politica

Stefano Mocio scioglie la riserva: dritto alla ricandidatura con l'appoggio del gruppo dirigente

sabato 13 dicembre 2008
di laura
Anche se ufficialmente scioglierà la riserva il prossimo lunedì 15 dicembre, presentando la sua ricandidatura al Partito Democratico, di fatto il Sindaco uscente di Orvieto, Stefano Mocio, la riserva l'ha sciolta questa mattina, comunicando ai giornalisti convocati in conferenza stampa la sua intenzione a correre la sfida delle primarie che si terranno, come stabilito dagli organi regionali del partito, il 22 febbraio 2009. Al suo fianco il coordinatore comunale del PD Carlo Emanuele Trappolino, che ha preceduto l'annuncio del Sindaco con una lunga e articolata disquisizione sia sulle ragioni ideali e il metodo interno del PD faticosamente impegnato nella sua strada di rinnovamento, sia sul percorso scelto dal partito per le primarie. Percorso da cui la “sfidante” Loriana Stella sembra uscita, rispetto a quanto tratteggiato sia pur senza far nomi dal coordinatore, per aver precorso a suo arbitrio modalità e tempi. Insomma la Stella avrebbe corso troppo la cavallina dando, in sedi non idonee, frecciate e giudizi avventati – è questo che è dispiaciuto - e il momento giusto per candidarsi decorrerebbe, in pratica, dalla riunione di giovedì scorso, dopo che gli organismi dirigenti del PD orvietano, sentito il parere a fine novembre degli attivi di circolo, si sono assunti la responsabilità di esprimere un giudizio – globalmente positivo – sull'amministrazione uscente, mettendolo a votazione nella contrastata riunione del coordinamento comunale di giovedì. Stefano Mocio ha annunciato che sarà proprio sulla base di quel documento, che assumerà come suo manifesto, che proporrà la sua ricandidatura, chiedendo di sottoscriverlo a chi lo sostiene: gente di partito e non. E ha dichiarato di non essersi mai pronunciato, in questi giorni carichi di tensioni e di riserve, proprio perché in attesa del giudizio del partito. “Mi ha molto gratificato – ha detto – il giudizio positivo di chi, in questi anni, ha lavorato con me in fasi molto difficili; è un fatto importante per chi, come me, ama fare amministrazione, per chi fa politica, pur nei suoi umani limiti, con grande correttezza e onestà. Visto che il partito si è pronunciato positivamente sul mio operato, presenterò la mia ricandidatura: felice, ma perfettamente conscio della sua onerosa responsabilità. Con un programma – ha specificato – che altro non è se non i progetti già avviati che devono trovare compimento; progetti che sono a buon punto, e Orvieto non merita che si ricominci da capo”. Si va dunque dritti verso le primarie, pronti a contattare le forze di centro sinistra fin dalla prossima settimana per una verifica programmatica; e poi, a seguire, sindacati, categorie, associazionismo, strati significativi del vivere sociale e culturale. E, se dovesse prevalere a livello regionale la logica delle primarie di coalizione, verso le primariette interne: per decidere tra Mocio e Stella, o, ipoteticamente, tra chiunque altro - a partire da lunedì, quando sarà insediato il Comitato organizzatore – si volesse candidare. Saranno primarie aperte, anche agli elettori che dovessero avvicinarsi per la prima volta, previa adesione di massima ai punti politici del progetto del partito Democratico. Quello che è chiaro e dichiarato è che il gruppo dirigente orvietano è dalla parte di Mocio e che Loriana Stella, per spuntarla, dovrà faticare non poco. Anche considerando i vantaggi che ha, comunque, un Sindaco uscente ben fiero e compreso del suo ruolo. “Continuerò a fare il Sindaco e a tener fede ai miei impegni fino all'ultimo giorno”, ha detto Mocio, che ha tutta l'intenzione di non esaurirsi nella campagna per le primarie. E il suo approccio sarà, essenzialmente, amministrativo, con la programmata verifica del lavoro svolto tramite pubbliche assemblee organizzate dai Consigli di Zona. Non sono mancate frecciate, sia pure composte, verso i Comitati elettorali all'americana, e verso chi, tingendosi di novità, fa in realtà un passo indietro arretrando in più facili e semplici localismi. Oggetto del contendere, ancora una volta, è soprattutto la ex Piave: lanciata verso lo sviluppo complessivo della città, ad avviso di Mocio, secondo il progetto varato, dopo la discontinuità del 2006, dall'attuale maggioranza e dal gruppo di lavoro preposto; oppure facile pasto, con quello che il Sindaco chiama “spezzatino localistico”, di gruppi di potere locale e di un progetto meno ambizioso. Fatto sta che risiede proprio nella rifunzionalizzazione della ex Piave, insieme ad altre questioni che devono chiudersi, la dirimente non solo delle primarie, ma forse anche delle amministrative: una conferma della linea Mocio-Capoccia se il bando dovesse avere buon esito, una vera e propria carica esplosiva se la matassa non dovesse districarsi. L'auspicio di Trappolino e di Mocio è stato comunque per una campagna rispettosa e non cruenta, che non miri a delegittimare le scelte del partito ma che si svolga effettivamente al suo interno e che, soprattutto, sia impostata sui rispettivi punti programmatici e non sugli interessi o sulle poltrone. “Il PD avrà il mio sostegno comunque vadano le primarie”, ha dichiarato Mocio (cosa del resto dichiarata, in altre occasioni, anche dalla competitor Stella); e hainoltre sottolineato come, sulla base di una condivisione di programma, potrebbero formarsi, per le amministrative, anche liste civiche collegate ai candidati/e a Sindaco. Dal canto suo, Trappolino ha fatto una vasta panoramica di un PD impegnato a trovare metodi e percorsi nuovi, pur nelle inevitabili difficoltà da un lato di una fase di passaggio interna, dall'altro di una profonda crisi epocale, che si estende ai vari modelli economici, culturali, sociali, imponendo alla politica di ritrovare un suo nuovo e autorevole ruolo di mediazione. Percorso tutt'altro che facile, nella nazione e a Orvieto, tra le pastoie di vecchie resistenze che annodano e frenano, o tra ferite e risentimenti ancora aperti. Perché anche queste primarie, comunque vadano e nonostante le difficoltà dell'inizio, non potranno che rafforzare la democrazia, se si sarà capaci di non indulgere a risentimenti e personalismi; ma saranno invece una solenne sconfitta se, malauguratamente, dovessero rimettere in circolo vecchi conti da chiudere o personalismi e ferite non ancora rimarginate.