politica

Fabrizio Bracco eletto presidente del Consiglio regionale dell'Umbria

mercoledì 1 aprile 2009
Fabrizio Bracco eletto presidente del Consiglio regionale dell'Umbria

Riprendendo i lavori interrotti ieri, il Consiglio regionale dell'Umbria ha eletto questa mattina il nuovo
presidente dell'Assemblea, Fabrizio Bracco. L'elezione del nuovo presidente si è resa necessaria dopo le dimissioni di Mauro Tippolotti, che già da tempo era transitato da PRC al gruppo misto.

Dopo la fumata nera di ieri, oggi Bracco, consigliere regionale del Partito democratico, ha ricevuto 17 voti, sufficienti all'elezione alla quarta votazione, quando il quorum scende dai 4/5 alla maggioranza semplice dei trenta consiglieri che compongono l'Assemblea; sono state 12 le schede bianche.

Dopo la proclamazione, il presidente Bracco è intervenuto in Aula, ringraziando tutti i componenti del Consiglio regionale, ed ha annunciato la volontà di svolgere il suo compito al meglio, "tutelando ogni singolo
consigliere regionale - ha detto - e in primo luogo gli esponenti dell'opposizione".

Bracco ha parlato degli importanti appuntamenti che attendono l'Assemblea regionale, il Piano sanitario, quello dei rifiuti e il Piano sociale, ma ha spiegato che il punto cruciale dell'azione politica consisterà nel
ridurre il distacco tra il Consiglio regionale e la società umbra, "che non individua più nel Consiglio - ha detto - il fulcro della democrazia. Dobbiamo recuperare questo ruolo, questa centralità dell'Assemblea legislativa - ha aggiunto - soprattutto in un momento di crisi come questo che stiamo vivendo in cui ci sono migliaia di disoccupati, la cassa integrazione raddoppiata, tanti precari che non hanno speranza di ritrovare il loro lavoro, tante famiglie in seria difficoltà, e lo sono anche tante piccole e medie imprese, che rappresentano la forza del Paese, e tanta parte dell'economia della nostra regione".

Secondo Fabrizio Bracco il Consiglio regionale deve aumentare il livello di produttività e l'efficienza del proprio
lavoro, diventando ancora di più protagonista del processo di cambiamento del sistema regionale e della vita politica, sociale e culturale della regione.

Riferendosi agli interventi che hanno preceduto la votazione per la sua elezione, alcuni dei quali citavano una sua intervista pubblicata su un quotidiano, Bracco ha specificato di non avere parlato di "crisi del
Consiglio", ma "in Consiglio", ed ha ribadito che non ci sono emergenze, ma una sola emergenza: la crisi economica e sociale che sta travolgendo il Paese e che rischia di toccare pesantemente anche l'Umbria.

Il neopresidente ha citato i nomi dei primi quattro presidenti dell'Assemblea regionale, indicando la volontà di recuperare, in una fase difficile, lo spirito dei "costituenti", non mancando di ringraziare gli ultimi due
predecessori, Liviantoni e Tippolotti, quest'ultimo per lo stile con cui ha guidato il Consiglio in questo ultimo periodo.

Un invito esplicito è stato rivolto alla minoranza: "Anche loro devono assumere su di sé le difficoltà che stiamo attraversando e concorrere a recuperare il rapporto con la società regionale - ha affermato - al di là
delle diverse opzioni che la democrazia consente". Sul rapporto fra Giunta e Consiglio regionale Bracco ha detto che "chi riduce questo difficile confronto ad una cattiva volontà o ad un eccesso, o meno, di subordinazione, deve tener conto della riforma del Titolo V della Costituzione, che ha modificato i rapporti. Abbiamo fatto lo Statuto - ha aggiunto - ma non completamente la riforma del Titolo V".

Scheda di Fabrizio Bracco
Nato a Perugia nel dicembre 1946. Coniugato, due figlie, due nipoti. È stato docente di Filosofia politica nella facoltà di Scienze politiche dell'Università di Perugia. Redattore di riviste di storia del pensiero politico e di storia dell'Umbria contemporanea, ha pubblicato numerosi saggi su Gramsci, sulla storia del pensiero politico
democratico e socialista dell'Ottocento e sulla storia della politica e della cultura umbra tra Otto e Novecento. Impegnato nel movimento studentesco della seconda metà degli anni Sessanta, ha militato nel Psiup e nel Pdup. Nel 1978, dopo l'omicidio di Aldo Moro, si è iscritto al Pci.
Eletto nel Consiglio comunale di Perugia è stato capogruppo del Pds (1990-1992 e 1994-1995) e assessore dal 1992 al '93. Deputato del Pds e Ds per due legislature (1994-1996 e 1996-2001), ha fatto parte della
Commissione cultura e istruzione della Camera dove, tra il 96 e il 2001, è stato capogruppo dei Ds e si è occupato di scuola, università, ricerca scientifica e tecnologica, attività e beni culturali, sport.
Responsabile dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica della direzione nazionale Ds tra il 1998 e il 2001, è stato segretario regionale dei Ds dell'Umbria dal 2001 al 2007 ed ha contribuito convintamente alla
nascita del Partito democratico.
È stato eletto consigliere regionale nel 2005, nella lista Uniti nell'Ulivo, con 7822 preferenze, e ha ricoperto l'incarico di presidente del gruppo Ds-Uniti nell'Ulivo fino al dicembre del 2006.
Dal 10 marzo 2009 è presidente della Commissione d'inchiesta regionale sulle Infiltrazioni criminali in Umbria.