politica

Veltroni a Orvieto tra vecchi e nuovi compagni

domenica 2 settembre 2007
di laura
Orvieto ancora una volta crocevia di avvenimenti politici importanti. Se nell'ottobre dello scorso anno era stato il primo seminario sul costituendo PD a lambire la Rupe, a neanche undici mesi di distanza a segnarla è ancora un passaggio politico che potrebbe rivelarsi determinante. Quello di Walter Veltroni che, nella città che vede in corso in questi giorni la prima Festa nazionale di Sinistra Democratica, ha voluto, contemporaneamente, salutare il Comitato costituito a Orvieto per appoggiare la sua candidatura a segretario del PD e porgere un saluto e un augurio agli antichi compagni di partito intavolando un confronto con Fabio Mussi. E' arrivato da Assisi, dove ha partecipato al Convegno dei Popolari, verso le 16,30 con circa una mezzora di ritardo, per essere accolto, al tavolo della Sala Nova del San Francesco per l'occasione gremita, da tre giovanissimi: simbolica allusione a quel rinnovamento al quale il costituendo PD mira, puntando palesemente sulla nuova generazione. A parlare e a dare il benvenuto a Veltroni, in rappresentanza del suo comitato di appoggio, è stata Alice: un discorso breve e appena emozionato, che ha ricordato al candidato segretario come il nuovo partito, nelle linee complessive che si darà, debba partire soprattutto dall'ascolto di questi giovani che si stanno avvicinando, e costituirsi non solo “per loro”, ma “con loro” in un comune cammino. E lui, l'amato e intramontabile Walter, un po' tirato dai ritmi di giornate intense, ma subito rianimato dal contatto con l'uditorio, ha tracciato a grandi linee la base costitutiva che si sta configurando e la sua visione del partito nuovo che si va a costruire. Un partito che parla ai giovani, che vede avvicinarsi gente nuova e fresca, e che unendo a questa base le energie dei partiti si candida ad essere la principale forza del cambiamento di cui l'Italia ha bisogno. Un partito di popolo – lo ha ancora definito Veltroni - che vuole mettere in forma moderna le sue radici dentro la società reale, guardando con decisione alle donne e ai giovani: si voterà alle primarie a partire dai sedici anni e il 50% dei capolista saranno donne. “C'è bisogno di risposte nuove – ha affermato Veltroni – bisogna evitare la corporativizzazione, la frammentazione della società, noi siamo gli unici che possono far convivere quello che altri separano”. Tre gli obiettivi centrali della nuova forza politica, ripresi poi più ampiamente nel confronto con Mussi: la lotta alla precarietà, immettendo anche i lavori saltuari e flessibili, che sembrano inevitabili nell'era attuale, in un contesto di certezze e di future garanzie; l'arresto dell'emigrazione delle intelligenze; la questione ambientale, vera scommessa non solo di tutela, ma di moderno sviluppo: un ambientalismo del sì, come ha più diffusamente spiegato Veltroni nel rapportarsi a Mussi, che cominci a stabilire regole e faccia della riconversione ambientale un'opportunità e una rivoluzione economica. Nel congedarsi dal suo Comitato di sostegno, che lo ha poi seguito in massima parte a Piazza della Repubblica, Veltroni ha ribadito che le primarie saranno una campagna senza avversari: “nessuna divisione per correnti, ma reale pluralismo e dialettica, il partito ha bisogno dell'intelligenza di tutti”. Pacato e persino tinto da qualche nota nostalgica il confronto con Fabio Mussi. “Devo abituarmi – ha detto Veltroni – ad essere ospite in un contesto che per tanti anni ci ha visto insieme e in un cammino comune. Ho ritenuto giusto, essendo in Umbria, venire a rendervi un saluto. Ci siamo lasciati in modo corretto, 'spero che ci rincontreremo', ha detto il segretario di fronte alla vostra uscita, io continuo a coltivare questa speranza”. Un Mussi al solito brillante e stringente, quello che ha posto a Veltroni alcune questioni. Oltre al lavoro (precarietà, aumento della percentuale di profitti, diminuzione di quella riservata alle garanzie dei lavoratori) e alla questione ambientale, il problema dell'imponente riarmo mondiale a cui, passivamente, stanno assistendo i governi europei, la questione morale nella politica, i futuri schieramenti: “mi preoccupo – ha detto Mussi – quando vedo certe manovre a centro campo di Rutelli o sento, anche da parte tua, qualche battuta sull'autosufficienza del futuro PD. Se l'idea è l'autosufficienza, credo che ci saranno problemi di difficile soluzione. Il nostro obiettivo è un centro sinistra unito e, a lato, una grande forza di sinistra”. Massima disponibilità ad un'azione comune contro il riarmo è stata data da Veltroni mentre, parlando di schieramenti politici, ha fatto chiaramente intendere come il futuro PD si proponga di essere pragmatico piuttosto che ideologico, facendo tesoro dei cenni di una società destinata ad andare sempre più verso destra – come anche certi segnali di delusione verso l'attuale governo indicano – se non si daranno risposte realisticamente adeguate. Un programma preciso fatto di pochi punti, quelli delle scelte fondamentali, non 280 pagine - così Veltroni vede l'approccio del futuro PD alle prossime amministrative – chiaro, netto e preciso, per chiedere il voto sulle scelte e non sugli schieramenti ideologici. Quello che si profila a livello nazionale, nell'asse Veltroni-Mussi, è la volontà di essere protagonisti, da una parte e dall'altra, di un mutamento, senza chiudere la porta al confronto o, addirittura, a un'azione comune su alcuni temi, cercando di superare il vizio di attribuire etichette e sparare al nemico. Più volte è stato richiamato il filo del dialogo, l'esortazione al confronto, quella a far convivere diverse posizioni e a cercare prospettive comuni. A Orvieto, negli schieramenti locali, tutto appare invece più difficile.

Veltroni a Orvieto: cronaca fotografica