politica

Partito Democratico: il momento dell’unità

mercoledì 17 ottobre 2007
di Carlo Emanuele Trappolino, Segretario DS Orvieto
I dati delle primarie per il Partito Democratico segnano uno spartiacque nella vita politica del nostro Paese. I cittadini hanno deciso di costruire un partito nuovo – fatto assolutamente inedito in Italia e in Europa - attraverso la partecipazione e la democrazia. Due parole che debbono diventare il refrain ossessivo di quella che chiamiamo “buona politica” e sulla quale dovrà fondarsi la costituzione formale e materiale del nuovo soggetto politico. I numeri delle primarie sono sorprendenti per quantità e qualità. Il voto di oltre tre milioni di cittadini ci dà forza e fiducia. Anche in Umbria e nel nostro collegio straordinaria è stata la partecipazione. La nostra società non ha smesso di sperare e di immaginare un mondo migliore e una politica diversa. I tantissimi giovani – candidati e volontari – che hanno costruito con passione l’avventura delle primarie rappresentano la più bella novità di questo momento storico. Le centinaia di donne e di uomini che in questi giorni hanno reso concretamente possibile lo svolgimento di queste consultazioni e, insieme, il lavoro appassionato e generoso dei tanti militanti e dirigenti dei DS e della Margherita sono la conferma delle grandi virtù civiche e democratiche del nostro territorio. Quando la politica ritorna a farsi progetto, idea, sentimento, tornano allora le passioni e gli entusiasmi. Ho sostenuto con convinzione la lista “Democratici con Veltroni” e l’affermazione di questa compagine dà valore ad un gruppo dirigente che è stato capace di accompagnare con successo e responsabilità un non facile percorso di cambiamento. Il rischio è che, da oggi, molti si eserciteranno a disarticolare il voto, a individuare flussi e riflussi, ad immaginare dietrologie e castighi divini per cercare di individuare vincitori e perdenti. Un gioco al quale noi ci vogliamo sottrarre. Non perché non sia lecito, ma perché ci costringe nuovamente a ragionare con schemi consunti riproducendo, silenziosamente, quel vecchio modo di fare politica contro il quale queste primarie hanno urlato forte il proprio disaccordo. Ragioniamo allora diversamente parlando del Partito Democratico. Il risultato della nostra città ci dice alcune cose importanti. Anzitutto che il nuovo soggetto è la migliore risposta all’antipolitica e alla latitanza dell’impegno civile; la migliore risposta alla richiesta di una “bella politica” in cerca di nuovi autori. In secondo luogo, che le diverse sensibilità, possono trovare un fertile terreno di espressione proprio in un partito capace di accogliere le differenze di prospettiva. Le primarie hanno certamente stabilito dei numeri e un certo tipo di assetto. Ma non per questo chi ha ricevuto meno consensi deve, per incontrovertibile destino, sentirsi “minoranza”, specialmente in una fase in cui abbiamo il compito di scrivere i valori fondanti del Partito Democratico. In terzo luogo, il risultato ci offre l’enorme occasione e responsabilità di costruire una politica nuova partendo dalla partecipazione democratica. La politica si ammala quando la democrazia e la partecipazione spariscono. Per ultimo, è necessario tornare all’unità delle espressioni che compongono il Partito Democratico. Dobbiamo evitare il ritorno di un correntismo di impronunciabile fattura che costringa il partito nuovo a infinite mediazioni e infinite “pesate”. Unità delle espressioni all’interno di un percorso di profonda innovazione della politica. Dobbiamo tornare a studiare con umiltà e determinazione. Dobbiamo tornare all’immaginazione, ai grandi progetti ma anche al fecondo “discorso sulle cose”. Dobbiamo dare solidità e credibilità a questa novità politica. Dobbiamo sentire tutta la responsabilità che questo risultato ci consegna e la grandezza del messaggio che mandiamo. Solo così possiamo fare dell’Italia, dell’Umbria e di Orvieto il posto migliore dove vivere.

Incontro/conferenza e brindisi augurale giovedì a Palazzo dei Sette