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"Orvieto: il pasticcio dei buoni alimentari"

sabato 4 aprile 2020
di Massimo Gnagnarini
"Orvieto: il pasticcio dei buoni alimentari"

È stato pubblicato sul sito dell’Amministrazione Comunale il regolamento per l’accesso ai fondi per gli aiuti alimentari. Si tratta, a mio avviso, di un piccolo e inefficace mostro burocratico destinato a ingenerare confusione e a limitare la fruizione degli aiuti. In sostanza viene stabilito che spetteranno 100 euro a testa a 1230 persone. Ma la domanda che si pone è quanti orvietani potranno realmente rientrare nella graduatoria secondo i criteri scelti dal Comune di Orvieto:

Chi dal 31 /1/ 2020 non è titolare di alcun reddito e appartiene a una famiglia in cui non ci siano altri redditi di conviventi come nonno o nonna con la pensione.

Chi è stato licenziato dal posto di lavoro successivamente al 31/1/2020 e appartiene a una famiglia in cui , però, tutti i componenti siano stati licenziati dal rispettivo posto di lavoro e non convivano con altri famigliari titolari di reddito (nonno o nonna pensionati, disabili con pensione, ecc.. )

Chi a partire dal 31/1/2020, titolare di attività lavorativa autonoma, abbia subito la sospensione della propria attività. A condizione, però, che nessun altro componente famigliare percepisca altri redditi. Ad esempio la moglie o marito o figlio che pur lavorando nella stessa azienda che ha sospeso l’attività siano tutt’ora inquadrati come lavoratori dipendenti e quindi percettori di reddito o assegno di cassa integrazione oppure appartenenti a nuclei famigliari con altri redditi come da pensione.

Infine a valere per tutti quand’anche fossero soddisfatte le suddette condizioni ogni nucleo famigliare beneficiario non può detenere depositi bancari o postali superiori a 8.000 euro compresi evidentemente titoli di stato o altre forme di risparmio

Insomma, c’è da augurarsi che il Comune abbia effettuato uno screening appropriato sui circa 6000 nuclei famigliari orvietani perché, ad occhio, mi sembrerebbe che questi requisiti imposti possano ridurre la platea dei percettori a un numero addirittura inferiore alle 1230 persone di possibili beneficiari.

Forse è per questo che, contrariamente a quanto previsto nel DPCM e in contrasto con lo stesso requisito n.2 sopra indicato, il Comune di Orvieto ha voluto includere, nel proprio regolamento, anche ai percettori di altri sostegni pubblici (RdC, Rei, Naspi, Indennità di mobilità, Cassa integrazione, ecc..) la possibilità di fare domanda.

Mi sembra un brutto pasticcio. Va corretto. Semplificato come più semplici e diretti appaiono analoghi regolamenti varati da altri comuni.