politica

A Orvieto soddisfazione del Comitato per Prodi Catamo-Borrello

lunedì 17 ottobre 2005
Numerosi anche ad Orvieto e nell’Orvietano i votanti per le Primarie dell’Unione.
Soddisfazione è stata espressa – pur con una punta di polemica verso i partiti locali del centro sinistra – dal primo comitato formatosi a Orvieto a sostegno di Prodi, quello che ha come referenti Paolo Borrello e Donato Catamo.
“Proporremo le primarie anche in occasione di altre future elezioni a livello locale – affermano tra l’altro i due referenti dell’associazione - e più in generale continueremo a proporre che per le principali scelte di competenza dei partiti vi sia una sempre più ampia partecipazione democratica degli iscritti e degli elettori. Non è più accettabile che i partiti, ad Orvieto come altrove, siano guidati da ristretti gruppi di persone”
N’est pas qu’un début… affermano come nel vecchio e glorioso maggio francese Borrello e Catamo, intenzionati ad adoperarsi per il rilancio del progetto dell’Ulivo e ad impegnarsi per tradurre in realtà il non dimenticato slogan della protesta sessantottina.
Riportiamo di seguito, integralmente, la nota diffusa sui risultati delle Primarie e su quella che continuerà ad essere l’azione di "Orvieto per il rinnovamento della politica":

“Anche ad Orvieto e nell’Orvietano il successo di Romano Prodi e il numero dei votanti alle elezioni primarie dell’Unione sono stati esaltanti ed inattesi. I risultati sono stati migliori rispetto a quelli verificatisi a livello nazionale: nel comune di Orvieto e nel comprensorio hanno scelto Prodi circa il 77% dei votanti ed hanno votato nel comune di Orvieto 2.958 cittadini e nel comprensorio 6.060, rispettivamente il 14,19% e il 14,35% della popolazione residente.
E’ del tutto naturale che un comitato come il nostro, sorto nel luglio scorso, molto tempo prima rispetto al periodo in cui i gruppi dirigenti locali dei partiti che sostenevano Prodi hanno iniziato a muoversi, esprima grande soddisfazione relativamente ai risultati delle primarie. E in questo momento non possiamo non ricordare che, dopo la nascita del comitato, alcuni esponenti locali dei partiti che sostenevano Prodi hanno mostrato evidente fastidio (per quali motivi?) per la costituzione del nostro comitato. La stessa nostra proposta di promuovere un coordinamento con l’altro comitato, diretta espressione dei gruppi dirigenti locali dei DS, della Margherita, dello SDI e dei Comunisti Italiani incontrò inizialmente delle difficoltà.
Comunque ormai il passato è passato e occorre guardare al futuro.
Cosa vuol dire questa affermazione per il nostro comitato? Vuol dire innanzi tutto che continueremo ad operare, con la stessa formula organizzativa o con un’altra, e soprattutto continueremo a proporre che anche nelle prossime elezioni politiche, nonostante la nuova e inaccettabile legge elettorale proporzionalista, si ripeta l’esperienza delle primarie per la scelta dei candidati (ciò sarà possibile nonostante appunto la nuova legge, e a tale proposito non possiamo non giudicare negativamente il fatto che, in un incontro svoltosi presso il Palazzo dei Sette, ad una nostra domanda circa la necessità di dare vita in occasione delle prossime elezioni politiche a forme di coinvolgimento democratico dei cittadini nella scelta dei candidati né il senatore Angius, eletto anche ad Orvieto, né l’onorevole Monaco, eletto in Umbria, ci abbiano risposto).
Proporremo poi le primarie anche in occasione di altre future elezioni, a livello locale. E più in generale continueremo a proporre che per le principali scelte di competenza dei partiti vi sia una sempre più ampia partecipazione democratica degli iscritti e degli elettori. Non è più accettabile che i partiti, ad Orvieto come altrove, siano guidati da ristretti gruppi di persone.
Opereremo inoltre, come già rilevato da Romano Prodi, per il rilancio del progetto dell’Ulivo.
Pertanto, come durante il maggio francese, anche per il nostro comitato varrà lo slogan: “N’est pas qu’un debut…”. O quanto meno noi ce la metteremo tutta affinché quello slogan non rimanga tale, ma si traduca in realtà”.

Paolo Borrello, Donato Catamo

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