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Varato il Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano per l’ammissione a finanziamento

venerdì 18 febbraio 2005
Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano: approvati dalla Giunta Comunale – ai fini dell’ammissione al finanziamento regionale nell’ambito del DOCUP - i progetti relativi alla realizzazione di tre percorsi, alla ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’edificio ex ECA, alla realizzazione di strutture di servizio al Parco dell’ex Scuola del Tamburino a Ponte del Sole e alla rifunzionalizzazione dell’ex centrale idroelettrica di Sugano.
I progetti sono stati redatti a cura dell’arch. Rocco Olivadese, responsabile dell’Ufficio del PRG, e dall’arch. Caterina Sebastiani, Capo Sezione Urbanistica.

Il progetto dei percorsi, creando un sistema integrato di funzioni e relazioni tra beni culturali e ambientali, mira ad attivare un processo di qualità dei luoghi in grado di incrementare l’offerta turistica, così da assegnare visibilità a tutte le evidenze di rilievo individuate, da potenziare le infrastrutture e valorizzare tutte quelle attività (commercio, artigianato, altro) compatibili con l’immagine complessiva delle città e del territorio.
Il progetto prevede la realizzazione di tre percorsi per un totale di circa 29 km e interventi tesi alla valorizzazione e fruizione dell’area archeologica di “Capo della Fiera” e della “Grotta dei Tronchi Fossili”.
Ecco, in dettaglio, i percorsi individuati:

Percorso n. 1
- Porta Rocca o Soliana – Grotta dei Tronchi Fossili – Cannicela Santuario – Cannicella Necropoli – casa ex-Eca (Centro di Documentazione Santuario di Cannicella) – area del Teatro – Campo Boario – Porta Maggiore – Chiesa della Madonna del Velo – Chiesa del Crocifisso del Tufo – necropoli di Crocifisso del Tufo – Porta Vivaria – Viale G. Carducci – Tempio del Belvedere.
Il percorso prevede la salvaguardia e la valorizzazione della cosiddetta Grotta dei Tronchi Fossili, situata ai piedi della rupe tufacea con l’accesso collocato lungo le pendici meridionali. La grotta, originariamente scavata per l’estrazione di materiale edilizio (forse pozzolana), deve la sua denominazione al fatto di conservare al suo interno resti paleobotanici riferibili all’ambiente naturale presente nell’area orvietana prima delle formazione delle ignimbriti.

Percorso n. 2
- Porta Maggiore – Campo della Fiera – Ponte del Sole – Selciata del Tamburino – Sasso tagliato – Ponte di Tavole – Sugano – Laghetto di Sugano – Convento della Trinità – Strada vicinale Sugano /Orvieto – Selciata del Tamburino – Ponte del Sole – Campo della Fiera
E’ prevista una possibile variante del percorso 1, ovvero: Porta Maggiore – Campo della Fiera – Ponte del Sole – Selciata del Tamburino – Sasso Tagliato – Sugano – Fonti del Tione – Castello di San Quirico – Monte Tigno – Rocca Ripesena – La Gualchiera – Strada di Traveglia – Laghetto di Sugano – Convento della Trinità - Strada vicinale Sugano/Orvieto – Selciata del Tamburino - Ponte del Sole – Campo della Fiera.
Da questi percorsi è possibile effettuare brevi digressioni per visitare: l’Area Archeologica di Campo della Fiera, l’abitato di Canonica, la sommità del pianoro di Rocca Ripesena, la centrale idroelettrica Netti, il Belvedere.
All’interno dell’itinerario, l’area archeologica di Campo della Fiera si configura come fulcro del Parco Archeologico e Ambientale dell’Orvietano e, come tale, ha già subito una serie di interventi per permettere la corretta conservazione dei resti antichi e la valorizzazione in vista di una sua fruizione pubblica.

Percorso n. 3
- Area di campo della Fiera – Arcone (acquedotto medievale) – Selciata dei Cappuccini – Necropoli di Settecamini (Comune di Porano) – Necropoli degli Hescana (Comune di Porano)
L’itinerario parte da Campo della Fiera, che dal 2000 è oggetto di regolari campagne di scavo ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e dell’Università degli Studi di Macerata.

Di seguito gli altri punti che il P.A.A.O svilupperà:

Ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’edificio “Ex ECA” di proprietà del Comune di Orvieto
L’edificio, costruito agli inizi del ‘900 è localizzato sotto la Rupe e vicinissimo all’area archeologica di Cannicella: ricorda una tipologia ‘povera’ e la sua ristrutturazione e rifunzionalizzazione è finalizzata a residenza a servizio del parco.

Realizzazione di una struttura di servizio al Parco nell’ex Scuola del Tamburino, Località Ponte del Sole
L’immobile, già adibito a scuola, è costituito dall’aggregazione di semplici volumi edilizi: l’intervento di recupero progettato attiene alla realizzazione di un’attrezzatura di interesse comune a servizio del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano ed è destinato a laboratori e spazi connessi al servizio della Scuola Archeologica.
Il progetto si inserisce in un programma più ampio di riqualificazione urbana e ambientale che interessa le zone periferiche di Ponte del Sole e della Segheria.

Ristrutturazione e rifunzionalizzazione dell’edificio “ex Centrale idroelettrica di Sugano” di proprietà del Comune di Orvieto

Il 3 aprile 1895 venne stipulato il contratto fra il Comune di Orvieto e l’Ing. Aldobrando Netti per la realizzazione dell’impianto per la produzione di energia idraulica, denominato “Officina Netti”. Il complesso di più edifici venne realizzato a valle delle sorgenti che sgorgano alla base del promontorio su cui sorge l’abitato di Sugano, già utilizzate quale fonte di acqua potabile per la città di Orvieto. Lungo il Fosso del Leone, sulla destra idrografica, si scavarono delle cisterne che in parte sono realizzate direttamente nel masso basaltico, che fungevano da riserva sia per l’Officina che per l’acquedotto. La condotta forzata unisce l’opera di presa alla centrale dopo un dislivello di circa 77 metri e una distanza di 600 metri, alimentando inizialmente una turbina di una potenza di 47.000 watt. Nel maggio 1901 con l’energia della centrale Netti venne creato il primo impianto di illuminazione elettrica del Teatro Mancinelli, mentre sono molte le ricadute anche nel campo delle piccole attività industriali ed artigianali orvietane che trovarono nuovo impulso alla produzione con possibilità di implementare i propri macchinari.
Oggi, nella folta vegetazione spontanea che ricopre le sponde del Fosso del Leone, si trovano i resti sia delle vasche di raccolta che dell’Officina vera e propria, che conserva in parte i macchinari utilizzati sin dal 1945. Nell’ambito del P.A.A.O., vi è l’intento di recuperare la centrale Netti per scopi didattici, offrendo uno spaccato di archeologia industriale unico nel suo genere per l’area del Parco stesso. L’Officina si mostra come contenitore ideale della documentazione relativa alla sua ideazione e si inserisce pienamente nel panorama di energie rinnovabili per le quali Orvieto aspira ad avere un ruolo primario attraverso il progetto “Hydrogencities”. Contestualmente si intende ricordare la figura dell’Ing. Netti, personaggio di spicco del mondo politico ed economico sullo scorcio del XIX secolo, sino al 1925, anno della sua morte.