politica

Comunità Montana: il PD di San Venanzo condanna le facili strumentalizzazioni e non molla la difesa dell’Ente.

sabato 14 febbraio 2009

Sul pesante problema apertosi nella Comunità Montana dell'Orvietano Narnese Amerino Tuderte dopo la mancata elezione degli organi amministrativi del Consiglio comunitario, interviene, con una nota stampa, il Partito Democratico di San Venanzo.

"Dopo la non elezione degli organi della Comunità Montana nel recente Consiglio del 10 febbraio - afferma il PD sanvenanzese - si è aperto un fronte di accuse e incomprensioni, in cui tutti si scagliano contro tutti, ma solo pochi si prendono veramente a cuore il problema di garantire, soprattutto ai lavoratori, la continuità di gestione. Il PD vuole dare un contributo costruttivo al momento di difficoltà che il nuovo Ente sta vivendo. In questa ottica respingiamo con forza le accuse che il PSI di San Venanzo ha rivolto al Partito Democratico regionale, provinciale e locale, anche perché ricordiamo che la riforma è stata approvata unanimemente da tutte le forze della coalizione di centro sinistra, socialisti compresi".

"Anche la destra solo oggi, di fronte alle difficoltà manifestatesi, prende le difese di quello che ha sempre definito soltanto un carrozzone da chiudere il prima possibile - continua il PD nella nota stampa. - La Regione Umbria ha forse la 'colpa' di aver realizzato il ridimensionamento del numero delle Comunità Montane riducendole da 9 a 5 e operando, in modo poco lungimirante, pesanti squilibri territoriali. Già prima che la legge di riforma venisse approvata, sia l'Amministrazione Comunale che il P.D. di San Venanzo avevano espresso forti perplessità rispetto alla gestione dell'ambito territoriale individuato, ritenendolo troppo vasto e costituito da territori non omogenei.
Riteniamo quindi di avere la coscienza a posto e di aver messo in campo tutte le possibili energie per far valere le nostre ragioni ai livelli comprensoriale, provinciale e regionale, rinunciando anche, per senso di responsabilità, ad arroccarci nella difesa della Presidenza, che, con ampia condivisione, sembrava la più legittima. Per il prossimo futuro continueremo senza dubbio la nostra battaglia per dare dignità ed autorevolezza alla nuova Comunità Montana, per assicurare ai dipendenti certezza di lavoro e salario, e per garantire a tutti i cittadini, soprattutto a quelli operanti nel settore agricolo, l'efficienza dei servizi dell'Ente. Sono in particolare i piccoli Comuni e le aree più svantaggiate e marginali che hanno bisogno della Comunità Montana e delle funzioni che essa può svolgere a sostegno dell'economia locale e della salvaguardia dell'ambiente".

Sulla base di questa costruttiva riflessione, la proposta che viene dal PD di San Venanzo a tutte le forze del centro sinistra, ai Comuni e alla Regione, è quella un duplice percorso: nell'immediato assicurare una gestione realmente operativa dell'Ente; successivamente modificare la legge e gli ambiti territoriali individuati. Se sarà necessario, il Partito Democratico di San Venanzo è pronto anche a scendere in piazza a fianco dei dipendenti: "perché crediamo - afferma - che sia ancora possibile riportare al centro dell'attenzione non le sterili polemiche, ma i risultati positivi in termini di servizi erogati e di qualità del lavoro svolto dalla Comunità Montana".