politica

Il Cda di RPO si riduce. Non stupisce che si dimettano i consiglieri di Assindustria e CRO

mercoledì 20 settembre 2006
di laura
Non risponde, il Sindaco di Orvieto, alla domanda sulle dimissioni dei due consiglieri di “Risorse per Orvieto” Mauro Meucci e Arnaldo Olimpieri che, nel cda della società, rappresentano, o meglio rappresentavano, rispettivamente Assindustria e la Cassa di Risparmio di Orvieto. Una rappresentanza a dire il vero molto particolare, che vale la pena precisare, in quanto nominati, secondo lo statuto di RPO, dal Sindaco e non dagli enti di cui si possono ritenere riferimento, ma sempre tenendo presente il loro essere presenti a titolo personale e non di rappresentanza fiduciaria. E neanche risponde, il sindaco Mocio, alla domanda sugli scenari che queste dimissioni potranno aprire all'interno di RPO, di cui è attesa, ormai entro breve termine, l'ufficiale formalizzazione della trasformazione in srl, già avallata dal Consiglio Comunale, con gli opportuni atti che gli uffici amministativi deputati stanno preparando. Quando tutto sarà pronto e definito il Sindaco di Orvieto comunicherà la nuova situazione in una probabile conferenza stampa. E così, visto che di più non è dato sapere, proviamo, per quanto è possibile, a ragionare. Non appare, in realtà, del tutto strano e atipico che i due consiglieri legati ad Assindustria e alla CRO, entrati nel Consiglio di amministrazione di RPO nel giugno 2005, si siano dimessi. Considerato infatti che RPO va a trasformarsi da una spa – ossia da una società che opera in modo del tutto autonomo – in una srl che si configura come una società di servizi che è diretta espressione dell'amministrazione comunale, appare abbastanza normale e non catastrofico che chi ha una nomina che esprime enti a carattere economico e a conformazione politica del tutto trasversale esca dal cda, mentre è invece del tutto legittimo che restino, in attesa degli scenari operativi che si configureranno, tutti gli altri consiglieri che sono emanazione politica della maggioranza di governo. Il catastrofismo, semmai, potrà essere o non essere nelle logiche e nelle azioni che si individueranno. Ormai la questione, come tante altre sul tappeto, dovrebbe essere al termine. Dopo la pausa estiva tutti i sospesi volgono alla conclusione. Non ultime, oltre alla conformazione di RPO e alla complessa questione della rifunzionalizzazione della ex Piave, l'intricata vicenda del Centro Studi Città di Orvieto e la quadratura del bilancio che verrà discusso nella seduta del 27 gennaio, quadratura che appare particolarmente difficile.