politica

Una nuova stagione per una Orvieto Nuova. La giovanile del Pd pronta a farsi classe dirigente

mercoledì 23 luglio 2008
"Una nuova stagione per i Giovani Democratici dell'Orvietano e una Orvieto Nuova". Così l'ala più giovane del Pd preannuncia, con una nota stampa, la volontà di impegnarsi direttamente e di farsi sentire nell'ambito politico e nella società in vista di un ricambio generazionale. A far scattare la molla è il nuovo scenario aperto dall'importanza del progetto "Vigna Grande" che, come da tempo si attende e si dice, dovrebbe portare alla città di Orvieto nuove risorse e nuove opportunità. “L’occasione offerta dal progetto  Vigna Grande – affermano i giovani del Pd - deve essere colta per proporre una nuova stagione politica e culturale che ponga al centro un convinto rinnovamento generazionale. Una nuova stagione che deve poter mettere al centro dello sviluppo cittadino i talenti, i saperi, la volontà di innovazione dei giovani da intrecciare virtuosamente con le proposte dei soggetti più dinamici del mondo imprenditoriale, sociale e culturale. Riteniamo che una fase nuova sia necessaria anche per portare nuove energia, idee e proposte dentro l'amministrazione comunale. La giovanile del Partito Democratico non nasconde l’ambizione di divenire un organismo di formazione politica e culturale dove la creatività e il talento del singolo possano trasformarsi in occasioni di condivisione e di crescita comune”. Appare chiara, dunque, la volontà di venir fuori come motore propulsivo. E a questo proposito la giovanile annuncia che organizzerà, “in tempi ragionevolmente brevi", una serie di incontri-confronti e tavole rotonde con la società civile (organizzazioni sindacali, organizzazioni di categoria, mondo cattolico, associazioni culturali e del volontariato) per una riflessione condivisa sui temi che più necessitano attenzione da parte dei giovani, come la scuola, le politiche sociali, le prospettive di lavoro per i ragazzi e l’ambiente. Questa la solida base di idee da cui dovrà scaturire, nell'intenzione dei giovani del Pd, una “ORVIETO NUOVA”, nella prospettiva di contribuire, in maniera concreta, alle proposte programmatiche per il governo della città in vista delle amministrative del 2009. A tal proposito, la giovanile del PD ha chiesto un incontro ufficiale con il coordinatore del partito, l' On. Carlo Emanuele Trappolino, “per un confronto – si dice - che si prospetta reciprocamente fecondo”. A mettere in marcia in modo autonomo i giovani del Pd è anche una critica, seppure garbata, ad alcune scelte dell'attuale amministrazione e, soprattutto, ai modi della comunicazione e della partecipazione. “La sinistra giovanile prima e i giovani democratici dell’orvietano poi – affermano infatti nella stessa nota - hanno seguito con attenzione le più recenti vicende del Comune di Orvieto, in particolare quelle relative ai cinque anni trascorsi, esprimendo, in diverse altre occasioni, la propria perplessità o la condivisione su alcune scelte fatte dall'amministrazione comunale. Innegabilmente, la situazione che la giunta comunale attualmente in carica si è trovata di fronte all'inizio del proprio mandato era ben lungi dall'essere semplice e le decisioni adottate, spesso oggetto di discussione da parte della cittadinanza e della società civile orvietana, sono state prese in situazioni di delicata criticità economica e finanziaria. Nelle ultime riunioni della giovanile, alcuni iscritti hanno posto l'accento sul fatto che molto di ciò che di positivo è stato fatto dall'amministrazione comunale non era stato ben comunicato alla cittadinanza, e perciò non ben recepito. Gli iscritti si sono inoltre interrogati se in altre occasioni non fosse stata necessaria una maggiore attenzione alle richieste dei cittadini della città che non protestavano per il semplice gusto di dire "NO", ma che suggerivano modifiche a proposte considerate buone e tuttavia suscettibili di miglioramento”. Il dado, a questo punto, sembrerebbe tratto. Forse la giovanile del Pd ha davvero voglia di dire (e fare) la sua allo scoperto, di proporsi e di diventare davvero classe dirigente.