politica

Asse Parrano-Ficulle. Un progetto di cava di inerti mette a rischio il futuro della Valle del Chiani

domenica 24 aprile 2005
Un Comitato di cittadini e di aziende agrituristiche della valle del Chiani, presieduto da Stefano Ronci e sostenuto dal presidente regionale dei Verdi Sole che Ride Franco Parlavecchio e da numerose associazioni ambientaliste, si è costituito per impedire il rilascio dell'autorizzazione, da parte della Regione dell'Umbria, per una cava di inerti alluvionali in località Pollaceto- Riolungo , nel Comune di Ficulle. Il progetto di apertura è presentato dalla ditta Ceccantoni, che già fruisce di due aree di cava nella stessa valle, nei Comuni di Montegabbione e di Ficulle. Parrano, che si è dato delle linee di sviluppo molto diverse, basate sulla valorizzazione del paesaggio naturalistico, l’ecoturismo e - con l’ormai avviatoprogetto delle future terme - il turismo termale, si troverebbe così stretto tra la cava di Montegabbione già esistente e quella in via di costituzione a Ficulle, con un conseguente grave danno per un paesaggio ancora incontaminato e di riconosciuto pregio naturalistico e paesaggistico.

Lo scopo è quello di influenzare, con questa serrata mobilitazione, la decisione della Regione Umbria per la Valutazione di Impatto Ambientale prevista per il prossimo 27 aprile, giorno di inizio della conferenza dei servizi che si pronuncerà in proposito

Sono state oltre 70 le sottoscrizioni alla lettera di denuncia che il Comitato per la tutela e la valorizzazione delle valli del Chiani e Migliari ha inviato a Regione, Provincia e Comuni lo scorso 5 dicembre, chiedendo tra l’altro di essere invitato a partecipare alla conferenza dei servizi per la Valutazione di Impatto Ambientale. Tra i firmatari numerosi cittadini della valle del Chiani, tra cui Folco Quilici, i proprietari del Molino di Parrano (importante emergenza storico- archeologica), le aziende agri-turistiche "Dal Vecchio", "II Polivere", "II Poggiolo", i Verdi Sole che Rìde di Orvieto e le associazioni ambientaliste WWF e CO.S.MO: tutti molto preoccupati delle sorti della valle, che verrebbe irrimediabilmente deturpata in nome di un progetto imprenditoriale ritenuto, peraltro, di scarso rendimento economico, viste le esigue dimensioni della futura cava e la scarsa entità di materiale da poter estrarre (100.000 metri cubi contro il minimo di 300.000 imposto dal nuovo Piano Regionale per l'Attività Estrattiva approvato dal Consiglio Regionale lo scorso 9 febbraio.
Come evidenziato nella lettera, più volte e da più soggetti in una conferenza stampa tenutasi sabato 23 aprile, ma soprattutto in una relazione geologica-ambientale commissionata dal Comitato ai geologi Antonio Biondi e Filippo Belisario e inviata alle autorità competenti nel gennaio scorso, l'attività di escavazione nell'area prescelta rappresenta anche una seria minaccia alla salvaguardia dell'ambiente e dei suoi abitanti, in quanto la cava sarebbe realizzata su terreni franosi con conseguente alterazione dell'attuale assetto, visto che l'area è classificata ad alta vulnerabilità e criticità idrogeologica dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP di Terni).
Ulteriore problema per il territorio di Parrano sarebbe quello rappresentato dal traffico pesante: infatti il progetto presentato prevede l'accesso alla cava con transito sul territorio del comune di Parrano, dato che è impossibile l'accesso diretto da Ficulle. I mezzi pesanti percorrerebbero per circa tre chilometri una strada sterrata, alberata, stretta e tortuosa lungo il Chiani, e una strada di circa 1 chilometro per 3 metri di larghezza da realizzare ex-novo, lambendo aree boscate. Verrebbero di fatto distrutti la vegetazione della ripa e gli argini del fiume per permettere ai mezzi l'attraversamento a guado del Chiani, confine naturale tra i due comuni, fiume oltretutto dal carattere torrentizio e già dichiarato ad alto rischio di esondabilità dall'Autorità di Bacino.

“Il fatto è – ha affermato in conferenza stampa Tiziana Serra, assessore all’ambiente del Comune di Parrano – che non si fa, tra Comuni, una programmazione concertata e condivisa di sviluppo. Ficulle ha fatto un piano attuativo senza interpellare Parrano, senza fare politica d’area; e così Parrano ha una cava a monte su Montegabbione e questa nuovo rischio di cava a Ficulle. Dato che non c’è obbligo di concertazione siamo un comune limitrofo che non ha potere decisivo, ma che a questo punto prende una posizione politica”.
E ha fatto ancora notare che la coltivazione della cava, che comporta uno sbancamento sulla collina visibile a 360 gradi, oltre che un notevole inquinamento acustico e di polveri, tipico dell'attività di escavazione, andrebbe a contrapporsi, se non a compromettere definitivamente, alcuni progetti di sviluppo turistico-termale della zona, sui quali il Comune di Parrano, la Regione dell'Umbria, la Comunità Montana Monte Peglia Selva di Meana e il Consorzio di Bonifica della Val di Chiana stanno attualmente lavorando e per i quali sono già stati stanziati appositi finanziamenti.

Franco Parlavecchio, presidente del Sole che Ride e presente alla conferenza stampa di sabato, ha fatto notare come anche il Piano Regionale per l’attività estrattiva andrebbe rivisto, decidendo una volta per tutte e decisamente quale tipo di sviluppo l’Umbria si vuole dare in modo prioritario. Con regioni confinanti che, come la Toscana e le Marche, hanno limitato l’attività estrattiva al solo bacino regionale e bloccato l’esportazione fuori bacino di materiali estrattivi, l’Umbria continua ad esportare, e questo significa incoraggiare un’attività estrattiva selvaggia e deturpante in una regione che dice di voler investire su ambiente e turismo. “Bisogna decidere in modo più incisivo sul futuro di questa regione – ha affermato Parlavechio – è giusto creare occupazione, ma bisogna chiedersi meglio verso quale tipo di sviluppo va indirizzata. Sono fiducioso, penso che in questa occasione abbiamo la possibilità di bloccare la cava: può diventare il primo caso per fare un discorso diverso in questa regione.

Alla vigilia della V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale), il Comitato conta in definitiva su un parere negativo della conferenza dei servizi, perché si possa evitare uno scempio ambientale ad altissimo rischio, che comprometterebbe irrimediabilmente il futuro della valle del Chiani.
Le speranze ci sono, anche perché la Provincia ha già dato un parere negativo. Ma è alla conferenza regionale dei servizi che spetta l’ultimo parere: per questo, specie in questi giorni a ridosso, attenzione e mobilitazione sono forti.

La sintesi della relazione geologica-ambientale

La zona dove si intende eseguire l'escavazione degli inerti è soggetta ad elevato rischio idrogeologico, oltre che a numerose problematiche paesaggistiche e ambientali, e non risulta idonea a tale scopo per i seguenti motivi:

Idrogeologico
• La zona è costituita da rocce stratitifìcate argille-sabbiose che hanno subito in passato forti azioni tettoniche, pertanto attualmente sono soggette a dissesti idrogeologici sia di tipo erosivo che gravitativo. Sono state rilevate diverse frane di tipo complesso, attualmente allo stato di quiescenza, per le quali è possibile ipotizzare una componente rotazionale del movimento. Uno scavo al piede sarebbe ad alto rischio.
• Dai dati fomiti dal progetto si evince che, nell'area della presunta cava, vi è la presenza di una falda freatica ad oscillazione stagionale che, nei periodi piovosi, verrebbe intercettata dall'escavazione per uno spessore di circa 3 m. In quest'ipotesi, l'attività estrattiva di cui all'oggetto potrebbe recare pregiudizio alle risorse idriche, soprattutto considerando che gli acquiferi alluvionali del Chiani e del Fosso di Fienile sono stati ricompresi dal PTCP nelle classi con vulnerabilità da molto elevata ad elevata.
• II ritombamento dei volumi cavati con i fanghi sterili di lavaggio determineranno la formazione di una barriera a bassa permeabilità, che rallenterebbe la circolazione idrica sul versante a monte. Il lento deflusso delle acque causerà il decadimento delle proprietà geomeccaniche del terreno, che potrebbe condurre, con effetto differito, ad una riattivazione dei fenomeni franosi quiescenti.
•• II fiume Chiani ha forte carattere torrentizio ad alta energia, tale da trasportare tronchi di alberi. La realizzazione di un guado ove sono presenti una doppia confluenza di affluenti con elevato trasporto solido ed un ampio masso litoide affiorante ha alte probabilità di provocare, in condizioni di maggiore afflusso idrico, una occlusione tale da fare esondare le acque, che seguirebbero una via preferenziale obbligata in sinistra idrografica, mettendo a rischio il fabbricato abitato del Mulino di Parrano.

Paesaggistico • La presenza nell'area di emergenze storico-archeologiche di notevole importanza, tra cui il Mulino di Parrano (di epoca pre-romana e medievale), e l'esistenza di numerosi agriturismi, evidenziano l'alta vocazionalità turistica di tutta la valle. Un'attività di cava sul fondovalle, anche in relazione al notevolissimo impatto visivo e paesaggistico che andrebbe a determinare, risulterebbe nociva per questo importante settore economico. • II previsto passaggio a guado sul Chiani provocherebbe un forte impatto in un sito molto suggestivo dal punto di vista paesaggistico e ambientale, con probabile sconvolgimento degli equilibri ecologici locali (le acque del Chiani, uniche nella provincia di Temi, sono classificate come " salmonicole" dalla Carta Ittica dell'ARPA).

Ambientale

• Data la particolare conformazione orografica della valle, molto stretta e con versanti acclivi, si segnala che i rumori persistenti derivanti dalle prospettate attività estrattive e di trasporto saranno facilmente udibili, per una sorta di "effetto megafono", anche dalle località abitate più prossime agli spartiacque. • Infine, considerando la configurazione orografica e l'orientamento della valle, uno sviluppo complessivo del percorso dei camion su strade sterrate di oltre 4 km ed una frequenza di transito di mezzi pesanti di circa uno ogni 25 minuti, è da prevedersi che i venti dominanti possano incanalarsi e trasportare polveri e particellato anche per distanze notevoli.