politica

Soppressione dell'Ufficio postale di Acqualoreto. Il Sindaco Grasselli scrive al Ministro Gentiloni: dal centrosinistra ci aspettiamo che non abbandoni i piccoli comuni

lunedì 24 luglio 2006
La decisione di Poste Italiane di sopprimere dal primo giugno 2006 l'Ufficio Postale di Acqualoreto e il nulla di fatto a cui sono approdate finora proteste e richieste per una sua eventuale riapertura, anche di due soli giorni a settimana, non piegano l'indomito spirito del sindaco di Baschi Isauro Grasselli, sotto la cui amministrazione si trova la frazione del territorio baschese. Dopo l'inutile offerta di provvedere a pagare, come Amministrazione Comunale, il canone di locazione dell'ufficio, ora il primo cittadino di Baschi invia al Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni un accorato e sentito appello, spinto, oltre che da considerazioni di ordine politico, dalla poco civile e tutt'altro che edificante visione di un Ufficio Postale del tutto inadeguato a ricevere il pubblico quale è quello della frazione di Morre, verso cui i servizi postali di Acqualoreto sono stati dirottati. Mentre da un lato si afferma che si vogliono aiutare i piccoli centri di montagna perché non si spopolino - afferma tra l'altro il sindaco Grasselli - di fatto si provvede a penalizzare i cittadini tagliando i servizi e li si dirotta verso strutture ancor più penalizzanti e indegne di un paese civile. "Ritengo che il nuovo governo di centro sinistra debba invitare Poste Italiane a darsi delle regole precise ed un’etica fortemente collaborativa con i piccoli comuni e le piccole realtà - conclude - poiché ciò significa difendere i cittadini più deboli e fragili, dovere assoluto per un governo di centrosinistra che la stragrande maggioranza di noi ha votato nella speranza che si occupi oltre che dei massimi sistemi comunicativi, anche delle piccole cose che spesso bruciano sulla pelle dei cittadini comuni più dei grandi sistemi e del digitale terrestre". Di seguito il testo integrale della lettera
AL MINISTRO DELLE POSTE E TELECOMUNICAZIONI DELLA REPUBBLICA ITALIANA ONOREVOLE DOTT. PAOLO GENTILONI ALL’ANCI Via dei Prefetti 46 00186 – ROMA All’ANCI UMBRIA Via Alessi 1 06122-PERUGIA Egregio Onorevole, le scrivo questa lettera per chiederle di dedicare un po’ del suo tempo a riflettere sul fenomeno della chiusura, da parte di Poste Italiane, degli uffici postali periferici, situati nei piccoli centri abitati. Anche nel Comune che io amministro da sette anni, il Comune di Baschi, Poste Italiane ha soppresso, dal 01/06/2006, l’ufficio postale della frazione di Acqualoreto. A nulla sono valse le assemblee pubbliche, le interpellanze provinciali, le interpellanze parlamentari presentate a più riprese presso la Provincia di Terni ed il Parlamento appena eletto, e neppure gli innumerevoli incontri effettuati con il responsabile provinciale di Poste Italiane; non ha sortito alcun effetto neppure la proposta ufficiale dell’Amministrazione Comunale di assumersi l’onere delle spese per l’affitto del locale oggi utilizzato dalle Poste Italiane e la richiesta di apertura minimale di due mezze mattinate a settimana. Dopo la trasformazione in SpA, con la partecipazione dello Stato al 70% ed il mantenimento del monopolio in questo settore, nell’ottica di una razionalizzazione, ristrutturazione e professionalizzazione anche nel campo finanziario, Poste Italiane ha proceduto a sopprimere senza regole e soprattutto senza “etica” gli uffici postali dei piccoli centri abitati , perché non produttivi, dove vivono cento o magari cinquanta persone. Così facendo sono stati eliminati gli ultimi servizi dello Stato in cui i cittadini delle piccole frazioni, per lo più persone anziane e sole, individuano il “posto fisico” dei propri risparmi e la possibilità di essere collegati al resto dell’Italia e del mondo. Da tempo tutti parlano di voler aiutare i piccoli centri di montagna perché non si spopolino e perché non vengano abbandonati: questi, infatti, rappresentano una tutela e una sicurezza nella manutenzione del territorio che molte volte è ancora il territorio italiano meglio conservato dal punto di vista ambientale, rappresentando spesso un vero gioiello come per esempio il nostro, inserito a ragione nell’ambito del Parco Fluviale del Tevere, parco regionale dell’Umbria e meta di residenze secondarie di artisti famosi, giornalisti e politici di grido, oltre ad essere terra di cuochi famosissimi. Egregio Sig. Ministro la chiusura dell’ufficio postale di Acqualoreto è stata giustificata da Poste Italiane con il potenziamento dell’altro ufficio postale presente nella zona, quello della frazione di Morre che effettivamente è stato riaperto sei giorni a settimana; questo, però, risulta essere assolutamente insufficiente sia perché la distanza di 3 km non può essere colmata dall’aumento delle aperture settimanali, sia perché siamo di fronte ad un ufficio che strutturalmente permette al suo interno la presenza di un operatore ed al massimo di due - tre utenti: nei giorni di erogazione delle pensioni gli utenti sono così costretti a fare la fila in piazza con temperature che vanno dai 30-35° d’estate a 0° d’inverno. Non credo che tutto questo possa dirsi degno di un Paese civile e spero che non sia questa la razionalizzazione che Poste Italiane vuole. Credo che, come Sindaco, sarebbe sufficiente chiedere un sopralluogo della ASL per avere tutti gli estremi per ottenere la chiusura di quell’ufficio, dalla mancanza di sicurezza, all’ impossibilità di rispettare i più elementari principi della legge sulla privacy, alla assoluta inadeguatezza degli impianti elettrici, alla mancanza delle più elementari norme igieniche ecc. Ovviamente non voglio e non posso fare ciò! Chiedo, invece, la sua opinione sulla possibilità che queste polemiche e questa battaglia non avrebbero avuto ragion d’essere semplicemente se Poste Italiane, prima di razionalizzare chiudendo l’ufficio di Acqualoreto, avesse investito costruendo un vero presidio postale, magari a Morre, come ne esistono in tutta Italia, dove è possibile fare la fila stando seduti al caldo d’inverno ed al fresco d’estate e dove le più elementari norme igienico – sanitarie sono garantite…. Ritengo, inoltre, che il nuovo governo di centro sinistra debba invitare Poste Italiane a darsi delle regole precise ed un’etica fortemente collaborativa con i piccoli comuni e le piccole realtà, poiché ciò significa difendere i cittadini più deboli e fragili, dovere assoluto per un governo di centrosinistra che la stragrande maggioranza di noi ha votato nella speranza che si occupi oltre che dei massimi sistemi comunicativi, anche delle piccole cose che spesso bruciano sulla pelle dei cittadini comuni più dei grandi sistemi e del digitale terrestre. Nella speranza che Lei comprenda il mio sfogo e le ansie dei cittadini che io rappresento ed amministro, chiedo un suo intervento sia sul nostro specifico problema che, più in generale, sul fenomeno che ormai interessa tutti i piccoli Comuni Italiani. I miei più cordiali auguri di buon lavoro. Baschi, 19/07/2006 IL SINDACO Isauro Dott. Grasselli