politica

Non declino ma orgoglio.Carlo Carpinelli prende la parola

martedì 19 aprile 2005
di Laura Ricci
Ha voluto tenere una conferenza stampa anche lui, Carlo Carpinelli, nel generale tramestio del dopo elezioni, delle espressioni, delle numerose dichiarazioni che, venute da vari soggetti sociali e politici, hanno portato certa stampa locale, specialmente cartacea, a parlare del presunto declino socio-economico-politico del nostro territorio. Per amore di verità, ha detto, “e scusate se vi ho convocato non per qualche scoop, ma solo per fare un po’ di storia, ristabilire un po’ di memoria rispetto alla storia del nostro territorio e della nostra città. Altrimenti anche qui si rischia di fare del revisionismo”. Analisi, la sua, fatta non in una veste istituzionale precisa, ma come esponente DS, semplicemente come persona che a vario titolo ha partecipato direttamente, negli ultimi venti anni, alle vicende di questo territorio da qualche giorno particolarmente nel mirino: come amministratore ASL prima, poi come senatore, quindi come segretario dei Democratici di Sinistra e, ora, come vice sindaco.
“Se si perde la memoria – ha esordito – si perde anche la dimensione del reale”.
E così ha voluto ricordare, in controtendenza, alcune tappe fondamentali non del presunto declino della città, piuttosto della sua fioritura: il rifinanziamento della legge speciale per Orvieto e Todi, unica legge di grande portata rifinanziata durante il suo mandato da senatore, l’approvazione di una legge che porta il suo nome – suo ultimo atto al Senato – che ha ampliato da 6 a 400 milioni di vecchie lire i finanziamenti per l’Opera del Duomo; il tutto reso possibile solo dalla grande tradizione dell’Orvietano e dal grande appeal di cui, insieme all’Umbria ma particolarmente in Umbria, Orvieto gode, sia a livello nazionale che internazionale.
E ci tiene a ricordare, anche, di non aver avuto presente solo Orvieto in quei suoi anni da senatore, ma tutto il collegio, con benefici per il Trasimeno, Pietrafitta e Amelia, in quella visione generale del progredire della Città, ma in un contesto più ampio, che è a suo avviso strategia pagante e vincente.
Quanto alla realtà più propriamente cittadina e comprensoriale, contro l’affermazione generalistica di una Orvieto che avrebbe perso potere politico negli ultimi dieci anni, Carpinelli ha affermato che mai come negli ultimi dieci anni Orvieto è stata invece all’attenzione della Regione, ma anche all’attenzione nazionale e internazionale. Una città che ha saputo porsi nella scia delle città del benessere e del buon vivere, città propulsiva delle nuove fonti di energia con la Carta di Orvieto, capitale delle città slow, ben lanciata nel filone dello sviluppo eco-compatibile: successi che Carlo Carpinelli ha voluto rivendicare sia a livello politico che amministrativo, come appartenente a una forza politica – i DS – che ha a suo avviso contribuito ai processi di buon governo della Città, sia come ex parlamentare, sia come attuale amministratore. E l’ha voluta rivendicare, anche, non solo a nome dei dodici anni di amministrazione Cimicchi, ma a nome dei sindaci ancora precedenti che per il progredire della Città già avevano gettato buoni semi. “Siamo orgogliosi – ha detto – di quello che fino ad oggi abbiamo fatto e di come si trova oggi il nostro territorio. Abbiamo tutte le premesse per poter rilanciare una nuova fase: un nuovo sindaco, un nuovo processo di cui, insieme al centro sinistra, vogliamo essere protagonisti.”

Quel progetto di rilancio economico e culturale che sembra in questo momento affidato al ruolo che giocheranno, nel contesto della Città, le ex caserme, va a suo avviso coniugato intorno a un’idea forte, un’idea guida, quale è stata a suo tempo quella del Progetto Orvieto, un’idea che proietti in modo nuovo la città nel futuro, ma sempre con il concetto della Città Benessere, della Città Unita, della Città Sistema, in cui tutto e tutti ruotino intorno alla qualità della vita.
I presupposti, ad avviso di Carlo Carpinelli, ci sono: il turismo, in controtendenza, va bene, la promozione dell’immagine della città funziona. In mezzo a polemiche e patemi, questo signore della politica che sempre nell’interesse generale ha saputo assumere una responsabilità o fare, a seconda dei casi, un passo indietro, esorta a ritrovare il senso della realtà, a lanciare un messaggio positivo e a rimettere in circolo progettualità, voglia di sano protagonismo.
“I giochi sono tutti ancora aperti – afferma riferendosi alla tanto dibattuta rappresentatività dell’Orvietano in Regione - ma sono sicuro che Stefano (Cimicchi ndr) continuerà comunque a dare un contributo positivo in una più ampia squadra, siamo attrezzati per ogni evenienza.”

In questo senso va letto, a suo avviso, anche l’incontro del coordinamento comprensoriale DS previsto, alla presenza del Segretario regionale Fabrizio Bracco, per martedì sera : ricominciare a parlare di politica qualunque cosa accada, certi di essere un pezzo della realtà regionale e che gli impegni verso Orvieto e l’Orvietano, vada come vada, non potranno essere disattesi. L’importante a suo avviso è progettare, “perché chi progetta – dice - viene ascoltato”. La stessa scelta della Federazione è stata, per i DS, il riconoscimento che non esiste più possibilità di autosufficienza per i piccoli territori, ma proprio perché il luogo è più vasto va potenziato, a suo avviso, con un dibattito politico in altri luoghi, di cui la Federazione deve farsi carico ed essere espressione. “In questa ottica di ambiti più vasti e di concerto – conclude – di certo non c’è chi porta solo acqua, le responsabilità politiche vanno condivise; un ruolo da protagonista, in un ragionamento di carattere più ampio, a Cimicchi e al territorio spetta comunque”.
Si tratterà di vedere come e quale.
Intanto, la Direzione regionale DS conclusasi nella tarda serata di lunedì 18 non porta elementi di grande novità, se non la piena disponibilità della Presidente Lorenzetti a discutere, valutare e decidere naturalmente in relazione al partito, all'Unione e in un’ottica di interesse generale dei territori. Non soluzioni portate su un piatto - ha detto fermamente - ma proposte e possibilità da esaminare insieme.