politica

I Comunisti Italiani rompono il silenzio: senza troppe dichiarazioni abbiamo lavorato per risolvere la crisi. Proposta concreta: un seminario di lavoro delle forze politiche di maggioranza per mettere a punto la rinnovata azione di governo

giovedì 19 aprile 2007
Rompono il silenzio, sulle tumultuose vicende politico-istituzionali di questi giorni, anche i Comunisti Italiani, con un comunicato ufficiale del segretario Giampietro Piccini, capogruppo del PdCI nel Consiglio Comunale di Orvieto. Piccini spiega che quel silenzio che potrebbe essere stato interpretato come scarso peso politico del PdCI nel determinare gli orientamenti e le prospettive per l’obiettivo, ancora possibile, di risanamento del bilancio e dello sviluppo della città ed del suo territorio, è stato in realtà una scelta consapevole e responsabile. Nella difficile situazione che si è determinata all’interno dell’amministrazione, due erano gli atteggiamenti possibili, spiega l'esponente del PdCI: uno scegliere la stradadei continui comunicati stampa, delle dichiarazioni e dei distinguo di ogni sorta, “che si giustificavano solo nell’esigenza di ricercare una verginità non più posseduta, senza preoccuparsi se ciò che veniva scritto e detto avrebbe avuto il solo effetto di infiammare le polveri ed aggravare la crisi”; l'altro di lavorare politicamente e nell'istituzione “cercando di conciliare le diversità e sensibilità politiche di ogni partito di maggioranza senza perdere di vista l’obiettivo prioritario ed essenziale per la città, ossia l'unità della coalizione, prima di tutto e su tutto, anche a costo di perdere visibilità ed autonomia”. “I Comunisti Italiani questo hanno fatto – continua Piccini - ossia hanno scelto il secondo atteggiamento convinti che era l’unico modo di dare un contributo per il superamento di una situazione che rischiava di avvitarsi su se stessa con un punto di ricaduta ad effetto 'tornado', distruttivo e con cocci dispersi ovunque senza possibilità di una loro ricomposizione”. A parere dei Comunisti Italiani, più che le difficoltà di bilancio, a determinare la crisi sono state le diatribe interne ai partiti, le incomprensioni e talvolta i conflitti che hanno avuto come cassa di risonanza la Giunta e il Consiglio Comunale. Anche se al momento lo scenario non è dei più ottimistici, con lesioni a giudizio del PdcI forse insanabili nei rapporti interni all’amministrazione e con un quadro di scomposizione e ricomposizione a breve di una Giunta sottoposta a forti fibrillazioni, i Comunisti Italiani rinnovano il loro sostegno al patto di maggioranza perché venga scongiurata ogni ipotesi di commissariamento, “con tutto il negativo che comporterebbe per la città, affossando, forse in modo irreversibile, la qualità dei servizi, le manifestazioni che la distinguono, la cultura e tutte quelle iniziative che la rendono unica agli occhi del mondo”. Il PdCI orvietano, nel rispetto del mandato elettorale ricevuto, vuole stare dentro il processo di risanamento-stabilizzazione del bilancio e di sviluppo da protagonista, nel nome dell’unità ma senza rinunciare all'autonomia politica, nella convinzione che le idee debbano contare quanto i numeri. E, quanto ad idee, dato che quando si parla di stabilizzazione e di sviluppo non è sufficiente elencare ripetitivamente le cose da fare, il piccolo partito avanza la richiesta al Sindaco e alla coalizione di chiudere tempestivamente l’attuale fase e di programmare subito un seminario di lavoro di tutte le forze politiche di maggioranza per mettere a punto la rinnovata azione di governo. “La Piave, la discarica, il Centro Studi, Orvieto patrimonio Unesco, la viabilità, l’ambiente etc. - affermano - sono meri riferimenti se ad ognuno di essi non corrisponda un progetto chiaro e condiviso attuabile in tempi brevi in modo da poter recuperare i ritardi accumulati”. Per il raggiungimento di questi obiettivi, ad avviso del PdCI non è certo secondaria la nuova composizione della Giunta, che dovrà essere proporzionalmente rappresentativa dei partiti di maggioranza, ma anche ridistribuire le deleghe secondo affinità e competenze. Sarebbe infine una visione riduttiva giocare tutto all'interno delle sedi dei partiti e del Palazzo Comunale e non procedere a quel confronto con i cittadini e le loro organizzazioni e a quell'autentica partecipazione che è uno dei punti dirimenti per attuare una politica di buon governo . “Per i Comunisti Italiani – conclude il comunicato diffuso - questo era e rimane elemento primario e vincolante di un programma nel quale si possano effettivamente riconoscere ed a questo principio si rifaranno comunque e sempre spendendosi affinché le grandi tematiche, prima del loro approdo in Consiglio Comunale, siano state interessate da autentica partecipazione democratica”.