politica

Questione rifiuti: il Consiglio Provinciale fissa alcuni principi e prende tempo per un atto d'indirizzo

martedì 23 ottobre 2007
Resta per ora congelata la discussione in Consiglio provinciale sulla questione rifiuti. Almeno fino alla prossima riunione dell’Assemblea di Palazzo Bazzani. Le motivazioni di questa scelta sono contenute in un documento che il Presidente della Provincia, Andrea Cavicchioli, ha illustrato al termine dell’articolato dibattito che si è protratto fino a tarda sera ed alla fine di un confronto che ha coinvolto, prima, i soli Gruppi della sinistra, poi tutta la maggioranza di centro-sinistra. Nel documento si sottolinea che “la maggioranza ritiene che si debbano approfondire alcune tematiche per pervenire ad una posizione comune, in particolare per l’attuazione del principio di prossimità sulla base della normativa applicabile e nel contesto delle problematiche ambientali enunciate. La maggioranza –conclude il documento- costituirà un gruppo di lavoro per la presentazione al prossimo Consiglio di uno specifico atto d’indirizzo”. La discussione è stata sollevata da quattro mozioni (due dell’opposizione, poi unificate, una del Consigliere Leo Venturi ed una a firma dei Gruppi della sinistra) che, sostanzialmente, chiedevano l’impegno del Presidente della Provincia a chiedere alla Giunta regionale la revoca della delibera che consente di conferire i rifiuti speciali nelle 6 discariche umbre e quelli speciali-pericolosi nell’inceneritore dell’ASM di Terni. Ne è seguito un dibattito sereno e pacato che ha consentito, sia ai Consiglieri di maggioranza che di opposizione, di chiarire la propria posizione in merito. Tutti i consiglieri hanno sottolineato l’importanza che il tema riveste per il nostro territorio e per la salute dei nostri cittadini, tenendo conto che occorre garantire una migliore qualità della vita e opportunità di crescita, auspicando la possibilità di procedere verso uno sviluppo armonico e rispettoso dell’ambiente. Sia dalla sinistra che dalla CdL è stato chiesto di accantonare la delibera regionale ed istituire un tavolo di confronto, il più aperto possibile, al fine di trovare soluzioni adeguate al problema e tracciare le linee che dovranno caratterizzare il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, essendo l’ultimo in scadenza. “Non vogliamo indebolire la maggioranza che governa la Provincia di Terni e la Regione – hanno tenuto a sottolineare i Consiglieri della sinistra (Leo Venturi, Roberto Forbicioni e Roberto Battistoni) - ma vogliamo che questa materia sia trattata con maggiore attenzione e rispetto delle comunità. Sarebbe opportuno accantonare la delibera regionale di cui si comprendono solo gli effetti”. Più incisive e cogenti le richieste dell’opposizione (Gabriella Caronna, Mario Montegiove, Alfredo Santi e Paolo Maggiolini), che hanno preteso una presa di posizione chiara da parte del Presidente della Provincia. “La delibera della Giunta regionale –hanno detto, fra l’altro- apre le porte a soluzioni impopolari. Occorre più cautela e prudenza in una materia così delicata. Ci saremmo aspettati da questa Giunta dei distinguo rispetto alla delibera regionale”. Dai Consiglieri dei Gruppi DS (Roberto Montagnoli, Giorgio Finocchio e Giorgio Posti) e SDI (Marsilio Marinelli) è stato sottolineato l’impegno della Provincia sul fronte della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile e chieste azioni concrete per ridurre le emissioni in atmosfera e garantire un monitoraggio continuo. “Siamo contrari - hanno affermato - ad allarmismi artificiosi creati da alcune forze politiche. Occorre far capire alla Regione le nostre richieste ed il nostro indirizzo: un camino unico a Terni con tecnologie nuove, una necessaria riclassificazione dei rifiuti e la costituzione della multiutility provinciale”. Nel suo intervento l’Assessore provinciale all’“Ambiente” Fabio Paparelli ha tenuto a sottolineare le politiche ambientali messe in campo dalla Provincia, dal “Piano per l’Ambiente” al “Bilancio ecologico territoriale”, dall’”Osservatorio sulla salute” all’”Indagine epidemiologica”, alla costruzione di una rete di monitoraggio all’avanguardia in Italia. “Si tratta di un atto giuridico sostanzialmente dovuto che non cancella il principio di prossimità come indirizzo politico e programmatorio - ha dichiarato Fabio Paparelli, l'Assessore provinciale all'Ambiente, in merito alla delibera regionale - A noi spetta il compito di definire, semmai, i limiti delle quantità ed i criteri per la provenienza dei rifiuti. Le emissioni di PM10 sono dovute in massima parte al traffico veicolare, al sistema industriale e, infine, agli impianti di riscaldamento. L’apporto degli inceneritori, seppur da prendere in seria considerazione, è marginale nel quadro generale”. “Non si risolve il problema della gestione del sistema dei rifiuti occupandoci esclusivamente di questo atto della Regione - ha concluso il dibattito il Presidente Cavicchioli - La delibera interviene su una situazione di oggettiva difficoltà applicativa del concetto di prossimità, non specificato nei suoi contorni e, così come disciplinato, non idoneo a rispondere ai principi del diritto comunitario e della giurisprudenza intervenuta sulla materia. Probabilmente - ha proseguito - la locuzione riportata nel Piano dei rifiuti speciali era frutto di una mediazione politica che non teneva conto degli effetti concreti e delle difficoltà che gli atti amministrativi conseguenti avrebbero scontato, cosa che si è puntualmente verificata, tenendo anche conto del contenzioso attivato e di quanto segnalato dagli uffici preposti alla gestione". "Non si può prescindere dalla normativa applicabile, per altro richiamata nell’atto deliberativo in questione – ha continuato Cavicchioli - e se dobbiamo costruire il positivo principio di prossimità va individuato un percorso diverso, lavorando sulla quantità dei rifiuti gestibili e sull’individuazione dei presupposti per creare effettivamente un rapporto concreto tra domanda ed offerta nell’ambito regionale. Non vi è dubbio che, per quanto riguarda gli impianti di termovalorizzazione collocati nell’area di Maratta, paghiamo oggi gli errori fatti in passato per le autorizzazioni concesse, fermo restando che attualmente occorre puntare con determinazione, per quanto riguarda l’ASM, ad investimenti su nuove tecnologie escludendo il revamping dell’attuale impianto e verificare i presupposti per una semplificazione impiantistica, con un confronto serio da attivare con ACEA, anche sulla base delle strategie complessive che questo gruppo intende sviluppare sul territorio. Con la Regione - ha concluso il Presidente della Provincia - va immediatamente attivato un processo serrato di discussione sul nuovo piano dei rifiuti che deve essere basato sulla sostanziale autonomia degli ambiti, con una verifica dei livelli di raccolta differenziata raggiunti, delle metodologie praticate e dell’utilizzazione del prodotto, considerando questo come elemento caratterizzante della nuova impostazione, e con la previsione di nuove forme di trattamento dei rifiuti che sono state già positivamente sperimentate in altre realtà del Paese”. Al termine del dibattito è stata richiesta la sospensione dei lavori ed il rinvio delle votazioni alla prossima seduta del Consiglio. La proposta è stata accolta a maggioranza con il voto contrario dei Consiglieri di AN, FI ed UDC.