politica

Emergenza Centro Studi. Politica e istituzioni si mobilitano per salvare il Corso di Ingegneria Informatica a Orvieto

giovedì 10 agosto 2006
di laura
Una giornata di sconcerto, non è esagerato dire di vera e propria emergenza, nella città della Rupe, colpita a livello istituzionale e politico, ma anche nella più comune pubblica opinione, dalla notizia risuonata a grandi titoli da tutti gli organi di informazione sull'intenzione del rettore dell'Università di Perugia, Francesco Bistoni, di non voler rinnovare il protocollo d'Intesa tra l'Università di Perugia e la Fondazione Centro Studi Città di Orvieto per la gestione e il potenziamento universitario di Orvieto, intenzione che tradotta in atti pratici significa la non attivazione, per il prossimo anno accademico 2006-2007, di un ulteriore nuovo ciclo formativo del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni. Molto più di un'intenzione, a dire il vero, ma una lapidaria decisione che il Rettore Bistoni comunica al Presidente della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, Stefano Cimicchi, con una nota autografa pervenuta al CSCO nella giornata di ieri 9 agosto, e inviata oggi dal Presidente del Centro Studi alle Istituzioni locali, provinciali e regionali, ai Deputati e ai Senatori eletti in Umbria, alle Organizzazioni Sociali, alle Associazioni, ai Partiti Politici e agli operatori della comunicazione in genere perché si mobilitino a difesa del Corso a serio rischio di soppressione. La nota rettorale accampa a motivo della decisione di non rinnovare la convenzione annuale, brevemente e seccamente previo parere espresso dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Perugia, “la mancanza di un quadro di programmazione certa e condivisa sulla didattica dei corsi di studio esistenti presso la sede di Orvieto”, situazione che si dice già segnalata al Centro Studi in una precedente nota del giugno 2006. Nulla fa trapelare dunque, nel brusco stile formale e asciutto di chi non vuole discussioni fuori dal seminato, l'attacco politico verso Orvieto o le faide di potere universitario che le varie dichiarazioni politiche – e comunque anche la concretezza di alcuni atti istituzionali da parte di Provincia, Università e Regione negli ultimi tempi – sottendono ed esplicitano. D Orvieto fuori dal Distretto universitario dell'Umbria o dal Polo universitario ternano, in parole povere, neanche si parla, del fastidio dell'accordo con la facoltà di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza nemmeno, tutto sembra ricondotto, forse ipocritamente ma drasticamente, alla programmazione e alla didattica. Una chiusura ferrea e per così dire estremamente “abbottonata” dell'Ateneo perugino che, mentre le forze istituzionali e politiche si stanno mobilitando, appare difficile scalfire. Nondimeno ci si proverà; e mentre si attivano il sindaco Mocio e l'assessore all'Università Teresa Urbani, i gruppi consiliari che dietro richiesta dello SDI probabilmente si riuniranno in conferenza dei capigruppo e – appare quasi certo – in un consiglio comunale straordinario, mentre intervengono in stato di emergenza i parlamentari umbri e i partiti, anche i normali cittadini si chiedono con stupore e sgomento cosa accade. Sembrava una carta vincente per Orvieto l'Università, tutto l'insieme del pacchetto – studio, formazione, ICT e soft economy - di quella che è stata definita “l'economia dei saperi”; ed ora la Città appare colpita a morte proprio in uno dei Corsi universitari più frequentati e consolidati, attivo dal 1998, in quello in cui tanto si è già investito e tanto ancora si pensava di investire, in termini di programmazione e di risorse, per lo sviluppo della Città. La tensione e la mobilitazione sono alte, ci uniamo a quanti sono seriamente e a buona ragione preoccupati per il depotenziamento di un filone importante della cultura e dell'economia orvietana. In attesa – almeno lo speriamo – che gli organi governativi superiori invocati dai vari appelli - anche dal nostro - oltre che fare la loro parte concreta possano fornire spiegazioni più esaustive di quelle davvero stringate del Rettore Bistoni.

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