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Più donne in Politica. Cecilia Stopponi, candidata per Rifondazione Comunista al Consiglio Comunale di Orvieto e alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto I

domenica 31 maggio 2009
Più donne in Politica. Cecilia Stopponi, candidata per Rifondazione Comunista al Consiglio Comunale di Orvieto e alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto I

Maria Cecilia Stopponi

 

Candidata per Rifondazione Comunista

 

Al Consiglio Comunale di Orvieto

 

Alla Provincia di Terni nel Collegio Orvieto I

 

Forse è un atto di presunzione credere che ad Orvieto molti sappiano di me quasi tutto quello che c'è da sapere. E' perché ad Orvieto sono nata, vissuta e vi ho svolto molte delle mie attività lavorative.
E' perché la mia famiglia è una "vecchia" famiglia orvietana, è perché in questa nostra città ci conosciamo tutti -nel bene e nel male- ed io ho sempre considerato questo non un limite, ma -al contrario- il grande privilegio di non dover subire l'alienazione dell'anonimato e della solitudine.

Da molti anni "faccio" politica, nel senso che considero l'impegno svolto in prima persona un dovere prima che una passione.
Nel 2004, il Partito della Rifondazione Comunista - in cui milito fin dalla sua costituzione, provenendo da un lungo periodo nel PCI - mi ha "regalato" l'esperienza straordinaria di misurarmi con la complessità della gestione amministrativa affidandomi l'incarico di Assessore Comunale.

Le materie di cui mi sono occupata (politiche sociali, sanità, scuola, immigrazione) sono quanto di più complesso una amministrazione pubblica si trovi ad affrontare, perché tentare di realizzare una comunità solidale, inclusiva, giusta, che garantisca i diritti di tutti, che salvaguardi e tuteli la salute fisica e "sociale", che garantisca pari opportunità di vita e di dignità a donne, uomini e bambini, che non approcci questi temi in un'ottica residuale e caritatevole, è una ambizione che si scontra con due ordini di problemi:

  • il primo di carattere finanziario, per il quale in massima parte si dipende da decisioni di altri soggetti (in primo luogo il Governo centrale e poi la Regione);
  • il secondo di ordine "culturale", inteso come l'acquisizione, nella cultura diffusa, della profonda consapevolezza (o meno) del fatto che "sociale" è tutto quanto riguarda la gestione della cosa pubblica; ogni azione amministrativa e politica che si compie, infatti, incide sempre sullo stato di benessere o malessere della comunità.

Questi ostacoli concreti possono essere rimossi soltanto modificando il modo di intendere la propria azione amministrativa: condivisione, ascolto, concertazione, lavoro di squadra, etica, sono affermazioni, parole d'ordine, che debbono trasformarsi in modo di essere e modo di lavorare.
Vanno individuate le priorità d'intervento ed indirizzate in quelle direzioni tutte le azioni di governo, e le risorse finanziarie necessarie, perseguendo una reale integrazione delle e fra le politiche.
E la priorità, soprattutto in questa fase storica, non c'è dubbio che sia investire su politiche sociali in grado di non lasciare nessuno da solo ad affrontare i propri problemi, di lavoro, di salute, di disagio, a partire dalle tematiche che riguardano i giovani, gli anziani, la non autosufficienza, le disabilità, le nuove povertà.

Non approfondisco in questa sede gli altri temi nodali che fanno parte del programma del Partito della Rifondazione comunista, ma invito tutti gli interessati a dare uno sguardo alle nostre proposte su ambiente, lavoro, turismo, partecipazione, sviluppo economico, scuola e cultura, sanità, lavoro, urbanistica, laicità e diritti.

Chiudo con una dichiarazione che è un impegno per me e per tutti i compagni presenti nella lista del Partito della Rifondazione Comunista: per restituire alle persone la fiducia nella politica, per restituire un'etica ed il suo senso a questa parola, BISOGNA ESSERE E FARE QUELLO CHE SI DICHIARA DI ESSERE E DI VOLER FARE, come forza politica, ma soprattutto e prima di tutto come persone.

Committente Responsabile L. 515/93: Furio De Angelis