La questione morale e il PD
La questione morale torna prepotentemente al centro del dibattito politico italiano, focalizzandosi su tutte le componenti del centrosinistra. Il PD, come primo partito, sopporta le maggiori responsabilità nell'affrontare questo tema, travolto da una serie di inchieste su tutto il territorio nazionale e chiamato a fare i conti con una storia che della moralità ha fatto la sua bandiera, da sempre. Viene da pensare che la presunta superiorità etica della Sinistra, del PCI in primis, fosse forse solo un'idea, alimentata dalle speranze, a tratti utopistiche, di alcuni esponenti e di larga parte della base: l'illusione era preservata dal fatto che l'integrità di tali forze politiche non era mai chiamata al banco di prova del governo del Paese, lontana da quel connubio tra politica e poteri forti. Questo a livello nazionale.
Ma la realtà locale ci mostra condotte e scenari diversi, evidentemente considerati sinora marginali: non casualmente gli scandali stanno investendo giunte di centro sinistra che detengono il potere da anni. Forse il potere non logora chi lo ha, ma certamente nel tempo ha logorato la moralità di personaggi politici che hanno un'ampia storia di governo locale e che hanno origini di sinistra radicate nel tempo. Sono molti i casi come quelli di Firenze e di Perugia. Dalle intercettazioni sono emerse, nell'ambito delle primarie fiorentine, le trame di due big a danno dei nuovi volti, proposti alla guida del Comune: il fatto che i vecchi siano i portatori di questo germe mentre, almeno per ora, la generazione di trentenni e quarantenni, che hanno iniziato a fare politica con il PD o poco prima, sembra esserne immune, ci fa bene sperare. Ma proprio perché parliamo di un "germe", nessuno può spergiurarne il contagio.
La realtà ci parla di una moralità che non tutti, nell'ambito del centro sinistra e del Pd, hanno abbracciato e posto a valore-guida della propria condotta. Solo partendo da questo dato di fatto si possono ipotizzare nuovi corsi, a nulla servendo l'immobilismo di Veltroni e dei dirigenti nazionali, sordi di fronte alle richieste che vengono dalla base. Noi, i giovani, crediamo ancora in una politica nell'interesse generale e vogliamo farci punto di partenza di un nuovo futuro, il nostro, con l'ausilio della nostra gente, nonché dei dirigenti e degli amministratori.
La nostra giovane età non ci nasconde che politica vuole dire compromesso, vuol dire mediazione e crediamo che un confronto sincero e aperto con le altre forze politiche sia necessario e foriero di idee migliori per il governo di un'amministrazione; ma i valori che sono base, presupposto e fondamento, devono essere estranei a qualsiasi contrattazione. Sono discutibili le proposte di governo, sull' economia, sulla scuola, sulla visione globale ,e la diversità nel dialogo costruttivo può portare ad un progresso; ma non ci possono essere opinioni divergenti sul merito di una condotta moralmente riprovevole o meno. Non vogliamo trascurare il relativismo, patrimonio prezioso che la filosofia novecentesca ci ha lasciato in eredità: la morale non è una e assoluta, ma il contesto che qui ci chiama ad esprimerci è quello politico, che ha come fine ultimo, non dobbiamo scordarlo mai, il governo migliore della cosa comune, e l'idea di morale richiamata trova lì la sua misura. E' arrivato il momento che il Pd affronti, senza veli e retaggi passati, la questione morale.
Per questi motivi proporremo a tutti gli amministratori dell'Orvietano, ai futuri candidati, ai coordinatori di circolo e a chiunque vorrà, di sottoscrivere un nostro documento sulla "Moralità". Senza volerci erigere a portatori di verità assolute, ma volendo dare un contributo alla costruzione di un partito che ci somigli un po'. Con la speranza che questo documento, magari migliorato, possa essere poi discusso e sottoscritto anche a livello provinciale ed oltre.
La questione morale deve ripartire dai giovani e dall'Umbria.