politica

A Palazzo del Popolo Francesco Rutelli fa l’en plein

domenica 19 marzo 2006
di laura
Una Sala dei Quattrocento entusiasta e stracolma – e non poteva essere altrimenti –ha accolto sabato sera, tra ciuffi di allegre e benaugurati margherite, un Francesco Rutelli disponibile e sorridente, reduce da un’intensa giornata che, prima della conclusione serale a Orvieto, lo aveva portato a Trieste, Udine e Spoleto. A dargli il benvenuto sul palco e a ringraziarlo della sua venuta la Margherita orvietana, rappresentata dal presidente Stefano Mocio e dal vice presidente Roberto Meffi, e Giampiero Bocci, candidato della Margherita alla Camera dei Deputati, che è stato – come ha ricordato Mocio – colui che ha reso possibile in poche ore la presenza di Rutelli a Orvieto. “Saluto in Rutelli il personaggio politico di oggi – ha affermato Stefano Mocio nella sua introduzione – ma anche un grande Sindaco emerito di Roma, che proprio per aver ricoperto tale ruolo sa cosa significa amministrare le città e quanto negativamente i tagli di questo ultimo esecutivo abbiano inciso sul loro governo. So che contribuirà in prima persona a fondare il nuovo esecutivo nazionale, e non dubito che terrà conto di tutte le istanze che sta raccogliendo in questi giorni di campagna elettorale”. Rutelli ha ricordato la sua venuta a Orvieto nel 2000 e ha sottolineato come da allora la Margherita sia cresciuta. Ha quindi salutato alcuni esponenti del raggruppamento politico presenti in sala ad ascoltarlo, che testimoniano in prima persona della crescita e della trasversalità della compagine politica: lo stesso Gianpiero Bocci, Franco Marini, Paola Pinetti del Comitato Scienza e Vita, Francesco Ferrante, fino a poco fa direttore di Legambiente: “un ambientalismo che non dice sbrigativamente no – ha affermato Rutelli, ma propone e costruisce, ha a cuore i borghi e i piccoli Comuni”. Proprio l’unione di queste diverse anime testimonia, secondo Rutelli, dell’inevitabile approdo verso il partito unico, un partito moderno, innovativo ed equilibrato. E più volte ha sottolineato che, perché questa prospettiva si realizzi, c’è bisogno di una forte Margherita. Calmo e sicuro, come chi sa di vincere – i sondaggi positivi non sono certo un mistero per nessuno, tanto meno per chi è nel cuore della "mischia" – ha analizzato il nervosismo politico del centro destra (del suo leader soprattutto) in questi ultimi giorni e ha passato in rassegna i punti più drammatici a cui è arrivato, rispetto al resto del mondo industrializzato, il Paese: ritorno alla disoccupazione e crescita della precarizzazione del lavoro, crisi economica (crescita dell’1,4% rispetto al 5% dell’economia globale), crisi del turismo, cieco asservimento alla parte peggiore degli USA in politica estera, bonus sociali inutili e stucchevoli per la famiglia; e, soprattutto, un Governo che ha fatto i propri interessi e non quelli del Paese. Passando ad illustrare alcuni dei punti salienti del programma dell’Unione Rutelli ha ricordato il taglio delle tasse sul lavoro (il cosiddetto cuneo fiscale), il sostegno all’innovazione, la riduzione del lavoro precario. E poi puntare sulla condizione femminile, favorire l’occupazione delle donne migliorando il welfare, aumentando gli asili nido, sostenendo in vario modo, a cominciare dalla casa, le giovani coppie. Nell’iniezione di equilibrio e di fiducia che ha tenuto a trasmettere al pubblico, certo della vittoria elettorale, ha tuttavia ricordato che non sarà l’ultimo atto di questa sfida per far ripartire il Paese. L’ultima tappa sarà il referendum per bloccare la riforma della costituzione e la devolution, e dunque l’appello non è stato solo al voto di aprile, ma anche al successivo voto referendario che, completando la ripresa delle redini, permetterà di iniziare un nuovo cammino : “quello che il nostro grande Paese merita”, ha concluso.