politica

La Sala del Carmine confermata sede del Laboratorio Teatro Orvieto

venerdì 16 settembre 2005
Confermato il Laboratorio Teatro Orvieto per la direzione e la gestione della Sala del Carmine. Lo ha stabilito nell’ultima seduta il Consiglio Comunale a maggioranza (con 15 favorevoli, 2 contrari: Olimpieri, Zazzaretta e 1 astenuto: Morcella), approvando le due convenzioni che disciplinano i rapporti tra il Comune e il Laboratorio Teatro, che venne istituito nel 1987 dal Comune di Orvieto in collaborazione con l’Associazione culturale “Collettivo Teatro Animazione” .

Secondo le nuove convenzioni il Collettivo Teatro Animazione dovrà promuovere la diffusione della cultura teatrale, l’insegnamento delle varie discipline teatrali, gli studi e le ricerche nel campo teatrale, gli incontri e gli scambi con analoghe esperienze, favorire e coordinare attività di formazione per le discipline dello spettacolo, educare al teatro in particolare i giovani, realizzare eventi culturali e adempiere ad una precisa funzione di promozione culturale e di educazione permanente sul territorio, esplicando questa sua vocazione anche attraverso la collaborazione didattica con le Istituzioni scolastiche della città e con le altre istituzioni pubbliche e private.
Il Laboratorio si articola nelle sezioni di scuola di teatro/danza, ricerca e sperimentazione, animazione nelle scuole e produzione.
I relativi corsi di storia del teatro, dizione, recitazione, impostazione della voce, mimica, improvvisazione, studio del movimento, allestimento drammaturgico e scenografico, tecniche cinematografiche, preparazione del saggio/ spettacolo finale iniziano ogni anno nel mese di ottobre e terminano entro il 30 giugno successivo.
Entro il mese di settembre di ogni anno, la direzione artistica del C.T.A. sottopone al Comune il progetto didattico/artistico con il relativo piano finanziario e il numero degli iscritti al Laboratorio; il Comune, per sua parte, versa al C.T.A. un contributo annuale (stabilito in sede di approvazione del bilancio comunale sulla base del programma di attività didattica prevista) a partire da un minimo di 16.527,00 euro.

Al C.T.A. è anche affidata la gestione della Sala del Carmine per le attività del Laboratorio Teatro Orvieto. Il Comune mette a disposizione gratuitamente il complesso del Carmine secondo le modalità di svolgimento dei corsi programmati. La convenzione fissa a carico dell’ente le spese relative alle utenze di servizio e alla manutenzione degli impianti, mentre per le spese telefoniche è stabilita una compartecipazione del C.T.A. La pulizia dei locali, l’installazione e il mantenimento in efficienza dell’impiantistica per le attività di spettacolo e la messa a disposizione di personale tecnico per le iniziative è a carico del Collettivo. Il Comune si riserva l’uso della Sala per proprie attività o per soggetti altri a cui voglia assegnarla.

L’Assessore alla Cultura, Teresa Manuela Urbani, illustrando l’argomento ha evidenziato che “l’attività del Laboratorio Teatro Orvieto rappresenta ormai una delle esperienze più consolidate nel campo dell’educazione e della promozione della cultura nella nostra città. Un’esperienza che, attraverso i molteplici progetti attivati, mostra una importante capacità di integrazione ed interazione con il mondo della scuola e dei servizi socio-educativi presenti nel nostro territorio. Dal 2001, con il progetto ‘Venti Ascensionali’, il laboratorio è divenuto vera e propria residenza artistica che, solo lo scorso anno, ha movimentato 10.000 visitatori per 58 manifestazioni culturali. La Sala del Carmine, di proprietà Comunale, dal 1995 assolve funzioni di auditorium in tal senso anche se è opportuno pensare, per il futuro, ad opzioni alternative”.
Parole di considerazione per l'attività sociale e culturale, sempre in crescita, del Collettivo Teatro Animazione sono state espresse da quasi tutti i consiglieri comunali, con riserve espresse da chi ha votato contro o si è astenuto non in merito alla professionalità delle persone, ma ad aspetti di ordine economico-giuridico o legati - come ha affermato il consigliere Olimpieri, a una cultura a senso unico che non riflette il pluralismo della città.