politica

Cheta, spiazzante Rosy Bindi. In grigio classico la 'vera novità' del futuro Pd si presenta a Orvieto

lunedì 1 ottobre 2007
di laura
Serena, sorridente, accogliente, come sempre sobria, in tailleur grigio chiaro: così, salutata dall'applauso del pubblico, Rosy Bindi ha fatto il suo ingresso nella Sala del Governatore, cominciando da Orvieto il suo primo tour in Umbria. Valutazione pratica, data la posizione strategica per chi viene da Roma e deve proseguire, come nella tabella di marcia, per Terni e Perugia, ma al tempo stesso un ritorno sul luogo dell' inizio, perché proprio a Orvieto, durante un dibattito alla Festa dell'Unità, la Bindi aveva anticipato la sua intenzione di candidarsi a Segretario del futuro Pd. Per non lasciare che l'investitura di Veltroni fosse plebiscitaria - aveva detto e ha continuato a ripetere - perché le primarie dessero una vera possibilità di scelta e avessero un senso; e perché, soprattutto, era tempo per le donne di “esserci”, in posizione decisionale e non facendo sempre il solito “passo indietro”. Quello che aveva appena fatto Anna Finocchiaro, per intenderci. E oggi, accompagnata da Maria Prodi, che ha curato l'organizzazione delle liste in Umbria, e da Serena Innamorati, coordinatrice regionale delle donne DS che con grande libertà e coerenza ha scelto Rosy ed è candidata alla Segreteria regionale del PD, la Bindi ha più volte confermato e incarnato questo punto di vista. Rafforzato, nel nostro collegio 7, da due donne capolista: Silvia Fringuello per l'assemblea nazionale e Valentina Mulas per quella regionale. Agevole e serrato l'incontro che, coordinato da Silvia Fringuello, ha visto la presentazione dei candidati alle assemblee nazionale e regionale e un breve saluto di Serena Innamorati: “Ho scelto Rosy - ha detto la candidata alla Segreteria regionale – perché rappresenta la vera novità contro la cultura pattizia, per rendere l'Italia più libera, ricca e giusta. La democrazia è un bene di tutti, dobbiamo costruire un partito che dia ampio spazio alla libertà e in cui le differenze siano valori. Dobbiamo immettervi molte donne e molti giovani, che hanno da insegnare molto, anche se su di loro pesa di più l'ingiustizia sociale”. E guarda caso, nella formula scelta da Silvia Fringuello per l'incontro orvietano, a intervistare la Bindi sono stati proprio una donna – io, direttore del nostro Orvietonews.it, che ringrazio chi mi ha scelto per questo piacevole onore – e Simone Zazzera, giovane e valido collaboratore del mensile cittadino “La Città”. Quali ragioni per votare Rosy Bindi piuttosto che un altro candidato e, per di più, spenderci anche un euro? Questa, in sintesi, la prima domanda di Zazzera. Saluti e ringraziamenti della Bindi - Vi ringrazio, voi che siete qui, e voi che avete organizzato le liste... bravissimi, siete stati i primi a consegnare... Bravi e veloci ad organizzare - e poi, secche e veloci, un paio di ragioni fondamentali per scegliere Rosy: - perché è arrivato il momento di scommettere sulle donne, di dar loro responsabilità da troppo tempo delegate al sesso maschile, di immetterle in modo paritario non solo in assemblee con i vertici già decisi ma finalmente nei luoghi delle decisioni e del potere; - per una vera politica del cambiamento, garantita dal percorso scelto: un'aperta partecipazione alla formazione delle liste – le primarie delle primarie - e la compattezza sui punti programmatici... noi diciamo tutti una cosa ha affermato il Ministro. E a proposito di specificità femminile – incalzo io, che ho letto un interessante intervento di Annarosa Buttarelli, filosofa di Diotima, sul blog della Bindi – Buttarelli invita a leggere la sua decisione a candidarsi come un atto d'amore verso le sue simili, nel senso del kairós e ben oltre le quote. Che ci dice di questa interpretazione, Ministro, e soprattutto, visto che la politica è stata finora piuttosto inospitale per la specificità femminile, quali sono le sue proposte per favorire l'inclusione delle donne in senso non solo quantitativo ma qualitativo, e in un humus di maggiore ospitalità? “Il 50&50 lo prendiamo – dice la Bindi – ma certo ci troviamo forzatamente incluse”. L'esclusione delle donne dalla politica è metafora di tante altre esclusioni secondo la Bindi. Risorsa no di certo angelicata, ma storica, da troppo tempo le donne abitano i luoghi della vita senza far parte di quelli del potere. Potrebbe dipendere anche da questa esclusione, secondo il Ministro, il progressivo distacco della politica dalla vita e, in ogni caso, dopo il 14 ottobre il Pd dovrà disegnare se stesso nella vita e con una forte presenza femminile. E' chiara Rosy Bindi: punto fondamentale sarà attribuire alle donne responsabilità precise, da cassare gli organigrammi maschili già decisi, e se una donna si dimetterà, a sostituirla dovrà essere una donna. La cartina di tornasole, per lidi più ospitali, un accordo sul welfare ancora migliore di quello esistente: maggiore conciliazione tra tempi di lavoro e lavoro di cura, revisione più favorevole dei congedi parentali, maternità come ricchezza sociale e non come pretesto punitivo per licenziamenti o retrocessioni di stipendio e di carriera. Inevitabile, posta da Simone Zazzera, una domanda sulla “casta” e sul montare dell'ondata di antipolitica. Piuttosto che bollarla come governarla, che risposte dare? Deve essere proprio il Pd, secondo la Bindi, la risposta alla “casta” e a Grillo, anche recependo molte delle critiche e dei bisogni che sono stati avanzati. Più che “antipolitica”, per la Bindi è una “domanda di buona politica”, che se tarda ad arrivare porterà al dilagare del qualunquismo e allo scadimento della vita democratica. Andare ben oltre il grillismo: questa per la Bindi è la risposta: non accontentarsi dell'espulsione dei parlamentari e di una fedina pulita, ma pretendere, in più, che facciano bene il loro lavoro. L'onestà è il presupposto, ma non il contenuto: per ben governare, oltre che onesti, bisogna essere competenti, avere passione per la propria mission, ascoltare e capire il Paese, andare al confronto e al dialogo, imparare una vera e propria arte e, persino, essere accorti e sapersi guardare da eventuali insidie. Inevitabile, posta da me, una domanda sulla “forma partito”: questo “partito nuovo”- non un nuovo partito, che, specie per come sono state costruite candidature e liste all'interno dei pezzi più strutturati di DS e DL, per ora di nuovo non lascia percepire abbastanza, comprese le liste bloccate. Come si costruisce allora - davvero, in accordo con lo slogan di Rosy Bindi – un partito nuovo che non sia pesante, non così potentemente mediatico, che non sia basato su una cultura pattizia? Come potrebbe essere un'effettiva partecipazione del futuro? “E' già una risposta il modo in cui abbiamo presentato le liste – afferma Rosy Bindi. - Sono stata sorpresa di aver coperto tutti i collegi: 7 mila candidati, 50 mila firme, tutto questo mettendo in moto una vecchia rete di conoscenze e una rete nuova attraverso il mio sito. Non conosco neanche i referenti: sono loro che hanno scelto me. Ci si deve fidare di più della capacità di creare rete di questo paese: basta concedere spazi di libertà, basterebbe non spegnere queste forme il giorno dopo”. E a proposito di forme di libertà e di “spegnimenti”, lascia intendere che, anche verso di lei, qualche potere dissuasivo è stato, senza risultati, usato. Non ha in testa gli articoli precisi del nuovo Statuto, Rosy Bindi, ma ha ben chiaro e lo sottolinea che si va a una Costituente e non a un Congresso, che nelle Costituenti non ci sono né maggioranze né minoranze, ci si incontra per le idee, non per i nomi, e non se ne esce “correntizzati”. Cielo voglia, Ministro! “Non ho in testa gli articoli – dice – ma penso che sia importante non voler mettere il passato nel futuro e lasciare che agisca un po' di libertà”. Poi, per concludere, una domanda dal pubblico ci riporta, dal “Transatlantico” parlamentar-bindiano, alla nostra più modesta agorà all'aria aperta, Piazza della Repubblica. Una domanda di terra, anzi di “Piazza”, ma necessaria. E' Roberto Basili, il direttore de “La Città”, a rivolgerla, con cortesia e ironia, non a Rosy Bindi ma a Silvia Fringuello. Dura sospetta realtà, necessaria risposta: sarà vero, come nell'agorà già rimbalza, che le locali liste per Rosy daranno il voto disgiunto? Fringuello per Rosy al Nazionale, Mocio per Veltroni al Regionale? Assolutamente no! la decisa risposta della Presidente di Emily Umbria, e per coerenza non potrebbe essere altrimenti: lealtà su tutti i fronti, tanto più che la candidata al Regionale, Valentina Mulas, non solo è donna, non solo è Emily, ma è anche la più giovane. Così è, mormori pure la Piazza... E intanto, mentre è scaduto il tempo e fra qualche stretta di mano Rosy Bindi tranquillamente si congeda – niente fotografi, niente cameramen, niente codazzi - viene in mente un vecchio adagio, quello dell'acqua cheta. L'acqua cheta rompe i ponti... hai visto mai che, anche senza grandi numeri, la pacata signora in tailleur grigio classico – la “vera novità” - spiazzi e sparigli?