politica

Finisce alla Corte dei conti la questione delle spese processuali per la vicenda della stazione ecologica. L'ipotesi da verificare: distrazione di fondi

giovedì 17 luglio 2008
di laura
Finisce alla Corte dei Conti di Perugia la questione delle spese sostenute dal Comune di Orvieto per il procedimento penale del 2005 concernente la stazione ecologica non a norma in località Arcone, a carico dell'ex sindaco Stefano Cimicchi, dell'allora vicesindaco Stefano Mocio e del dirigente del Settore Tecnico e Manutentivo del Comune di Orvieto Mario Angelo Mazzi. Il consigliere Fabrizio Cortoni, infatti, non avendo potuto procedere lo scorso lunedì alle verifiche economiche sulla vicenda, che aveva richiesto come presidente della Commissione di Controllo e Garanzia, ha proceduto, nella giornata di martedì, a trasmettere il fascicolo raccolto in proposito alla Corte dei Conti. E' all'organo contabile che ora Cortoni chiede di effettuare, direttamente, una verifica su una presunta distrazione di fondi. La verifica in Commissione non è stata possibile perché i consiglieri di maggioranza Massimo Gambetta ed Evasio Gialletti hanno abbandonato l'aula facendo venir meno il numero legale; la motivazione: il fatto che la Commissione di Controllo e Garanzia non ha competenza per discutere tale questione. La presunta distrazione di fondi riguarda, come accennato in un precedente articolo, la cifra di 38mila 826 euro, divisa in tre diversi assegni, per l'attivazione della procedura di oblazione speciale per i tre imputati, disposta con una determina dirigenziale del primo dicembre 2005. Contestualmente, la determina del settore contabile stabilisce di richiedere alla Compagnia assicurativa RAS il rimborso della quota, in base alla polizza assicurativa accesa con la stessa per la tutela giudiziaria. Ma, come Cortoni ha illustrato e documentato in una conferenza stampa tenuta nella mattinata odierna, la polizza assicurativa - e così la stessa assicurazione sottolinea in una lettera successiva al dirigente - la polizza assicurativa prevede solo le spese legali e non il pagamento di multe e sanzioni in genere. Di qui la presunta distrazione di fondi su cui si chiede di indagare alla Corte dei Conti. In aggiunta, il consigliere Cortoni chiede all'organo contabile di verificare, nel contesto, anche la legittimità della determinazione dirigenziale del 22 febbraio 2007 con cui si assume, per la stessa vicenda, l'impegno di spesa di 18 mila 745 euro per il rimborso delle spese legali al Sindaco Mocio. La storia non termina qui. Ora la sentenza di assoluzione del Tribunale di Orvieto è finita in Corte di appello a Perugia, e una delibera di Giunta del 22 maggio 2008 approva, in ragione di una polizza assicurativa in essere, il patrocinio legale al Sindaco Mocio, assistito dall'Avv. Sergio Finetti. Fin qui nulla di strano. Quel che è strano, sottolinea Cortoni, è che alla sua richiesta di acquisire copia della dichiarazione di appello notificata al Sindaco, il Segretario generale risponda che il documento non è agli atti del Comune, in quanto di natura strettamente personale e direttamente notificato al Sindaco. “E' giustificabile – chiede Cortoni alla Corte dei Conti – la suddetta delibera di Giunta in assenza di documento giustificativo, e come può conciliarsi il richiamarsi di atti di natura strettamente personale con l'impegno di risorse pubbliche?” La vicenda non si mette per nulla bene e, oltre alla sospetta illegittimità, quello che il consigliere Cortoni segnala con rincrescimento e fastidio è il fatto che la maggioranza non si sia voluta confrontare sull'argomento: “non tutta - tiene a precisare - il consigliere Piccini era rimasto in Commissione”. “Potrebbe anche darsi – aggiunge - che, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio Gialletti, che peraltro in Commissione è un semplice consigliere, la Commissione di Controllo e Garanzia non abbia competenza a discutere la questione, quanto meno bisognava lasciare che la esponessi, per poi sollevare le accezioni”. A mettere Cortoni sulle tracce di una vecchia faccenda risalente al 2005 sarebbero state, secondo quanto ha dichiarato su nostra esplicita domanda, “voci di Palazzo” riportate da un collega consigliere. “Quelle stesse voci di Palazzo - ha affermato - che spesso sono approssimative o inesatte, ma che questa volta hanno colto con esattezza nel segno”.