politica

L'intervento della Presidente Lorenzetti al Congresso regionale CGIL. Duro attacco alla CISL Umbria

domenica 29 gennaio 2006
E' stato dedicato alla costruzione del futuro il Congresso regionale CGIL del 26-27-28 gennaio, dal titolo "Riprogettare il paese. Lavoro, saperi, diritti e libertà". E su questo tema della progettazione del futuro - prossimo - è intervenuta alla fine della seconda giornata la Presidente della Regione Umbria Lorenzetti, parlando del Patto per lo Sviluppo e sferrando, a questo proposito, un duro attacco alla CISL Umbria. Questo l'intervento della Presidente Lorenzetti, come riportato in un comunicato di Alessandra Manzanares, responsabile dell'Ufficio stampa CGIL Umbria: “Lavoro di squadra, a sistema, ognuno geloso della propria autonomia, ma tutti concentrati su un obiettivo condiviso: è questo lo spirito del Patto. E quando alla domanda che pone Manlio Mariotti nella sua relazione ‘cosa sarebbe successo all’Umbria senza il Patto’ si risponde ‘non so cosa sarebbe successo, ma so com’è la realtà dell’Umbria oggi’ –come a dire il Patto è fallito- è fare affermazioni qualunquiste e false. Non si può affrontare la seconda fase del Patto con un atteggiamento più preoccupato della difesa delle proprie tessere che del dare un apporto costruttivo. Non serve a niente. Non si può stare alla finestra e dire questo va bene, questo no, quello si. Non si può tornare alla vecchia logica dei tavolini e tavolinetti. Sindacati, Regione, Comuni, Province, Comunità Montane sono tutti i prima linea, sono i soggetti più colpiti dalla politica del Governo di Centro-Destra che ha uno scopo: spaccare il Paese. Un sindacato confederale dovrebbe sentirsi impegnato a tenere insieme questo tessuto, pur in un’ottica di riforma. Azioni strategiche territoriali e protagonismo sociale sono la strada indicata dalla relazione di Manlio e che io condivido. Qualificare la concertazione, non perdere di vista il disegno finale, creare più sinergia tra tavoli generali e territoriali è quello che dobbiamo e possiamo fare. Ma tenendo sempre ben presente che l’Umbria non è una realtà a parte rispetto al resto del Paese, così come pensano o meglio pretendono alcuni. Dobbiamo tornare a crescere ma puntando a una crescita basata sulla qualità, sociale prima di tutto. Deve essere chiaro a tutti che il Patto non è un atto formale. E l’approccio qualunquista di chi lo critica strumentalmente mi preoccupa molto perché di fatto fa mancare le condizioni per il confronto. Questo è il tempo delle decisioni, delle riforme prima di tutto, a partire da quella del sistema sanitario. Abbiamo resistito 5 anni senza tasse e senza ticket, ora dobbiamo ragionare seriamente per affrontare la questione spesa sociale. L’unico percorso serio possibile è la razionalizzazione, la qualificazione e scelte strutturali condivise. Iniziare un percorso trasparente e in tempi veloci. Una partita in cui ognuno ha il suo ruolo, ma giocata da tutti. Non sarà semplice, le resistenze saranno enormi, ma siamo chiamati alla coerenza. Avanti dunque con la seconda fase del Patto: riforma endoregionale, welfare, sistema sanitario, agenzie – e su questo punto la Lorenzetti fa un inciso - non mi siederò mai a un tavolo in cui unico fine sia quello di fare una discussione di pura ingegneria istituzionale. Gli enti che campano solo con i fondi strutturali, quelli che non riescono a reggersi con le loro gambe, devono essere accorpati.” E continua con la lista degli obiettivi: “innovazione, ricerca, sviluppo, portare avanti l’impostazione dei bandi integrati che per prima l’Umbria ha fatto sua e che ora è copiata da altre regioni. Ma tutto questo –conclude- non si può fare se si dice ‘non vedo niente di quello che ha fatto il Patto’, questo spirito non serve. Attaccare va bene, benissimo, ma solo se è costruttivo. Nessuno deve tirare la giacchetta all’altro e dire ‘tu devi fare questo e tu quest’altro’. Non tu, ma ‘noi’ dobbiamo fare”

Questa notizia è correlata a:

Congresso Regionale CGIL: Manlio Mariotti confermato alla guida della CGIL Umbria