politica

Quello che nel socio-sanitario non va. L'ex assessora Stopponi risponde alle osservazioni del Pd

giovedì 14 febbraio 2008
Maria Cecilia Stopponi, l'assessora dimissionaria di Rifondazione Comunista, risponde, con un articolato intervento, alla nota diramata dal Pd e dal gruppo consiliare Pd sulle sue dimissioni. In particolare, Stopponi fa chiarezza su come ha svolto le deleghe della Sanità ed del Sociale e ne evidenzia le criticità e alcune necessità ancora disasttese. Di seguito l'intervento di Cecilia Stopponi: "Che il PD ed il suo gruppo consiliare non accettino le critiche mie e di Rifondazione Comunista è umanamente e politicamente comprensibile, direi giustificabile. Altrettanto comprensibile è che io non accetti sottili (ma neanche tanto) insinuazioni sulle modalità con cui ho svolto le mie deleghe in questi anni, segnatamente in merito a quelle alla Sanità ed al Sociale, proprio per quel dovere di trasparenza, coerenza e chiarezza nei confronti dell’opinione pubblica invocata nel comunicato stampa dal PD e dal suo gruppo consiliare. L’allarme verso la situazione del nostro comparto sanitario e del funzionamento del presidio ospedaliero è stato da sempre oggetto della mia attività di attenzione e denuncia verso gli organi competenti, sindaco ed Assemblea dei sindaci in primo luogo, ma anche verso il direttore generale, quello sanitario, direttore sanitario del Presidio, assessore regionale, in ogni possibile occasione, non ultima quella della Conferenza di servizi tenutasi ad Orvieto, dove nel mio intervento sottolineavo rischi, difficoltà, preoccupazioni, e ribadivo la necessità imprescindibile di un metodo organico condiviso e la richiesta di un impegno politico forte e deciso di questa Amministrazione per ottenere a livello regionale e provinciale scelte ed investimenti finanziari necessari a far uscire dalla situazione di degrado il nostro comparto sanitario. E’ bene peraltro che sia noto che ho esercitato il mio ruolo in questi anni senza che mi fosse mai data la delega formale a rappresentare il Comune in seno all’Assemblea dei sindaci – quindi senza il potere di convocarla, né tanto meno di esprimere un voto in quella sede, funzioni che sono spettate e spettano al sindaco di Orvieto. Ma è nel merito che l’affermazione del PD lascia sconcertati: a prescindere da una considerazione di carattere universale per cui lo stato di “salute” della sanità si misura in diminuzione di ricoveri – e non il contrario – perché questo è indice del grado di prevenzione e tutela della salute dei cittadini, nonché di una rete territoriale funzionante che filtra, e dà risposte a tutti i cosiddetti “ricoveri impropri”, mi chiedo se e quanto i disagi degli utenti vengano realmente percepiti ed ascoltati. E’, per esempio, a conoscenza del PD e del suo gruppo consiliare che il reparto di medicina, pur avendo inglobato i 14 posti di geriatria (che è quindi formalmente chiusa) continua ad “appoggiare” mediamente tra i 5 ed i 14 pazienti al giorno in altri reparti ospedalieri, con tutte le difficoltà assistenziali del caso – nonostante il lavoro straordinario degli operatori sanitari e di supporto? E’ a conoscenza che è ferma l’attivazione del reparto di medicina d’urgenza, che non è stato attivato il reparto di riabilitazione, che le liste d’attesa non sono diminuite, che gli interventi chirurgici anche per patologie oncologiche risentono di lunghi tempi d’attesa, che le strumentazioni diagnostiche non si rinnovano, che il personale infermieristico e tecnico non viene adeguato alle esigenze della struttura e delle unità operative? Che la RSA all’interno del Presidio è ben lungi dall’essere attivata e che non ne è stata definita la consistenza all’interno del piano di riordino ospedaliero? Che da oltre un anno si attende la nomina del Direttore del Distretto socio sanitario senza che se ne discuta in Assemblea dei sindaci? Solo un accenno di temi che saranno nel prosieguo all’ordine del giorno del dibattito politico, ma sui quali non ho mai mancato di attirare l’attenzione negli organismi competenti. Per quanto attiene al riferimento sul sociale, le poche righe del comunicato del PD sono assolutamente esemplificative di come certe forze politiche continuino a considerare un comparto amministrativo come “appannaggio” di una forza politica e non piuttosto come il patrimonio su cui tanto l’Organo esecutivo che tutto il Consiglio dovrebbero lavorare per rispondere al meglio alle necessità della comunità che li ha incaricati di governare. Il “Sociale” è il principale settore su cui una Amministrazione pubblica deve investire, perciò non ci dovrebbe essere nulla di straordinario nel mantenerlo ed anzi nel potenziarlo. E certamente non può essere considerato un “regalo” l’aver consentito all’assessore preposto di svolgerlo al meglio. Ma anche in questo caso – per chiarezza- il bilancio non è affatto rimasto inalterato negli anni, seppure in misura limitata, ha anch’esso subito ridimensionamenti e solo grazie alla capacità ed alla dedizione degli uffici e dei soggetti gestori esterni si è riusciti a contenere il conseguente disagio degli utenti. Ma una riflessione è d’obbligo: siamo proprio sicuri che aver “sostanzialmente mantenuto” gli investimenti nel sociale risponda al programma del sindaco ed al suo recente aggiornamento, e quindi sia un successo? O piuttosto, l’aumento del disagio sociale per precarietà, povertà, dipendenze, non avrebbe reso necessario un potenziamento anche consistente a favore di questo bilancio, operando scelte di priorità politica che da tempo chiediamo e rivendichiamo sia come assessore che come forza politica? Per finire e per estrema chiarezza: durante la conferenza stampa né Rosanna Barbanera né io abbiamo mai usato il termine “mobbing”, ripreso in modo superficiale nel comunicato del PD, ma anche in questo caso viene spontaneo chiedersi come mai almeno due giornalisti hanno ritenuto di poter definire tale l’atteggiamento politico di questa coalizione?"