I Ds non intendono mollare il Comune alla Margherita
Non ha compiuto rilevanti passi in avanti la trattativa romana tra i Democratici di sinistra e la Margherita per definire gli assetti politici su base regionale in vista delle elezioni amministrative.
All'incontro hanno preso parte il segretario umbro dei Ds Bracco, l'onorevole Cabras ed il responsabile per gli enti locali Chiti e, per la Margherita, Bocci e Marini. Un ruolo centrale nella trattativa lo hanno giocato gli assetti di potere interni alla provincia di Terni. La Margherita ritiene che i ruoli istituzionali attualmente ricoperti dai propri uomini siano del tutto sottostimati rispetto al peso elettorale del partito con la presidenza della Provincia che è affidata al socialista Andrea Cavicchioli mentre i Comuni di Terni ed Orvieto sono da sempre di consolidata tradizione diessina.
La richiesta della Margherita è chiara e prevede che almeno uno dei tre enti passi sotto il controllo dei centristi, ma i Ds non sembrano affatto intenzione a venire incontro a tale richiesta anche perchè i socialisti non hanno alcuna volontà di cedere su Cavicchioli e, dunque, sulla presidenza della Provincia.
Rimangono i due Comuni principali, ma anche qui non esisterebbero margini di trattativa. I Ds non sono allo stato attuale disponibili a concedere agli alleati di candidare un loro uomo nè alla guida di Terni nè di Orvieto.
Per le ambizioni di Stefano Mocio di succedere a Cimicchi si tratta insomma di uno stop peraltro già atteso. Il partito non sembra minimamente intenzionato a cedere lo scettro a Mocio e non per riserve sulla persona dal momento che il vice sindaco è stato uno dei più affidabili e costanti sostenitori dell'azione amministrativa svolta dall'attuale amministrazione comunale, quanto per il "trauma" politico di trovarsi un cattolico e non un uomo di sinistra alla guida della città.
Intanto il tempo a disposizione per trovare la quadratura del cerchio comincia ad assottigliarsi e l'accordo non si vede ancora all'orizzonte.