politica

La campagna antiabortista sta diventando vera e propria violenza sulle donne. Duro giudizio della Sottosegretaria alle Pari Opportunità Linguiti e della CGIL nazionale sull'irruzione al Federico II di Napoli

giovedì 14 febbraio 2008
"È veramente troppo, quello che è accaduto a Napoli è di una gravità inaudita - così si è espressa la Sottosegretaria ai Diritti e Pari Opportunità Donatella Linguiti, all'indomani dell'irruzione della polizia nel reparto dell'ospedale Federico II di Napoli per interrogare una donna che aveva appena effettuato un aborto terapeutico. "Il violento attacco all'autodeterminazione delle donne va bloccato ora e con fermezza, - ha continuato la Sottosegretaria - va ribadita la libertà delle donne di scegliere sul proprio corpo. È l'ennesimo esempio di protervia maschile, come se non bastasse tutto quello che già gli uomini scaricano sulle donne: il lavoro di cura, la precarietà economica ed esistenziale, le discriminazioni sul lavoro e le violenze fisiche e psicologiche che sono in costante aumento". "Quando mai carabinieri e polizia si sono fiondati tra le mura domestiche - conclude Linguiti - nei luoghi dove maggiormente avvengono le violenze? Quando mai sono stati così celeri nel fermare un vero reato perseguibile per legge? Tra l'altro, gli agenti sono entrati senza l'autorizzazione del magistrato, avuta solo in un secondo momento. Non se ne può davvero più, cari signori maschi smettetela di voler decidere su cose che non vi riguardano: le libertà conquistate dalle donne non sono merce di scambio, meno che mai in campagna elettorale". Anche la Segreteria nazionale della CGIL sostiene che la campagna antiabortista in atto è diventata ben presto, ma non poteva essere altrimenti, violenza sulle donne. Violenza contro la donna nella sua persona e nella sua dignità. Inoltre, le modalità con cui si sono svolti i drammatici fatti ledono i principi del funzionamento democratico del nostro paese (la denuncia anonima che determina l’intervento di un magistrato che non effettua verifiche, l’irruzione in un ospedale, l’intimidazione di altre pazienti, la privacy). "E’ questo il senso di quanto è successo a Napoli - afferma la CGIL. Il blitz della polizia ordinato da un Magistrato nel reparto maternità è, infatti, di una gravità inaudita. Non solo si è superato ogni limite di rispetto nei confronti di una donna già provata da un’esperienza drammatica quale è un’interruzione di gravidanza dettata da ragioni terapeutiche, ma rappresenta uno dei frutti avvelenati di una campagna condotta con furore ideologico e fanatismo contro una legge dello Stato che, in realtà, nel corso di questi anni ha ridotto drasticamente il ricorso all’interruzione di gravidanza ed ha posto fine alla piaga dell’aborto clandestino. E’ un fatto, questo, che dovrebbe suggerire l’immediata cessazione di ogni polemica strumentale e fuorviante che colpisce in primo luogo le donne e la loro libera autodeterminazione". Per concludere, la CGIL esprime la propria solidarietà alla paziente di Napoli e invita le istituzioni a porgerle le dovute scuse.