasporti nazionali o locali a prezzi non remunerativi, la consegna della corrispondenza in tutti i luoghi, l'accessibilità all'informazione ed ai mezzi televisivi, la raccolta dei rifiuti ecc.), questa è una responsabilità politica che i cittadini devono conoscere completamente, sia per premiare con il loro voto favorevole le scelte condivise, sia per segnalare il loro disagio con voti contrari";

- nella relazione della Corte dei Conti relativa al controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Ferrovie dello Stato per gli esercizi 2007-2008, si evidenzia il risultato positivo del Gruppo che, nel 2008, ha ottenuto un utile di 7,7 milioni di euro (piccola cifra se si pensa al valore della produzione di 10,2 miliardi di euro). Questo risultato si è ottenuto azzerando le perdite di esercizio, pari a 2,11 miliardi nel 2006 e a 418 milioni di euro nel 2007. Nella stessa relazione la Corte dei Conti specifica come le linee locali rappresentino la "zavorra" per le Ferrovie dello Stato, ipotizzando anche la separazione contabile tra le attività di mercato e quelle solo di servizio, destinate ad essere ripianate dallo Stato;

- per quanto riguarda il traffico Intercity, di indubbio interesse - come sopra detto - per offrire servizi efficienti ai pendolari dell'Umbria, nella stessa relazione della Corte dei Conti si evidenzia che "per l'anno 2009 i servizi universali a media e lunga percorrenza oggetto del contratto di servizio con lo Stato, hanno visto una riduzione dei contributi. La differenza iniziale tra risorse disponibili (116 milioni di euro) e valore del servizio (279 milioni di euro) avrebbe comportato una riduzione dell'offerta di oltre 15 milioni di treni / Km (su un totale 2008 di 35 milioni di treni / Km) (-40% circa), con conseguenze non sostenibili sul sistema della mobilità dei passeggeri del Paese, sul bilancio dell'impresa ferroviaria Trenitalia nonché sui livelli occupazionali (l'impatto stimato è di circa 2.500 esuberi)";

- il Gruppo FS negli investimenti effettuati per l'Alta Velocità nel tratto Roma-Firenze non ha realizzato - come ad esempio per la linea Napoli-Roma - una nuova linea dedicata esclusivamente a tale traffico e per questo la sua società Trenitalia utilizza la "linea direttissima", che fu realizzata a partire dagli anni '70 anche per consentire il traffico locale, come dimostrato dal fatto che tra Roma e Firenze la linea "direttissima" ha 5 interconnessioni (Orte, Orvieto, Chiusi, Arezzo e Valdarno) con la linea storica (c.d. "lenta") mentre la nuova Napoli-Roma non ha alcuna interconnessione; la "direttissima" Roma-Firenze nasce come quadruplicamento tecnologicamente avanzato della linea preesistente per consentire una maggiore potenzialità ed elasticità di esercizio e non per il traffico esclusivo dell'Alta Velocità, come impropriamente sostenuto dagli attuali vertici del Gruppo FS;

- la politica dell'Alta Velocità, primario obiettivo del Gruppo FS, sta escludendo progressivamente la circolazione dei treni Intercity, che occupano - impropriamente secondo i vertici del Gruppo FS - tracce della linea "direttissima"; per questo motivo è stata soppressa una coppia di treni Intercity nel giugno dello scorso anno e, con il nuovo orario a dicembre prossimo, sarà soppressa un'altra coppia (IC 578 al mattino da Roma per Firenze e IC 593 alla sera da Firenze per Roma);

- per quanto sopra è intenzione di RFI di far transitare tutti i treni regionali sulla linea lenta, raddoppiando con ciò i tempi di percorrenza, e di far transitare l'unica coppia di Intercity che intendono mantenere in esercizio (IC 579 al mattino da Firenze per Roma e IC 594 alla sera da Roma per Firenze) in orari che non interferiscano con l'Alta Velocità (al mattino non oltre le ore 8.00 e alla sera non prima delle ore 19.30);

- la diminuzione dei collegamenti verso Roma e Firenze provocherà gravi problemi sia sul piano economico sia su quello sociale. Quanti hanno maggiori possibilità economiche si trasferiranno con le loro famiglie laddove lavorano (Roma o Firenze), impoverendo economicamente il nostro territorio; quanti invece non avranno scelta e saranno costretti a rimanere, o per problemi economici o per problemi familiari, partiranno ancora prima al mattino e torneranno ancora più tardi la sera e saranno cittadini "socialmente tagliati fuori";


ciò considerato e valutato, il Consiglio Provinciale di Terni impegna il Presidente e la Giunta provinciale a:

- predisporre uno studio sull'impatto economico del pendolarismo sul territorio, con particolare attenzione all'area provinciale. Tale studio, nelle intenzioni dei proponenti la presente mozione, dovrebbe essere polarizzato a comprendere quanti sono i pendolari della direttrice Roma-Firenze e quanto i loro redditi (realizzati fuori dal territorio regionale) incidono sul PIL della Regione Umbria e della Provincia di Terni;

- farsi portavoce presso la Regione Umbria della complessità della materia del pendolarismo, che non può risolversi solo con la definizione del Contratto di Servizio per il trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale, poiché, come sopra dimostrato, esso non affronta il problema sulla direttrice Roma-Firenze per il traffico Intercity;

- nel rafforzamento delle competenze di area vasta, si chiede alla Regione di invitare ai tavoli delle trattative con Ministero dei Trasporti e FF.SS. l'assessore provinciale al ramo che riferirà in Consiglio sulle trattative in corso;

- sensibilizzare stimolare la Provincia di Perugia e le Aziende coinvolte per dare tempestivo corso al progetto di holding regionale dei trasporti, come strumento utile alla soluzione dei problemi sollevati da questo atto;

- ad avviare con tempestività un percorso di approfondimen6to nelle commissioni consiliari competenti per analizzare i modelli di gestione dei TPL su rotaia di altre realtà europee dove c'è un protagonismo diretto delle autonomie locali nella gestione dei trasporti su rotaia;

- chiedere alla Regione Umbria di valutare la possibilità, d'intesa con la Regione Toscana, di noleggiare per 5 giorni a settimana un treno Charter con materiale ETR, previsto dal Catalogo di Trenitalia per un costo annuale di 4 milioni di euro, cui andrà sottratto il ricavo derivante dagli abbonamenti, che colleghi Roma-Firenze utilizzando la linea "direttissima" e fermi ad Arezzo, Chiusi e Orvieto; parallelamente chiedere alla Regione Umbria lo studio di fattibilità, d'intesa con la Regione Toscana, di un accordo con la Ferrovia Centrale Umbra (eventualmente in partnership con Trenitalia, secondo un modello già adottato dalla Regione Lombardia) per la gestione dello stesso servizio con materiale rotabile proprio acquistando un treno ETR e acquistando altresì le necessarie tracce da RFI;

- chiedere al Ministero dei Trasporti, attraverso un incontro con le istituzioni provinciali e regionali, l'aumento dei finanziamenti per i servizi di trasporto universale legati al traffico ferroviario di media percorrenza (treni Intercity);

- proporre una conferenza di servizio interregionale sul tema del pendolarismo, da svolgersi entro l'anno, invitando gli Assessori regionali ai trasporti di Toscana, Umbria, Lazio e Marche; gli Assessori provinciali ai trasporti di Firenze, Arezzo, Siena, Terni, Perugia, Viterbo, Roma e Ancona, i Sindaci e gli Assessori ai trasporti dei Comuni interessati dal fenomeno migratorio di lavoratori e studenti, il comitato pendolari Roma-Firenze, le associazioni economiche di categoria, le associazioni di tutela dei consumatori e i responsabili della Ferrovia Centrale Umbra per discutere delle problematiche del fenomeno del pendolarismo e, tra queste, proporre sul modello della Lombardia (di cui si allega informativa) la possibilità di realizzare una società interregionale o interprovinciale insieme a Trenitalia per la gestione del traffico ferroviario locale e di media percorrenza.

Terni, lì 21 Settembre 2009

Mozione (prot. 59579 del 04/09/2009) - Presentatori Consiglieri: Giorgio Santelli (Promotore - Idv), Stefano Garillo (Pd), Daniele Longaroni (Pd), Andrea Sacripanti (Pdl), Francesco Tiberi (Pdl)
La presente mozione, integrata a seguito dibattito, è stata APPROVATA all'UNANIMITA' dal Consiglio Provinciale nella seduta del 21 Settembre 2009 con atto (Acc) n. 39 di cui al Verbale n. 20.

 

L'intervento del Consigliere Santelli