politica

Varchi elettronici in consiglio su interpellanza di Olimpieri (Pdl): quali sono i veri costi per la collettività?

martedì 2 dicembre 2008
Il Consiglio Comunale ha discusso nuovamente dei varchi elettronici, questione sollevata dall’interpellanza del gruppo PdL ed illustrata dal Consigliere Stefano Olimpieri, il quale ha sostenuto che “l’installazione dei varchi elettronici ha prodotto solo conseguenze negative ed ha acuito ancora di più la distanza tra la maggioranza di governo della città e la cittadinanza reale. E' fuor di dubbio che i varchi hanno determinato, attraverso migliaia e migliaia di multe, un aumento esponenziale della tassazione indiretta, hanno impoverito ulteriormente il centro storico, oltre ad essere costati una cifra spropositata per la casse comunali, ben 600.000 Euro. Ciò che tuttavia risulta oltremodo incomprensibile, è l’accanimento con cui l’Amministrazione Comunale proclama una feroce contrapposizione verso tutti coloro che legittimamente si rivolgono all’autorità giudiziaria per tutelare i propri diritti, dimostrando che la vera ragione per cui i varchi sono stati installati era ed è quella di fare cassa sulla pelle dei cittadini”. Per il Consigliere dell'opposizione è anche ingiustificato l'accanimento che il Sindaco ha mostrato verso quei cittadini che hanno, in modo del tutto legittimo, deciso di ricorrere al Giudice di Pace, per contestare una multa ritenuta ingiusta. “Una prova di forza- continua Olimpieri- messa in atto dal Sindaco a dalla sua maggioranza, dunque, palesando la vera ratio per la quale sono stati installati i varchi elettronici: fare cassa per pareggiare le voragini di bilancio di questi anni, compreso l’anno corrente. In conclusione chiediamo perché l’Amministrazione Comunale intende fare muro contro muro con i ricorrenti, e se non ritiene invece che vi sia una oggettiva disparità tra il Comune ed il cittadino in merito alla possibilità di difendere le ragioni dell’uno e dell’altro fino al Terzo Grado di giudizio”. Il Vice Sindaco e Assessore ai Trasporti, Marino Capoccia, ha risposto che “Occorre ricordare, una volta ancora, che il sistema di controllo degli accessi alla Z.T.L. mediante varchi elettronici non è un provvedimento estemporaneo ma fa parte del Piano della Mobilità Alternativa che il Comune di Orvieto sta sviluppando sin dalla fine degli anni ’80, in coordinamento con gli altri strumenti pianificatori del comune quali il Piano Urbano del Traffico ed il Piano del Trasporto Pubblico Urbano". Capoccia ha poi spiegato che "questo complesso processo di modernizzazione della mobilità cittadina è uno strumento indispensabile, analogo a quello adottato da tanti altri centri storici d’Italia, per assicurare la fruibilità degli spazi pubblici, per salvaguardare il decoro architettonico dei nostri angoli storici, per valorizzare le risorse monumentali che costituiscono la maggiore ricchezza della nostra comunità, per restituire l’agorà orvietana alla comunità dei suoi cittadini; rinunciare a tale scelta vorrebbe dire abbandonare la città alla morsa attanagliante del traffico, condannandola a restare inesorabilmente indietro rispetto ad altre città d’arte dove il cammino verso la mobilità alternativa non sia osteggiato con tanta protervia. Sono queste le reali motivazioni che sottendono alle scelte fatte in questo ultimo decennio, non certo quella di ‘fare cassa’. Del resto, sarebbe semplicemente assurdo pensare il contrario: gli importantissimi investimenti che in questi anni sono stati fatti nella città, per la città, e parlo dei parcheggi, degli impianti di risalita, dell’ammodernamento della funicolare, questa importantissima serie di investimenti per la mobilità alternativa, di cui la ZTL costituisce parte integrante, secondo voi, farebbero tutti parte di un ‘losco disegno’ finalizzato ad incassare, alla fine, qualche soldo con le contravvenzioni? Un sistema di mobilità così articolato, che ricade su un tessuto cittadino così antico e prezioso, richiede attenzione e rispetto da parte di tutti: amministrazione, parti politiche e sociali, ma anche e soprattutto i singoli cittadini. Richiede che certe regole vengano accettate, condivise e rispettate da tutti, anche laddove questo ci imponga di cambiare le nostre radicate abitudini di vita e fare un piccolo sacrificio, andando, nei limiti delle proprie possibilità, qualche volta di più a piedi”. Il Vice Sindaco ha sottolineato poi che è stato rilasciato un permesso a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta per motivi validi. “A fronte di una maggioranza di cittadini responsabili- ha continuato Capoccia- c’è, invece, una minoranza di automobilisti che ha continuato a violare i divieti, 30, 40, anche 50 volte. E non parlo delle persone in difficoltà, non parlo degli anziani o dei disabili, per i quali l’Amministrazione è stata da subito disponibile a riconoscere la buona fede: per queste categorie di persone il Comandante della Polizia Municipale, su preciso mandato dell’Amministrazione, attiva tutte le forme possibili di annullamento in autotutela ed impone al nostro legale di non opporsi di fronte al Giudice di Pace. Ma quando ci si trova di fronte a persone che per età, condizioni di salute e livello culturale avrebbero avuto tutti i mezzi per comprendere che un cartello di divieto va comunque rispettato, altrimenti si rischia di prendere una multa, quale dovrebbe essere l’atteggiamento dell’Amministrazione, se non quello di battersi per il rispetto delle regole? Cosa pensare, allora, di certe prese di posizione da parte delle opposizioni, che prima si dicono favorevoli ai principi della mobilità alternativa e poi si schierano a difesa di quelli che ne violano le regole, portando le loro auto in spazi destinati alla vita pedonale. "Non eravate, voi, i paladini del ‘rispetto delle leggi’ e della vivibilità del centro storico? Con quale motivazione avete ripetutamente, insistentemente, irresponsabilmente, insistito per spingere la gente a presentare migliaia di ricorsi? - ha concluso il Vice Sindaco - Perché il segnale tale era spostato un po’ troppo a sinistra, o perché a pagina x dell’ordinanza c’è un errore di battitura nel testo? Voi che parlate di costi, sapete forse quale enorme esborso per la collettività sarà stato causato da questa operazione quando, finalmente, un giudice togato avrà ristabilito il giusto ordine delle cose? Forse che i giudici, i cancellieri, i funzionari del Comune che devono preparare gli atti non costano nulla alla collettività? Forse che le mattinate spese dai cittadini per partecipare alle udienze non hanno un costo sociale? La vera azione irresponsabile, il vero muro contro muro è stato fatto da chi sta cercando di fare un uso distorto della giustizia, sfruttando la buona fede dei cittadini per muovere guerra all’amministrazione a colpi di ricorso”. Il Consigliere Stefano Olimpieri ha così replicato “non sono soddisfatto. L’Assessore si è risposto da solo e dimostra di conoscere poco Orvieto. in sostanza ci ha detto che i costi lievitano se i cittadini fanno i ricorsi. Nel ricordare che il costo dei varchi è stato di 600.000 euro preciso che la maggior parte dei cittadini hanno preso le multe per non conoscenza di questo nuovo sistema e che non è giusto che debbano arrivare ad affrontare il terzo grado del giudizio”.