politica

Tribunale di Orvieto. Lettera aperta di Carlo Emanuele Trappolino ai parlamentari umbri del PD e PDL

sabato 2 agosto 2008
Gent.mi colleghi, Sento la necessità di segnalarVi la crescente preoccupazione avvertita nella mia città e nei territori limitrofi per le sorti del Tribunale di Orvieto, asceso agli onori delle cronache nazionali per via di un articolo di Stefano Zurlo apparso su “Il Giornale” del 12 luglio 2008. Non voglio entrare nel merito del “teorema” di Zurlo, al quale hanno risposto, pronunciando parole di verità, il Presidente del Tribunale di Orvieto, il Procuratore della Repubblica e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Orvieto. Quello che invece mi pare più temibile è che questa appassionata quanto sospetta caccia allo “spreco togato” possa dar legittimità e ospitalità politica a un disegno teso a cancellare i Tribunali minori. Insomma, non vorrei che si evocasse l’indignazione popolare, alimentata da informazioni peraltro non sempre esatte, per dare il benservito al Palazzo di Giustizia di Orvieto. Del resto, anche persone misurate e moderate, quali l’avvocato Cinti, uno dei decani del Foro orvietano, hanno immediatamente colto l’oggetto del contendere: ossia la possibilità che, in sede di provvedimenti finalizzati alla riforma del sistema giudiziario, possa la scure dei tagli liquidare il Tribunale della nostra città. La preoccupazione di una possibile soppressione ha visto il Sindaco e il Consiglio Comunale di Orvieto promuovere un ordine del giorno, approvato nel mese di luglio 2008, in cui, oltre a difendere tale fondamentale presenza, si rilancia il tema della ridistribuzione delle circoscrizioni giudiziarie italiane per zone omogenee e contigue a prescindere dai confini regionali. La giusta difesa del Tribunale locale, infatti, non impedisce ai soggetti della politica di condividere, con cognizione scevra da pregiudizi, l’esigenza di razionalizzare le circoscrizioni giudiziarie, ottimizzandone le risorse nella prospettiva prioritaria di garantire la ragionevole rapidità dei tempi di risposta della giustizia. C’è infatti una generale unanimità, tra le diverse forze politiche, nel riconoscere che il Palazzo di Giustizia di Orvieto può continuare a svolgere la sua funzione a servizio dei cittadini anche in un contesto più vasto e interregionale. Pur comprendendo la complessità delle questioni riferite alla riforma del sistema giudiziario, Vi chiedo, a nome della comunità orvietana e degli altri territori serviti dal Tribunale di Orvieto, un comune impegno e una sensibile vigilanza al fine di scongiurare l’eventuale ipotesi di una sua soppressione che troverebbe fondamento in un’acefala e poco lungimirante “dottrina del taglione” e non in quell’essenziale movente d’ogni riforma di tal fatta: il diritto dei cittadini ad una giustizia giusta, rapida ed efficiente. Carlo Emanuele Trappolino