politica

Il Consigliere Imbastoni preoccupato per il destino e i costi degli uffici pubblici soggetti a "sfratto"

giovedì 13 novembre 2008
E' preoccupato per la nuova sistemazione di una serie di uffici pubblici e per la ripercussione che questo avrà sui bilanci dei rispettivi enti il consigliere del gruppo misto al Consiglio comunale di Orvieto Giancarlo Imbastoni, che ha presentato già da qualche giorno un'interrogazione che riportiamo, integralmente, in calce alla notizia. A rimanere senza sede, per le scelte di politica edilizia e più in generale economica della Giunta Mocio saranno INPS, Comunità Montana, Circondario Provinciale, uffici e Archivio Comunali attualmente posti nell’ex Ospedale, Corpo Forestale dello Stato. Una situazione nella quale il consigliere Imbastoni vede una possibile manovra per favorire quello che sarà il soggetto aggiudicatario del bando di concessione che interessa l'ex Piave e l'ex Ospedale, al quale magari saranno demandati da subito i i 3/4.000 mq di direzionale pubblico che vengono a mancare (visto che lo spazio destinato al Direzionale Pubblico all’interno degli edifici ex Infermeria ed ex Mensa è largamente insufficiente ad accogliere le richieste), creando così una diseconomia per gli enti coinvolti. D'altra parte, il vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio Marino Capoccia - al quale il nostro giornale, che ha sempre seguito da vicino la questione ex Piave ha posto il quesito senza aspettare la risposta in Consiglio – sostiene che non c'è alcuna manovra, ma un'esplicita e chiara scelta conseguente alle linee programmatiche dell'amministrazione, che hanno fissato da tempo la ridensificazione del centro storico e, dunque, alloggi di edilizia agevolata e non negli immobili occupati dalla Comunità Montana e dalla Asl. E' chiaro, infatti, che una parte degli uffici senza sede saranno sistemati, con priorità per quelli comunali, nella parte di ampliamento da realizzarsi nell'ex Mensa, e che gli altri andranno probabilmente ad occupare, in tutta trasparenza e ognuno con i costi a carico del proprio ente, insieme ad altre eventuali richieste, il 20% di direzionale previsto nel complesso dell'ex Piave. “D'altra parte – afferma Capoccia – la ex Piave sarà una città nella città, è giusto dunque incrementare e animare il più possibile tutte le funzioni previste, che vanno dal direzionale, al residenziale, al commerciale, al ricettivo, all'abitativo”. Di seguito l'interrogazione del consigliere Giancarlo Imbastoni:
Al Presidente del Consiglio Comunale di Orvieto Oggetto : interrogazione con risposta in Consiglio. Premesso che: nel Consiglio Comunale del 6 ottobre scorso, è emerso che ci sono molti Enti Pubblici all’interno del Centro Storico, come INPS, Comunità Montana, Provincia, Uffici e Archivio Comunali nell’ex Ospedale, Corpo Forestale, che necessitano urgentemente di nuove sedi per un totale di 3/ 4.000 mq di uffici; che lo spazio destinato al Direzionale Pubblico all’interno della ex Caserma Piave (edifici Infermeria e Mensa) è largamente insufficiente ad accogliere le richieste degli Enti sopraelencati; si chiede all’Assessore al Patrimonio 1)se intende l’Amministrazione rispondere tempestivamente a tale richiesta mettendo a disposizione propri beni (porzioni della ex Piave o dell’ex Ospedale) oppure intende lasciare al mercato privato la soddisfazione di tale richiesta; 2)e nel caso di risposta privata, non ritiene si venga a creare una diseconomia per gli Enti coinvolti , vista la paradossale partita di giro in cui il Pubblico si troverebbe a prendere in affitto da privati un bene pubblico fino a ieri nelle proprie disponibilità (ex Piave); 3)se Lei non ritiene che in questo probabilissimo scenario, la diseconomia non costituisca soprattutto un danno all’Erario aggravato da inerzia Amministrativa e in quanto tale sanzionabile dalla Giustizia Contabile. Orvieto, 29.10.2008 Il Consigliere Giancarlo Imbastoni